DA COPENHAGEN ALLA CITTA’ COMPATTA
Il grande giorno è arrivato. Inizia la Conferenza che dovrà invertire la rotta e iniziare un percorso virtuoso di riconciliazione tra l’uomo e ambiente. La coscienza che il vecchio modello auto-centrico non è più sostenibile si sta diffondendo sempre più. Il mondo di oggi è radicalmente diverso da quello che vide, all’inizio degli anni 20 del secolo passato, affermarsi le teorie della sub-urbanità e della dispersione. Il mondos embrava un terriotrio da conquistare, dove disperdere costruzioni in zone rigidamente separate le une dalle altre. Funzionalmente omogenee si diceva. Una zona per abitare, una zona per lavorare, una zona per divertirsi, una zona per mangiare, una zona per studiare, una zona per praticare lo sport, etc. E il tutto collegato da immense autostrade percorse da migliaia di automobili alimentate da un petrolio disponibile all’infinito.
Così è stato costruito il mondo che oggi abitiamo. E si è creata, scientificamente la periferia e l’inquinamento. La periferia soft, quella che chiamiamo sub-urbia, e quella hard, quella che riconosciamo come slab-urbia. La prima disperde nel territorio simpatiche casette con o senza piscina annessa, la seconda innonda il paesaggio di casermoni a torre o a stecca.
Entrambe prive di qualunque spazio di relazione a scala umana. Niente strade con negozi o piazze, ma solo spazi verdi abbandonati dove nessuna madre dotata di buon senso lascia i suoi figli giocare. Nessuna piazza ma tante autostrade. Con o senza pedaggio. Tutte prive di marciapiede. Un disastro ambientale senza precedenti. La gente abita la periferia e deve prendere l’automobile per fare qualunque cosa. Per portare a scuola i figli, per fare la spesa in immensi ipermercati anch’essi periferici e circondati da immensi parcheggi. La gente esce di casa e, scientificamente, inquina. Inquina perchè deve usare l’automobile per fare qualunque cosa. Non perchè la gente sia stupida, ma perchè il territorio è stato pianificato, scientificamente, per favorire lo spostamento. Inquina perchè lo sviluppo del territorio è stato pensato solo in funzione dell’automobile. La città avanisce e, al suo posto, compare una forma tumorale che non è città e non è campagna. Una cellula impazzita che divora sia l’ambiente naturale sia quello costruito.
Il Comune di Bologna è passato, dal 1971 ad oggi da 500.000 abitanti a 373,000. Ha perduto, cioè, una popolazione pari a quella di una città come Ferrara. Ha perduto abitanti e, quindi, contribuenti. Nello stesso periodo la sua superficie urbanizzata è cresciuta da 5.000 a 9.000 ettari!
Se la stessa cosa fosse accaduta in un’impresa privata sarebbe già alla bancarotta. Ha perduto il 20% delle proprie entrate e ha aumentato le proprie spese del 100%. E ha distrutto la bella campagna rendendo difficilissimo, oggi, costruire una rete di trasporto pubblico efficiente data l’enorme dispersione della popolazione.
E’ questa una tragica fatalità? Una conseguenza inevitabile?
No. E’ la conseguenza della scelta di un sistema di pianificazione basato esclusivamente sull’automobile, la periferia e l’ipermercato. Una città delle stesse dimensioni demografiche come Bilbao ha oggi una superficie urbanizzata di meno di 2.000 ettari. Meno di 1/4 di Bologna. Bilbao è una città compatta dove centro e periferia presentano le stesse caratteristiche morfologiche. Isolati compatti di 6-7 piani con negozi al piano terra, piazze e ampi marciapiede. Si può fare tutto a piedi a Bilbao. E ci sono anche una nuova metropolitana e un elegante tram.
D’altra parte, la stessa superficie urbanizzata del Comune di Bologna, 9.000 ettari, coincide con la superficie del Comune di Parigi che ospita, però, 2.150.000 abitanti.
Uno sviluppo alternativo è quindi possibile. E’ possibile ridurre significativamente le emissioni di CO2 e l’inquinamento costruendo una città compatta che limiti la sua estensione, preservi l’ambiente naturale e consenta ai cittadini di muoversi a piedi o usando un efficiente sistema di trasporto pubblico all’interno di una città bella come Parigi.
Non esiste più alcuna giustificazione.
Scegliere la città compatta è oggi possibile.