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IL MINISTRO HA RAGIONE SULLE PERIFERIE MA CI VUOLE UNA BIENNALE DELLA BELLEZZA

27 agosto 2010 0 commenti
DEMOLIZIONE DELLE TORRI DELLA PERIFERIA DI BIRMINGHAM-1

DEMOLIZIONE DELLE TORRI DELLA PERIFERIA DI BIRMINGHAM-1

 

DEMOLIZIONE DELLE TORRI NELLA PERIFERIA DI BIRMINGHAM-2

DEMOLIZIONE DELLE TORRI NELLA PERIFERIA DI BIRMINGHAM-2

Il Ministro della Cultura Sandro Bondi ha ragione sulle periferie.

Bisogna fare qualcosa.

Anche quelle padane sono orrende.

Dopo il grido d’allarme dell’assessore della Regione Lazio Teodoro Buontempo sul Corviale e l’annuncio del sindaco di Roma Gianni Alemanno di voler demolire le torri e le stecche di Tor Bella Monaca, la presa di coscienza sullo stato delle periferie italiane si sta diffondendo sempre più.

Anche il sindaco di Milano pare riconosca il problema.

Prima di tutti lo ha detto Adriano Celentano e nessuno sembrava volerlo ascoltare.

Oggi, invece, sembra che si cominci ad accorgersi del problema.

Bisogna fare qualcosa.

Bisogna demolirne gran parte, non c’è dubbio, ma bisogna soprattutto avviare una grande Riforma della periferia italiana. Una Riforma che assuma i caratteri della Città Italiana come fondanti del nuovo progetto e non ideologie fallimentari come quelle che hanno prodotto i “mostri” di Corviale, Tor Bella Monaca, e compagnia bella.

I caratteri della Città Italiana universalmente riconosciuti: il quartiere a misura d’uomo, le strade con negozi, le piazze, le corti verdi, la chiara riconoscibilità dello spazio pubblico e di quello privato.

Infatti, è importante ricordare al Ministro Bondi che non può essere la Biennale di Venezia a proporre soluzioni perchè, come ha lucidamente chiarito uno degli urbanisti più sensibili, Nikos Salingaros, la Biennale è gestita dalla stessa casta, la stessa setta che ha generato il disastro delle periferie.

Questa setta ha un nome. E’ la setta della vecchia architettura modernista. E i suoi adepti sono gli eredi dell’ultima delle ideologie che hanno infestato il secolo passato: Comunismo, Fascismo, Nazional-Socialismo.

Tutti -ismi nati negli anni 20 del Novecento.

Le idee di Le Corbusier sull'”Unité d’Habitation” che hanno ispirato il Brutalismo delle periferie “hard” degli anni 70 – e generato migliaia di Unità d’abitazione ovunque in Europa- sono coeve e figlie dello stesso humus culturale che ha partorito le guerre di sterminio, i campi di concentramento, gli orrori del XX secolo.

Le periferie brutaliste sono l’immagine fisica di un malessere sociale, culturale e politico che ha infestato il vecchio continente nel “secolo delle idee assassine”, per citare il titolo di un famoso libr0.

Le periferie brutaliste fanno schifo non perchè sono state costruite da speculatori edilizi, ma perchè sono state concepite, progettate, disegnate per fare schifo.

Per rompere con la cultura borghese, la cultura della città, per rompere con la città.

E, possiamo dire, lo hanno fatto egregiamente…

Solo che, oggi, tutti gli -ismi del secolo passato sono scomparsi travolti dai loro tragici fallimenti. Il solo che rimane, tenacemente attaccato al potere nelle scuole di architettura e nelle varie Biennali, è quello del modernismo architettonico.

Solo che, oggi, in queste periferie vivono milioni di persone che non hanno la possibilità di scegliere tra il vivere dentro un esperimento fallimentare di architettura brutalista e il vivere all’interno di un eco-quartiere urbano ispirato ai migliori esempi della città italiana.

Per questo, è importante ricordare al Ministro Bondi che la soluzione al problema delle periferie italiane non può certo venire dalle varie Biennali che ripetono, stancamente, lo stesso, stanco, rituale di adorazione dei vecchi maestri del Novecento.

Come diceva Albert Einstein, “non è mai intelligente aspettarsi la soluzione di un problema da chi quel problema lo ha generato”…

Ci vuole una Biennale differente per proporre soluzioni.

Ci vuole una Biennale della Bellezza che avvii una grande riconciliazione tra l’Architettura e la Città.

Una Biennale che metta al centro della riflessione l’Uomo e non più la Macchina adorata cento anni fa.