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Il mercato europeo delle quote di CO2 costa ai consumatori italiani 3 miliardi di euro all’anno

4 novembre 2009 0 commenti

Emissioni di Co2Il mercato europeo Ets, ovvero il meccanismo di scambio di quote di CO2 messo a punto dall’UE per raggiungere gli obblighi comunitari del Protocollo di Kyoto, avrebbe dei costi spropositati per l’Italia. A confermarlo è uno studio che sottolinea come il prezzo da pagare per i consumatori italiani si sia aggirato, solamente per l’anno 2008, sui 3 miliardi di euro. Lo studio, il cui titolo è “The expensive failure of the European union Emissions trading scheme”, è stato condotto dalla società di ricerca “TaxPayers’ alliance”.

La ricerca stima i costi dello schema di controllo delle emissioni negli anni scorsi sulla base di alcune ipotesi in relazione alle modalità di trasferimento di questi extracosti ai consumatori. Il dato emerso per l’anno 2008 indica chiaramente che i consumatori italiani hanno dovuto sostenere una spesa che a livello europeo ha un peso significativo.

In sostanza si tratterebbe di un equivalente di circa 185 euro a persona nei paesi soggetti all’Ets, da quando cioè è nato il mercato, con una media 46 euro all’anno. Tutto ciò a dispetto del collasso dei prezzi durante il 2007, quando divenne chiaro che i permessi concessi rispetto alla domanda erano superiori alle attese. Alla luce di questi dati e da perfetto profano di nozioni di macroeconomia mi sorgono spontanei due dubbi.

Il primo riguarda il fatto che, dati gli obiettivi sempre più ambiziosi dell’UE, questi costi potrebbero aumentare; il secondo dubbio, ben più grave probabilmente, è invece il fatto che potremo trovarci a dover pagare una quota ulteriormente più alta rispetto ai nostri alleati continentali se lo Stato italiano continuerà ad avere poca attenzione alla politica della riduzione di emissioni.

Inutile allarmismo? Chissà, fatto sta che se le istituzioni non affronteranno in maniera seria questo problema potremmo rischiare di sobbarcarci in futuro dei costi davvero enormi; costi che rischierebbero di entrare in conflitto con la ripresa economica, tema che deve essere considerato come priorità politica assoluta per il rilancio del Paese.

Via | Taxpayersalliance.com
Foto | Flickr