Cambiamenti climatici: dopo l’Africa anche il Bangladesh batte cassa
Dopo le richieste di indennizzo da parte dell’Africa per i danni ambientali legati ai cambiamenti climatici questa è la volta di un altro Stato in via di sviluppo. Si tratta del Bangladesh (altra nazione ad alto rischio per quel che riguarda le conseguenze del riscaldamento globale), la quale recentemente ha fatto richiesta di dieci miliardi di dollari (6,7 miliardi di euro) per i prossimi quattro anni in modo da poter affrontare condizioni climatiche estreme quali siccità, inondazioni ed uragani.
L’allarme e la relativa richiesta di denaro sono stati lanciati dal Ministro dell’Ambiente del Bangladesh, Hasan Mahmud, che sottolinea come il suo Paese si trovi nella imbarazzante condizione di dover rispondere in prima linea per colpe non commesse. Stiamo pagando, sottolinea Hasan, il prezzo delle emissioni di gas serra dei Paesi industrializzati senza la minima responsabilità.
Il governo del Bangladesh, al momento, ha presentato una richiesta dal valore indicativo di cinque miliardi di dollari (3,4 miliardi di euro) la quale dovrà essere discussa al prossimo vertice del clima in dicembre a Copenaghen. Questa cifra, fa notare il Ministro, è comunque insufficiente in quanto dobbiamo reperire risorse economiche che nei prossimi quattro anni ci permettano di raggiungere almeno il doppio delle risorse economiche; in questo modo potremo meglio fronteggiare gli effetti che inevitabilmente nei prossimi decenni subiremo.
Ci tengo a far sapere, continua il ministro dell’Ambiente, che questi primi fondi sarebbero necessari solamente per avviare una serie di iniziative urgenti: dragare i fiumi, costruire alcune dighe, sistemare le strade, costruire vie d’uscita e rifugi, piantare alberi lungo la costa. Insomma, a giudicare da queste dichiarazioni sembrerebbe che al prossimo vertice sul clima ci saranno inevitabilmente tante questioni spinose da risolvere.
Siamo di fronte ad una riscossa dei più poveri del pianeta? Cosa succederà però, ci chiediamo, se altri Paesi avanzeranno simili proposte? In considerazione di ciò forse non ha poi tutti i torti chi afferma che Copenaghen sarà una tappa nella quale si baderà più a non farsi male che non a proporre qualcosa di davvero costruttivo.
Via | Publico.pt
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