NIENTE PIAZZA PER L’ARCHITETTO NAZI. LO SCANDALO LE CORBUSIER E L’ARCHITETTURA TOTALITARIA DEL XX SECOLO
Prima o poi doveva accadere.
Il Comune di Zurigo ha rifiutato il
permesso di dedicare una piazza a Le Corbusier per le sue simpatie
verso il Nazismo.
Piuttosto imbarazzante.
Come si fa a dedicare una piazza a chi
ha lavorato due anni all’Ufficio Pianificazione del Regime di Vichy e
ha flirtato con tutti i dittatori del tempo: Stalin, Mussolini,
Hitler?
Già nel 2005 lo scrittore Daniel de
Roulet aveva chiesto alla Banca Svizzera di togliere il ritratto di
Le Corbusier dalla banconota da 10 Franchi (Le Point, 13/10/2005).
E, nel dicembre 2010, la banca UBS ha
deciso di cancellare tutta una campagna pubblicitaria basata
sull’immagine dell’architetto di La Chaux-de-Fonds per evitare
polemiche dovute al suo famoso antisemitismo.
L’imbarazzo è notevole e piuttosto
giustificato.
Anche l’UNESCO ha recentemente
rifiutato di includere edifici di Le Corbusier nella sua lista.
Il problema è che non abbiamo a che
fare con uno dei tanti architetti o scrittori collaborazionisti
durante la Seconda Guerra Mondiale.
Le Corbusier è uno dei massimi teorici
del Modernismo architettonico del XX secolo, i suoi libri sono in
tutte le biblioteche delle Facoltà di Architettura e di Ingegneria
europee e un numero enorme di docenti ha nei propri curricula
articoli e libri incensatori di quello che, oggi, si rivela essere
stato un cinico adulatore dei peggiori dittatori del secolo passato.
Quello che il critico del Washington
Post, Philipp Kennicott, ha definito “un mostro”.
Il libro di Nicholas Fow Weber -Le
Corbusier. A Life- (Alfred A. Knopf, New York 2008) ha fatto
ampiamente luce sugli aspetti oscuri del teorico del Modernismo che,
dopo il bombardamento della città di Saint Dié esclamava: “uno
splendido problema” intravedendo le possibilità di sperimentare le
sue teorie sulle Unità di Abitazione una volta incenerita la città
storica.
D’altra parte, era stato Le Corbusier a
recarsi a Mosca nel 1928 per chiedere a Stalin la possibilità di
progettare importanti edifici pubblici. E, scontratosi con il gusto
classico del dittatore sovietico, dieci anni più tardi riprovava con
il Mussolini che aveva annunciato la realizzazione dell’Esposizione
Universale di Roma 1942.
Ma era stato con Hitler che Le
Corbusier aveva creduto di poter costruire la sua architettura
convinto, a torto, che il dittatore tedesco avrebbe infine dominato
l’Europa.
Il parallelo tra totalitarismi politici
del XX secolo e totalitarismo architettonico non è nuovo. Si sa da
tempo come le stesse teorie che hanno prodotto Comunismo, Fascismo e
Nazional-Socialismo sono alla base del Modernismo in architettura:
l’ossessione per l’”Uomo Nuovo”, la “Città Nuova”.
In politica, gli -ismi degli anni Venti
e Trenta del secolo passato hanno generato i Campi di Concentramento,
le Leggi Razziali, i Gulag.
In Architettura, il Modernismo ha
generato le periferie brutaliste.
La radice è la stessa: astrazione,
riduzione dell’uomo a numero, totale mancanza di rispetto per
l’individuo visto solo come parte di una massa da controllare e
indottrinare.
Ora, il Comune di Zurigo ci ricorda
come il comportamento cinico di un Le Corbusier debba essere
condannato come quello di Albert Speer.
Nessuna piazza pubblica per un
architetto Nazi.
Speriamo ora che anche i poveri
studenti delle facoltà di Architettura italiane e francesi possano
infine liberarsi della dittatura delle teorie totalitarie del triste
orologiaio svizzero morto suicida nel 1965.