IL NUOVO STADIO ECOLOGICO
La proposta di legge sugli stadi di proprietà e la possibile candidatura italiana agli Europei di Calcio del 2016 hanno scatenato il dibattito sui nuovi stadi. Quasi ovunque vengono presentate proposte di nuovi stadi del tipo “Independence Day”. L’astronave aliena questa volta non sospesa nel cielo americano, ma atterrata in qualche luogo sperduto della nostra campagna. Lontana dalla città e circondata da immensi parcheggi e provvista, ovviamente, di un ipermercato annesso con, ovviamente, adeguato immenso parcheggio.
Così, mentre le varie amministrazioni comunali, provinciali e regionali si apprestano a varare le ennesime giornate a targhe alterne e le domeniche senz’auto, nello stesso tempo, come in preda a un delirio schizofrenico, le stesse amministrazioni pensano di approvare progetti di nuovi stadi sub-urbani, di nuovi ipermercati sub-urbani circondati da immensi parcheggi e generatori di impressionanti volumi di traffico e d’inquinamento.
20 anni dopo. Viviamo sempre immersi, come per un fatale incantesimo, all’interno di un romanzo di Dumas. Non ci accorgiamo che, proprio negli Stati Uniti, siamo passati a una nuova generazione di stadi. Gli stadi eco-urbani. Non più astronavi “aliene” atterrate “in-the-middle-of-nowhere” ma stadi immersi nel tessuto della città. Possibilmente in centro. Serviti da un efficiente sistema di trasporto pubblico. Raggiungibili a piedi e circondati da negozi, ristoranti, appartamenti, uffici, palestre, luoghi e attività urbane accessibili da tutti, provvisti, o meno, di automobile.
Una vera e propria rivoluzione copernicana. L’elenco è lunghissimo e lo si può trovare sulla pagina di ECCN dedicata ai nuovi eco-stadi compatti: http://www.ecocompactcity.org/Stadium/Stadium.html
Dai due nuovi stadi di New York City, lo Yankee Stadium degli Yankees campioni del mondo 2009 e il Citi Field dei rivali Mets, all’AT&T Park dei Giants di San Francisco, dal nuovo stadio dei Marlins di Miami al Coor Field di Denver, dal Comerica Park di Detroit ai due nuovi stadi di Minneapolis, dal Nationals Park di Washington D.C. al Safeco Field di Seattle.
Una nuova generazione di eco-stadi ispirati ai criteri della Eco-Compact City. Una città con un preciso limite che rispetta la natura, che occupa la minore quantità di territorio possibile con una corretta densità che permette l’introduzione di un efficiente sistema di trasporto pubblico e la sicurezza data dalla presenza della gente nelle strade e nelle piazze ricche di attività commerciali diffuse.
Per una volta, dopo aver scimmiottato MacDonald’s e Burger King, è tempo di guardare oltre-Atlantico e adottare anche noi un sistema urbano dove l’uso dell’automobile diventa una scelta e non una fatalità.