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Via il polistirolo: è arrivato EcoCradler

12 dicembre 2009 0 commenti

Costruzioni in polistiroloTitoli trionfalistici a parte vorrei segnalare questo prodotto che si propone, qualora la sua diffusione prenda piede, come una novità in campo ambientale davvero interessante. Si tratta in sostanza di un materiale costituito da un mix di scarti vegetali che potrà sostituire il polistirene più comunemente noto come polistirolo. EcoCradler (questo il suo nome) è già in produzione negli Stati Uniti.

A sentire chi lo ha provato sembrerebbe che abbia le stesse identiche proprietà del polistirolo sintetico. Dal sito emerge inoltre che può essere tranquillamente prodotto con gli scarti della biomassa, ma è ovvio che questo discorso potrebbe reggere solo sino ad un certo punto in quanto l’eventuale aumento della domanda potrebbe (e sottolineo potrebbe) far cadere questa certezza.

Il prodotto è comunque interamente biodegradabile e il processo produttivo non produrrebbe grandi emissioni di CO2. In questa prima fase di lancio del materiale si sta utilizzando come materia prima i baccelli dei semi del cotone e pula dei cereali, i quali vengono poi mescolati al micelio dei funghi. Quest’ultimo, crescendo, è capace di decomporre i resti organici. Dopo sette giorni a temperatura ambiente e al buio diventa un materiale leggerissimo, compatto e resistente al calore.

L’unico svantaggio di EcoCradler è il fatto che si decompone più di quanto non avvenga al polistirolo, soprattutto a contatto l’acqua o l’umidità. Un eventuale utilizzo di questo materiale presuporrebbe quindi maggiori attenzioni nel trasporto e nello stoccaggio, molto di più di quanto accade per il polistirolo.

Capitolo costi. Sembrerebbe che quelli di EcoCradler siano comparabili a quelli del polistirolo, con il vantaggio che per la sua messa a punto si impegherebbe un decimo dell’energia e con essa una drastica riduzione nelle emissioni.

Dalla presentazione la convenienza economico-ambientale appare certa; ciò che manca è ora stabilire come risponderà il mercato, anche se, per quanto già sta avvenendo negli Stati Uniti, pare proprio vi sia.

Via | Ecovativedesign.com
Foto | Flickr