IL DIRITTO DI SCEGLIERE L’AMBIENTE IN CUI VIVERE. LA NUOVA SFIDA PER LA DEMOCRAZIA EUROPEA
Come ci ricordano sempre i media anglosassoni, il concetto di democrazia, pur essendo nato in Europa, non gode oggi dei favori del Vecchio Continente. E’ un problema noto da tempo. E anche piuttosto imbarazzante perchè sappiamo tutti che i 3 grandi totalitarismi del XX secolo -Comunismo, Fascismo, Nazional-Socialismo- sono nati in Europa e in Europa sono rimasti. Mentre le ideologie totalitarie si diffondevano dalla Lisbona di Salazar alla Mosca dei Soviet, la Gran Bretagna e gli Stati Uniti rimanevano immuni dalla follia omicida che andava per la maggiore nel continente di Kant, Hegel e Robespierre.
Niente lager, niente gulag in Gran Bretagna e in America.
D’altra parte, è noto come la stessa Unione Europea non sia mai stata scelta dai suoi abitanti e, anzi, tutte le volte che i cittadini della UE sono stati chiamati a esprimersi su un trattato europeo lo hanno bocciato chiaramente: in Danimarca, in Francia, in Olanda.
Oggi, una nuova sfida alla democrazia europea arriva proprio sul tema ambientale e, ancora una volta, dal mondo anglosassone.
E’ il New York Times a porre la questione: “You like it. They build it”.
http://www.nytimes.com/2011/07/10/realestate/a-downtown-revival-with-online-roots-in-the-regionconnecticut.html?_r=1
Un concetto scandaloso!
Vi piace? Allora ve lo costruiscono.
Cioè, il comune di Bristol, Connecticut ha appena approvato il Permesso di Costruire una nuova Piazza come vogliono i suoi abitanti.
E lo scandalo sta nel fatto che la nuova piazza di Bristol è una piazza tradizionale, con funzioni miste, con un’architettura tradizionale ispirata ai caratteri dell’architettura locale.
Ha i materiali, le forme, le proporzioni dell’architettura tradizionale di Bristol.
E’ una Piazza. Come le mille piazze europee che si sono costruite per millenni in Europa e che adesso non si costruiscono in più in Europa dato che le decisioni in materia di ambiente urbano, di architettura, sono state espropriate ai cittadini da una oligarchia di architetti che mantiene nel campo dell’architettura la stessa tirannia totalitaria dei vecchi regimi del XX secolo.
E questo è lo scandalo, la sfida lanciata da Bristol alla vecchia Europa.
A Bristol sono stati i cittadini a scegliere come costruire una nuova piazza per rivitalizzare il centro di una città che era entrata in un lungo periodo di declino.
Una nuova piazza per rivitalizzare una città e sostituire il vecchio Centro Commerciale periferico che aveva causato il declino economico, e il conseguente degrado ambientale, del Comune di Bristol.
Già, perchè oggi in Europa i cittadini, i contribuenti che vengono chiamati a pagare sempre nuove tasse per cercare di risolvere i problemi economici della “zona euro”, hanno molti diritti. Anzitutto, a differenza del XX secolo, oggi i cittadini europei possono scegliere i propri amministratori pubblici attraverso il voto…quasi sempre almeno.
Possono scegliere i propri amministratori pubblici, che auto acquistare, quale televisione, quale computer, quale tablet, quale smart-phone, detersivo, ammorbidente, surgelato, profilattico, lingerie, etc.
I cittadini europei, oggi, possono scegliere molte cose.
Ma non possono scegliere l’ambiente in cui vivere.
No. Questo fondamentale diritto è negato.
Nessun cittadino europeo può avere una piazza tradizionale “europea” come quella che si costruirà a Bristol, Connecticut, perchè i Sindaci dei Comuni euopei sono, oggi, schiavi di una ristretta oligarchia architettonica che nega ai cittadini europei il diritto di abitare in un quartiere urabno misto integrato, pedonale, ricco di commercio: un quartiere urbano “tradizionale”.
Questo è oggi vietato.
Se vogliono vivere in un quartiere urbano tradizionale -e i cittadini europei lo vogliono dato che in stragrande maggioranza amano vivere nei Centri Storici delle città europee- bene i cittadini europei devono avere il denaro per acquistare un appartamento in un quartiere storico.
Non possono trovare un appartamento nuovo in un nuovo quartiere urbano tradizionale.
Cioè, possono scegliere qualunque cosa tranne come vivere.
Possono scegliere quale programma televisivo guardare, ma non l’ambiente urbano in cui vivranno i loro figli.
Certo, esistono, per fortuna delle simpatiche eccezioni. Se un cittadino europeo vuole vivere in un moderno quartiere urbano tradizionale, se vuole passeggiare in una strada con negozi e edifici a scala umana, se vuole fare acquisti in una piazza mista con commercio al piano terra e uffici e appartamenti ai piani superiori, può andare a Val d’Europe dove Disney sta costruendo una nuova città di 80.000 abitanti, o a Plessis-Robinson dove un sindaco coraggioso ha demolito 3.000 appartamenti e decine di anonimi scatoloni per sostituirli con una serie di nuovi quartieri urbani tradizionali e centinaia di nuovi negozi di vicinato dove gli abitanti hanno un’alternativa agli ipermercati periferici autocentrici.
Oppure, può andare in Gran Bretagna e scegliere di vivere nella nuova città di Poundbury costruita dal Principe di Galles o in una delle 2 nuove città tradizionali che il Principe sta costruendo in Galles e in Scozia.
E, d’altra parte, i cittadini europei si sono sempre espressi in grande maggioranza quando sono stati chiamati a decidere in merito di ambiente urbano.
A Bologna, nel 1997, hanno votato in 130.000 scegliendo con il 66% di salvare la stazione storica cara a Carducci e di NON costruire nuovi grattacieli.
A Monaco di Baviera, nel 2005, hanno scelto con il 67% di non costruire nuovi grattacieli.
A Parigi, nel 2010 hanno scelto con il 67% di demolire la Tour Montparnasse.
A Londra, nel 2010, hanno scelto con il 73% di non costruire una serie di scatoloni modernisti sull’area di Chelsea Barracks e hanno optato per il nuovo quartiere tradizionale.
In fondo, è semplice.
Se i politici europei vogliono ascoltare i propri cittadini -ed elettori- la loro voce arriva forte e chiara.
Se i politici vogliono nuovi soldi dai cittadini, devono anche cominciare ad ascoltare i loro desideri in materia di ambiente urbano.
La sfida per il Vecchio Continente è lanciata.
L’Europa che cerca, disperatamente, di salvare la propria struttura economica e politica deve, finalmente, ritrovare un dialogo con i propri cittadini.
Scegliere l’ambiente in cui vivere è un diritto fondamentale e sarà la sfida politica del mondo che uscirà dalla crisi.