Home » Gabriele Tagliaventi »

CRISI DI UNA CITTA’, CRISI POLITICA, CRISI ECONOMICA. IL CASO ESEMPLARE DI BOLOGNA

7 marzo 2011 0 commenti
CONFRONTO ALLA STESSA SCALA TRA L'AREA URBANIZZATA DEL COMUNE DI NIZZA E QUELLA DEL COMUNE DI BOLOGNA, 2011

CONFRONTO ALLA STESSA SCALA TRA L'AREA URBANIZZATA DEL COMUNE DI NIZZA E QUELLA DEL COMUNE DI BOLOGNA, 2011

La notizia dell’aumento del prezzo del biglietto dell’autobus, da 1 a 1,20 euro -che diventano 1,50 se fatto a bordo-, ha provocato una specia di schock a Bologna. Non era mai successo. Il Resto del Carlino ha avviato una campagna per sensibilizzare i cittadini e aiutarli a reagire a questa nuova situazione di disagio.

A Bologna l’autobus aumenta del 20%, del 50% se si fa il biglietto a bordo, nella città che, alla metà degli anni 70 del secolo passato faceva viaggiare i suoi cittadini gratis!

1,20 euro, quindi più caro di Roma, Milano e, addirittura, Parigi.

E a Bologna, con 1,20 euro, si possono solo prendere lenti autobus, mentre a Roma e Milano si può scegliere tra autobus, tram e metropolitana e a Parigi…tra 14 linee di metropolitana con treni che passano ogni 2 minuti, oltre a tram e, naturalmente, autobus.

L’aumento schock del prezzo dell’autobus si accompagna alla decisione a cui è stata costretta il commissario Anna Maria Cancellieri di spegnere 1200 lampioni -v. la Repubblica del 14 gennaio 2011- per risparmiare 200.000 euro, oltre all’aumento delle rette degli asili.

E’ lo stato di crisi della città che viene dichiarato pubblicamente.

Crisi politica -Bologna è da un anno priva di un sindaco eletto e retta da un commissario inviato da Roma- crisi economica, crisi della città.

Negli anni 70 del secolo passato gli autobus erano gratis e ora, nel 2011 aumentano del 20% e costano più che a Parigi.

Già, ma nel 1971 la popolazione del Comune di Bologna sfiorava i 500.000 abitanti e la sua superficie urbanizzata, cioè quella costruita, quella delle strade che si devono asfaltare, riparare, presidiare, illuminare, era di 5.000 ettari.

Oggi, nel 2011, la popolazione del Comune di Bologna è di 379.000 abitanti e la sua superficie urbanizzata è di 9.000 ettari !

Gli stessi 9.000 ettari sui quali il Comune di Parigi ospita, oggi, 2.150.000 abitanti. Con 20 università, ministeri, musei e 7 stazioni ferroviarie.

Cioè, la popolazione di Bologna ha perduto 120.000 abitanti, l’equivalente della popolazione di Ferrara, mentre, nello stesso tempo, la sua superficie urbanizzata è aumentata di 4.000 ettari, si è quasi raddoppiata.

Cioè, se Bologna fosse un’impresa, potremmo dire che ha perduto 1/4 del suo budget e ha aumentato del 100% le sue spese.

Potrebbe reggere un’impresa in queste condizioni?

No, evidentemente.

Farebbe bancarotta.

Questo è quello che accade a Bologna. Bancarotta politica, economica e urbanistica.

40 anni di folle pianificazione urbanistica. Surreale.

Surreale soprattutto se confrontiamo Bologna con altre città delle sue dimensioni demografiche: Bilbao, Palma di Maiorca, Nizza.

Bilbao ha 356.000 abitanti su una superficie urbanizzata di 2.000 ettari, cioè su 1/4 di quella di Bologna.

Forse non è un caso che Bilbao abbia metropolitana e tram…

Palma di Maiorca ha una popolazione di 400.000 abitanti su una superficie urbanizzata di 7.500 ettari.

E Palma ha seconde case, hotels, etc.

Forse non è un caso che Palma di Maiorca abbia oggi una metropolitana…

Nizza ha una popolazione di 347.000 abitanti su una superficie urbanizzata di meno di 5.000 ettari. Cioè sulla stessa superficie urbanizzata che Bologna aveva nel 1971.

Forse, non è un caso che Nizza abbia 2 linee di tram-metro oltre ad altre 2 in cantiere.

E Nizza ha anche il 25% del suo patrimonio immobiliare composto da seconde case, oltre a centinaia di hotels e un aeroporto internazionale che ha 3 volte i passeggeri di quello di Bologna. Oltre a un porto, spiagge, etc.

La crisi politica e quella economica del Comune di Bologna sono oggi diventati un caso di studio a livello internazionale.

Riuscirà la città a sopravvivere al Federalismo recentemente approvato?

La risposta sta nella capacità dei suoi amministratori di cambiare radicalmente la politica urbanistica, compattando la città, trasformando le sue periferie in eco-quartieri urbani, ri-urbanizzando un territorio oggi sprawllato come le peggiori aree sub-urbane americane, trasformando i suoi ipermercati circondati da immensi parcheggi in veri quartieri urbani accessibili pedonalmente. Rafforzando la rete del piccolo e medio commercio. Vero presidio economico e sociale di una sana città moderna.

La risposta sta nella capacità dei suoi amministratori di avviare una seria politica di Rinascimento Urbano che porti Bologna a raggiungere i 500.000 abitanti che aveva 40 anni fa rendendo finalmente possibile la realizzazione di un efficiente sistema di trasporto pubblico oggi palesemente insostenibile.