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IL PRINCIPE VINCE UN ALTRA BATTAGLIA PER UNA CITTA’ A MISURA D’UOMO

28 aprile 2010 0 commenti
IL NUOVO QUARTIERE URBANO DI CHELSEA BARRACKS A LONDRA

IL NUOVO QUARTIERE URBANO DI CHELSEA BARRACKS A LONDRA

Doveva essere la solita serie di torri vetrate, grattacielozzi si acciaio e vetro sperduti nel mezzo di un verde di risulta. Il solito progetto nostalgico degli anni 60 del secolo passato. Il solito omaggio alle utopie fallimentari del XX secolo e il solito scempio di un contesto urbano dove corpi estranei s’incuneavano senza alcun rispetto per le forme, i rapporti, i materiali, le caratteristiche di un ambiente urbano.

L’area di Chelsea Barracks doveva fare la stessa fine di tante aree di Londra o della banlieue attorno Parigi, o attorno a Roma, o attorno a Milano.  Il centro di Londra doveva essere stravolto, ancora una volta, dall’ennesimo scempio nell’indifferenza generale.

Invece, per una volta, qualcosa è andato storto. Nonostante il progetto per le torri di vetro fosse firmato da Lord Rogers of Riverside, il Principe di Galles ha iniziato una battaglia per salvare Chelsea e proporre un’alternativa urbana, eco-compatibile, a misura d’uomo.

Ha scritto nel 2009 al Chairman di Qatari Diar, la società immobiliare proprietaria dell’area, chiedendo di cambiare “lo schema brutalista” e di optare per un progetto di strade, piazze e isolati urbani tradizionali “a misura d’uomo” e rispettosi del contesto.

Non l’avesse mai fatto!

Si è scatenato subito l’inferno mediatico. La Repubblica, El Pais e altri quotidiani europei hanno iniziato a pubblicare articoli contro “l’ingerenza del Principe” promossi dai vari amici di Lord Rogers. Gli altri architetti che iniziavano a sentirsi minacciati. Come si permetteva un Principe a invocare la possibilità di scegliere?

Non siamo mica in democrazia?

E, poi, magari, se si inizia ad affermare il principio secondo il quale i cittadini possono scegliere l’ambiente urbano in cui vivere chissà dove si va a finire! Come si fa a imporre ad assessori complessati e succubi del vetero-Modernismo scatoloni di vetro, acciaio e cemento? Come si fa a imporli identici dovunque in Europa?

Da Edinburgo a Palermo, da Lisbona a Mosca, da Berlino ad Atene…

Eppure, si sa, il Principe è testardo e una rivista inglese, Building Design, ha sponsorizzato un progetto alternativo a quello modernista di Lord Rogers. Non grattacielozzi vetro e acciaio, ma un quartiere tradizionale che s’inserisce in continuità e armonia nel contesto del centro di Londra. Poi, supremo scandalo, ha invitato i lettori a votare via internet e a scegliere tra il progetto Modernista di Lord Rogers e quello Tradizionale di Quinlan Terry.

E…il risultato è stato davvero simpatico.

Il 73% dei votanti ha scelto il progetto del quartiere tradizionale e rifiutato gli scatoloni.

Come normalmente accade quando i cittadini hanno la possibilità di scegliere e non sono costretti a sottomettersi alla dittatura della mafia modernista che impone, complici i soliti amministratori compiacenti, lo stesso scatolone in qualunque contesto, a qualunque latitudine, sotto qualunque cielo.

A questo punto, se avessimo avuto un’amministrazione pubblica sapremmo come sarebbe andata a finire. L’assessore avrebbe ringraziato l’autore del progetto modernista e detto che “la gente non capisce la qualità del modernismo di Lord Rogers”. La gente non capisce. Noi si e quindi ce ne freghiamo. Andiamo avanti con il vetero-Modernismo.

Invece, Qatari Diar ha organizzato un concorso inetrnazionale tra architetti e urbanisti tradizionali e modernisti e, pochi giorni fa ha annunciato il masterplan vincitore dello studio Dixon Jones, Squire and Partners and Kim Wilkie Associates.

Un nuovo quartiere urbano di 3 miliardi di sterline alla scala del centro di Londra, senza torri o grattacielozzi, ma con isolati urbani tradizionali e le tipiche piazze giardino londinesi: gli squares di Inigo Jones e John Nash.

Un ottimo progetto e una bella lezione per i nostri amministratori.

Grazie al Principe, per una volta, i cittadini hanno potuto scegliere e avranno l’ambiente urbano che desiderano.

Dio salvi il Principe !