Home » Gabriele Tagliaventi »

DAI GRATTACIELI ALLA CAMPAGNA. ABBANDONARE DETROIT?

5 gennaio 2010 0 commenti

Sembra un’utopia.

Abbandonare gli enormi scatoloni meccanizzati simbolo dell’era industriale. Dell’uso intensivo dell’ascensore, dell’aria condizionata, dell’elettricità. I grattacieli simbolo del consumo energetico e la civiltà dell’auto. In breve Detroit.
Sembra un’utopia immaginare di abbandonare questo vecchio mondo e ritornare alla natura. All’agricoltura. Eppure è realtà. La notizia arriva dal Chicago Tribune:

http://www.chicagotribune.com/business/chi-sun-detroit-farms-0103jan03,0,6384791.story
Gli imprenditori e il sindaco di Detroit stanno pianificando la trasformazione della metropoli, o di quello che ne resta, in un’area agricola.
Più di 2.000 ettari nel cuore della metropoli dell’auto saranno riconvertiti per usi agricoli!
D’altra parte, è sufficiente guardare uno dei tanti video disponibili su U-Tube per rendersi conto del disastro di Detroit:

http://www.youtube.com/watch?v=0JbGxIR8JTk&feature=rec-fresh+div-r-2-HM
La città NON esiste più.

E’ stata trasformata in un gigantesco set di un film di fantascienza tipo ROBOCOP.
Dai 2.200.000 di abitanti degli anni 60 del secolo passato siamo arrivati a 600.000. E se si guarda bene su Google earth si scopre che il centro della città è pieno di aree verdi. Sembra una buona notizia ma non lo è. Le aree verdi sono quello che resta d’interi isolati urbani completamente demoliti. Gli abitanti se ne sono andati e la polizia demolisce gli difici per evitare che diventino covi di bande criminali.
E’ la tecnica della “terra bruciata”. Si demoliscono le rovine epr evitare che diventino luoghi adatti per tendere imboscate. Come accade in Iraq.
Detroit è, sicuramente, il più grande disastro ambientale, sociale, economico del XX secolo. Una città che non esiste più. Creata per l’automobile quando si pensava ingenuamente che il mondo del petrolio sarebbe durato in tereno, la metropoli non ha resistito alla crisi dell’auto. Le gigantesche infrastrutture costruite negli anni 50 e 60 del XX secolo per una città di 3.000.000 di abitanti sono oggi in rovina. Costituiscono los cenario di film di fantascienza che beneficiano di un set gratuito dove girare scene di un futuro da incubo.
Possiamo imparare da Detroit.
I grattacieli abbandonati, le strade deserte, le autostrade in rovina, le fabbriche abbandonate.
Prima di ripetere, magari in picoolo, gli errori di chi ha costruito una città per l’auto dissanguando le casse comunali e statali e si ritrova oggi con un deserto di rovine in mano alla criminalità, possiamo fermarci a riflettere e cercare opzioni alternative.
L’alternativa, altrimenti, sarà un inevitabile declino, l’abbandono e, domani, forse, di nuovo la campagna.