Tuvalu fa sospendere per alcune ore il vertice di Copenaghen
Tempo fa parlammo di Tuvalu e della questione legata al fatto che gli effetti dei cambiamenti climatici l’avrebbero resa area ad altissimo rischio. In virtù di ciò riportammo notizia di come il governo locale stesse chiedendo asilo ambientale ai Paesi più sviluppati.
A distanza di tempo sembra proprio che gli animi non si siano calmati, tanto che ieri il piccolo Paese del Pacifico (pensate che Tuvalu è costituito da nove piccoli atolli e appena undicimila abitanti) ha richiamato l’attenzione rendendo necessaria la sospensione della seduta ufficiale del vertice di Copenaghen per diverse ore.
Motivo di tale presa di posizione il fatto che Tuvalu (così come un’associazione di altri 42 Stati insulari) avrebbe rimarcato come gli impegni da parte dei Paesi industrializzati e di quelli in via di sviluppo non siano abbastanza ambiziosi. Tuvalu e l’Alleanza degli Stati insulari (AOSIS) chiedono infatti di limitare l’aumento della temperatura globale di un grado e mezzo, mentre la maggior parte dei membri al vertice ha come obiettivo i due gradi.
Con l’aumento di 0,8 gradi registrato nel secolo, fanno notare i rappresentanti di Tuvalu, l’aeroporto locale è già a serio rischio di inondazione. Questa nostra linea, concludono gli stessi, non è però supportata da tutti i Paesi in via di sviluppo tanto che Brasile, Cina e Sudafrica, per loro questioni, si sono chiaramente dissociati dalla nostra linea.
Insomma si tratta di una questione spinosa e neppure di poco conto se si pensa a come un aumento di pochi gradi potrebbe compromettere seriamente i precari equilibri ambientali. A tal proposito il presidente della conferenza, il ministro danese Connie Hedegaard, ha invitato tutti gli Stati membri a riflettere sul tema. Basterà?
Via | Publico.it
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