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A Shanghai un servizio di bus capaci di ricaricarsi alla fermata

30 ottobre 2009 0 commenti

Autobus elettricoPoco tempo fa uno dei nostri autori riportò un’interessante notizia circa la presentazione, a Roma, di una nuova tecnologia di bus elettrici capaci di ricaricarsi durante le fermate del loro percorso. In riferimento a quel post è interessante la notizia che arriva da Shanghai dove questi mezzi di trasporto, qualche mese fa, sono stati introdotti su una linea di trasporto pubblico della città.

Questi autobus hanno la particolarità di essere alimentati da supercondensatori al carbone attivo, detti ultracapacitor. Andiamo a vedere le caratteristiche. Gli ultracapacitor esistono da una quarantina d’anni, tuttavia, a causa delle loro dimensioni troppo grandi, non si è mai riusciti a trovare applicabilità nel settore trasporti almeno sino a quando il Mit di Boston, dopo un lungo programma di ricerca e sviluppo, ne ha diminuito le dimensioni e migliorato l’efficienza, rendendone di fatto possibile la produzione a livello industriale.

I problemi però non sono stati completamente risolti. Vi è infatti da sottolineare il fatto che la batteria ideale, capace di rispondere a tutte le esigenze possibili probabilmente ancora non esiste, e, quella utilizzata nei bus di Shanghai, non è sicuramente da meno. Basti pensare che gli ultracapacitor non sono in grado di accumulare molta energia avendo una densità energetica circa 40 volte inferiore rispetto ad una normale batteria al litio (la stessa che troviamo nei comuni telefonini), oltre scaricarsi abbastanza rapidamente (basti pensare devono essere ricaricati ogni tre km).

Il vantaggio di questa tecnologia è ovviamente dato dalla capacità di ricarica molto veloce. Gli attuatori di questo piano urbano hanno quindi pensato che il bus, date le numerose fermate che abitualmente compie, potesse essere il miglior mezzo di trasporto su cui applicare il sistema. Ovviamente queste batterie non sono particolarmente adatte ad alimentare le auto private, anche se sembrerebbe siano già stati costruiti dei prototipi.

Date queste premesse la Foton America ha quindi pensato di proporre la soluzione a Shanghai. Gli autobus urbani della città infatti sono costretti a sostare anche un paio di minuti alle fermate, a volte abbastanza ravvicinate tra loro, per permettere ai passeggeri di scendere e salire a bordo. È stato sufficiente quindi non rivoluzionare le infrastrutture, ma semplicemente trasformare le fermate con delle stazioni di ricarica.

Ma c’è più, tant’è che queste “mini-isole di rifornimento” sono tutte dotate di pannelli fotovoltaici, aspetto quest’ultimo che praticamente rende autonomo il sistema energetico del percorso urbano e annulla le emissioni di gas a effetto serra. Capitolo costi. Per far muovere un autobus simile, fanno sapere i responsabili della Foton America, sembra sia necessario un decimo dell’energia necessaria per far circolare un normale bus a diesel, con un risparmio di 200.000 dollari di carburante, calcolato per il ciclo di vita di ogni veicolo.

Insomma, dopo gli ingenti investimenti per adeguare il sistema urbano a questi sistemi di ricarica, il ritorno economico dovrebbe essere garantito, ma per avere delle risposte certe a questo dubbio dobbiamo aspettare forse qualche anno e osservare se realmente nella città ci sarà un potenziamento del servizio anche ad altre linee, aspetto quest’ultimo indicatore di convenienza economica.

Ma l’esame finale non riguarderà solo i costi, perché bisognerà lavorare anche sugli evidenti limiti tecnici. Dovranno infatti essere inevitabilmente migliorate l’accelerazione dei mezzi (abbastanza debole) e l’autonomia che si abbassa sino al 35% nel momento in cui si accende l’aria condizionata.

Via | Sinautecus.com
Foto | Flickr