LA VERA ARCHITETTURA ECOLOGIA E’ L’ARCHITETTURA TRADIZIONALE.
Ovviamente.
Ce lo ricorda l’Independent:
L’architettura tradizionale è migliore. E il Principe Carlo ha ragione.
Perchè?
Anzitutto, perchè è l’architettura che si basa sui materiali locali, che evita, quindi, i costi e l’enorme inquinamento, causati dalla produzione di materiali prefabbricati in un altrove a buon mercato (e, normalmente, ad alto tasso di sfruttamento umano) e il loro trasporto in città lontane migliaia di kilometri.
Perchè è l’architettura regionale, cioè quella che esprime i valori culturali, sociali, geografici, climatici, di un determinato ambito geografico che è sempre unico. E, nella sua unicità, contribuisce a creare un mondo più interessante perchè fatto di mille città, ciascuna con una sua architettura, i suoi materiali, i suoi colori.
Un mondo più ricco perchè fatto di mille diversità.
L’opposto del triste mondo standardizzato che le multinazionali della prefabbricazione cercano continuamente di propinarci secondo l’infame slogan degli anni 30 del secolo passato: “un solo popolo, un solo capo, una sola…architettura”.
No, l’architettura tradizionale esprime mille popoli, mille differenze, mille materiali, mille colori.
E permette una creatività responsabile.
Permette di costruire una grande città, una metropoli, anche, usando pochi materiali locali: il laterizio a Siena, la pietra calcarea dell’Oise a Parigi, il legno a Key West.
L’architettura tradizionale è basata sul senso di rispetto. Si rispetta il contesto, l’ambiente in cui si arriva, in cui ci si vuole inserire, e si fa di tutto per cercare di lasciarlo, una volta costruito, migliore di come lo si aveva trovato.
Rispetto, cioè seguire le regole, le altezze, i materiali, le usanze, le abitudini locali.
E la gente, in una società autenticamente democratica, ama questa architettura. Perchè la sente corrispondere alle proprie esigenze innate di armonia e bellezza.
Perchè sa che tradizione significa seguire una convenzione che funziona essendo aperti a qualunque innovazione che possa portare un vero miglioramento all’ambiente.
Il paradosso della modernità, come ci ricorda Bruce Anderson su The Independent, è che, oggi, ci vuole un Principe per ricordarci questa fondamentale importanza dell’architettura tradizionale nella costruzione di una città autenticamente ecologica. Cioè rispettosa dell’ambiente. Di quello naturale e di quello artificiale.
Il paradosso della modernità è che ci vuole un Principe per ricordarci che, esattamente come facciamo tutti i giorni quando possiamo scegliere in quale negozio andare a fare acquisti, quale vino bere, quale cibo mangiare, quale computer acquistare, allo stesso modo è fondamentale che i cittadini possano scegliere in quale ambiente vivere. Quale architettura costruire. Soprattutto quando s’impiegano soldi pubblici.
E le tristi immagini dei recenti scandali edilizi, Maddalena in primis, ci mostrano sempre la solita, vecchia, architetura brutalista…
La scelta dell’architettura è una scelta fondamentale.
L’architettura determina il mondo in cui viviamo e in cui vivranno i nostri figli. E’ una cosa troppo importante per lasciarla scegliere agli architetti. Riappropriamoci di questo diritto fondamentale!
Se non ci fosse, bisognerebbe inventarlo. God Bless the Prince !