Stop ai Cip6. Sarà la volta buona?
La notizia è di quelle positive, ma forse ancora da valutare con estrema attenzione. Trionfalismi a parte, poche ore fa, in un comunicato il Ministro Scajola ha dichiarato come gli incentivi Cip6/92 finiranno a partire dal 2010. Con la chisura di questo meccanismo, rimarca Scajola, si avrà finalmente una boccata d’aria per i consumatori sui quali ricadevano i maggiori oneri per questo tipo di finanziamento.
I Cip6/92, per chi non fosse a conoscenza di quest’argomento, è una triste storia all’italiana iniziata nel 1992. Sembrerebbe nascere sotto i migliori auspici avendo l’intento di sovvenzionare i produttori di energia elettrica da fonti rinnovabili, ma si trasforma in realtà in un aiuto economico rivolto soprattutto agli inceneritori e impianti di raffinazione.
Il regime che era stato stabilito nel 1992 non è più efficiente rispetto all’odierno mercato liberalizzato e grava sui prezzi dell’elettricità di tutti i consumatori. Il decreto attuativo, come annunciato da Scajola, prevederà quindi una risoluzione facoltativa delle convenzioni in essere con il Gse, altrimenti in scadenza negli anni successivi fino al 2020, salvaguardando la continuità delle produzioni energetiche connesse a processi industriali.
L’attuazione di quanto previsto dalla legge rappresenterà, sottolinea il ministro, quindi un importante passo verso un mercato dell’energia con prezzi sempre più competitivi e trasparenti e a supporto di nuovi investimenti e della ripresa economica. Complessivamente, in relazione all’anno 2010, la capacità produttiva riconducibile agli impianti potenzialmente interessati al provvedimento ministeriale si attesta intorno ai 3.300 Mw, ovvero l’80% del totale dell’energia incentivata dal Cip6.
L’attuazione del decreto, sottolinea infine il Ministero dello Sviluppo economico, porterà alla possibile uscita dalla produzione di energia di quegli impianti meno efficienti, consentendo al sistema elettrico di utilizzare risorse per una maggiore competitività a beneficio dei prezzi dell’energia elettrica. Ma il punto focale è questo che segue.
Scajola infatti dichiara che ai produttori che aderiranno volontariamente alla risoluzione anticipata saranno riconosciuti corrispettivi tali da contenere gli oneri che graverebbero sui consumatori, cittadini ed imprese, nel caso le convenzioni andassero a scadenza naturale, pur nel rispetto degli investimenti effettuati.
Come giudicare queste dichiarazioni? Se si può essere abbastanza ottimisti in quanto sembra siano previste le risoluzioni migliori, è anche vero che nello specifico ancora non se ne conoscono i metodi. Attendiamo novità a proposito, nella speranza possa chiudersi una volta per tutte e senza nessuno strascico per i consumatori questa buia pagina italiana in tema di rinnovabili e se ne possa davvero aprire una nuova.
Via | Lanuovaecologia.it
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