Home » Gabriele Tagliaventi »

LA NUOVA ECO-CITTA’ DEL PRINCIPE. UNA LEZIONE DI DEMOCRAZIA

22 febbraio 2011 0 commenti
LA NUOVA CITTA' DI POUNDBURY, DORSET, 1988-2011

LA NUOVA CITTA' DI POUNDBURY, DORSET, 1988-2011

Ancora una volta il Principe di Galles ci da una lezione di democrazia.

Dopo il successo della costruzione di Poundbury, la nuova città di Sherford sarà realizzata nel Devon, nella costa sud-occidentale dell’Inghilterra e ospiterà, a termine, 12.000 abitanti. Una seconda città interamente pianificata e costruita nel giro di 20 anni.

Per un “visionario” si tratta di uno score non trascurabile.

Come Poundbury, Sherford sarà una città modello. Con un limite urbano molto preciso, con una struttura urbana tradizionale e una concezione marcatamente ecologica. Una eco-città compatta con edifici non più alti di 5 piani.

Solo materiali tradizionali, locali. Colori tradizionali, forme tradizionali in base al principio che, per inserirsi organicamente in un ambiente, occorre adottare le regole strutturali dell’organismo. Il suo DNA.

Architettura del Devon nel Devon, architettura scozzese in Scozia, architettura toscana in Toscana, architettura provenzale in Provenza, architettura andalusa in Andalusia, architettura bavarese in Baviera, architettura scandinava in Scandinavia, architettura siciliana in Sicilia, architettura basca nei Paesi Baschi, etc.

Un principio semplice.

Ecologico e razionale. Comprensibile.

Ogni casa sarà venduta con in dotazione una bicicletta e un generatore elettrico di tipo eolico. E il 75% delle case avrà pannelli solari.

Ogni casa sarà in stile locale: georgiano.

Ecco la grande innovazione!

Non UFO piovuti da un pianeta alieno, ma case costruite secondo le regole della tradizione locale. Con materiali locali che hanno dato prova di adattamento al clima e all’ambiente nel corso di secoli.

Case costruite secondo un principio di durate nel tempo. Non secondo logiche consumiste di corto respiro.

Eppure, la seconda città del Principe “visionario” sarà realizzata con la partecipazione di un pool di società immobiliari private e il contributo della Royal Bank of Scotland.

Visto il successo della prima città, Poundbury, non è stato difficile per il Principe convincere imprenditori e immobiliaristi.

Le nuove città tradizionali si vendono benissimo.

E, in più, sono città costruite rispettando la volontà della gente che preferice vivere in città tradizionali, in edifici in stile tradizionale.

Aspettiamo con ansia che i politici e gli amministratori pubblici italiani restituiscano ai cittadini il diritto di scegliere l’ambiente in cui vivere. L’architettura in cui vivere.

Un sacrosanto diritto democratico. Un po’ più importante che scegliere il detersivo al supermercato.