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DOPO IL CORVIALE TOCCA A TOR BELLA MONACA?

23 agosto 2010 0 commenti
DEMOLIZIONE DELLE TORRI DI CORBEIL - ESSONES, FRANCIA 2006

DEMOLIZIONE DELLE TORRI DI CORBEIL - ESSONES, FRANCIA 2006

Non siamo ancora tornati dalle vacanze e, subito, troviamo un’interessante idea del sindaco di Roma.

Abbattiamo le torri di Tor Bella Monaca.!

Buona idea, sembra proprio che il progetto dell’Assessore alla Casa della Regione Lazio, Teodoro Buontempo, abbia fatto scuola.

Perchè, infatti, limitarsi a demolire lo steccone del Corviale? Tutta la periferia di Roma è infestata da torri e stecche che, dagli anni 70 del secolo passato, deturpano il panorama della città eterna e, soprattutto, avviliscono la vita dei suoi abitanti.

Dato che un recente articolo della CNBC ha mostrato chiaramente che i milionari americani vivono in meravigliose case tradizionali, tutte inserite armoniosamente all’interno del loro contesto regionale, tutte costruite con materiali locali, ecco che la domanda sorge spontanea. Se i “ricchi” possono permettersi di scegliere dove vivere e come vivere, se i “ricchi” possono permettersi di scegliere un’architettura regionale che consente loro di vivere agiatamente e al contesto urbano di crescere in armonia con i suoi canoni architettonici, ma allora, perchè mai la gente comune dovrebbe vivere dentro gli orrendi scatoloni del Brutalismo totalitario degli anni 70 del secolo che fu?

Un acuto osservatore come Nanni Moretti lo ha mostrato chiaramente in “Caro diario”. Roma era una bella città fino agli anni 60. Il disastro è arrivato dopo. Negli orrendi “anni di piombo”.

Ma il disastro è arrivato ovunque, non solo a Roma.

Tutte le città italiane sono state infestate dagli esperimenti del Brutalismo allora in voga.

P38 e Brutalismo…

Genova con le sue “Lavatrici”, Milano con il suo “Gallaratese”, Bologna con il suo “Pilastro”, Napoli con le sue “Vele”, Palermo con il suo “ZEN”…e l’elenco sembra non finire mai.

E, invece, questi tristi casi di fallimento architettonico, economico e sociale, sembra stiano davvero finendo in gran parte del mondo. Non si fanno più negli Stati Uniti. Si demoliscono allegramente in Francia e Gran Breatgna.

Ora, sembra venuto il momento anche dell’Italia.

Un plauso, allora, al sindaco di Roma. Anzi, un mezzo plauso perchè esita ancora sul Corviale. Abbia più coraggio, si liberi dalla paura delle vecchie mummie brutaliste e collabori con l’Assessore Buontempo alla nuova stagione del Rinascimento Urbano italiano.

I cittadini gliene saranno grati.