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ROTTAMIAMO LE PERIFERIE

17 dicembre 2009 0 commenti

Leon Krier ce lo ha spiegato chiaramente. Se, uno Tsunami selettivo, colpisse in tutto il mondo le parti di città costruite prima del 1945 e le cancellasse, la perdita per l’umanità sarebbe enorme. Incalcolabile.
Se invece, un analogo Tsunami colpisse, in tutto il mondo, le parti di città costruite dopo il 1945 e le cancellasse, il paesaggio migliorerebbe. Sensibilmente.
Infatti, le parti di città costruite dopo il 1945 sono le peggiori che l’uomo abbia mai costruito nel corso della sua storia millenaria. Sono le orrende periferie “hard” di Slab-Urbia. Sono il Corviale di Roma, il Gallaratese di Milano, il Pilastro di Bologna, le Lavatrici di Genova, il Gallaratese di Milano, le Vele di Napoli, lo Zen di Palermo. Ma anche le Banlieues de l’Ile de France: la Corneuve, Ivry, Evry, Noisy-le-Grand…Il Markisches Viertel di Berlino, Campo Grande a Lisbona.
Un disastro ambientale senza pari. Enormi colate di cemento. Scatoloni dove sono sono ghettizzate decine di migliaia di persone. Decine di milioni alla scala europea. Centinaia di milioni dato che la periferia rappresenta oggi il 70% del territorio urbanizzato delle città europee.
Luoghi costruiti secondo principi astratti derivati dalle ideologie totalitarie degli anni 20 del secolo passato. Si voleva costruire l’Uomo Nuovo. Si è tentato di farlo e ci si è quasi riusciti. I risultati sono stati i Campi di Concentramento, i Gulag, e, in architettura, le periferie.
Un disastro epocale dal quale, fortunatamente, in politica l’Europa è uscita negli ultimi anni del XX secolo, ma in architettura no. Le periferie hard del secolo passato sono ancora in piedi e, anzi, si continuano a costruire.
E’ tempo di cambiare.
La conferenza di Copenhagen può segnare un punto di svolta. Può essere l’inizio di un percorso virtuoso che trasformi le orrende periferie moderniste in eco-quartieri urbani sostenibili. Come?
Avendo il coraggio di demolirle e di imparare dalle più innovative esperienze di rigenerazione urbana. Oggi, infatti, sono decine e decine i ghetti periferici demoliti e ricostruiti sotto forma di quartieri urbani integrati. In Francia, teatro nel 2005 della rivolta delle BANLIEUES, letteralmente i”non luoghi”, è stata avviata una politica nazionale di rinascimento urbano. Esiste una legge nazionale e un’agenzia: l’ANRU. Agence Nationale pour la Renovation Urbaine. Sul suo sito si trovano i vari Grands Ensembles degli anni 60 e 70 del secolo passato oggi demoliti: www.anru.fr
Esiste oggi un’alternativa eco-sostenibile e si può trasformare l’enorme problema delle periferie in risorsa. Si può avviare anche in Italia una gigantesca operazione di ROTTAMAZIONE DELLE PERIFERIE. Incentivando la demolizione e la costruzione di nuovi eco-quartieri urbani integrati secondo i principi della eco-Città Compatta: www.ecocompactity.org
Con la Rottamazione delle Periferie si può avviare anche in Italia una stagione felice di Rinascimento Urbano, eliminare il più grande disastro ambientale degli ultimi 50 anni, generare sviluppo e posti di lavoro e, soprattutto, dare un segno di speranza per i disgraziati abitanti di questo eco-mostro a scala europea.