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LA TASSA SULLA STUPIDITA’ URBANISTICA. COME SI GENERANO IMU-TASI-TARI

5 settembre 2014 0 commenti
LO SPRECO DI TERRITORIO NELLA PERIFERIA ITALIANA: BOLOGNA-CASALECCHIO DI RENO

LO SPRECO DI TERRITORIO NELLA PERIFERIA ITALIANA: BOLOGNA-CASALECCHIO DI RENO

Nella sua conferenza stampa di ieri, il Governatore della BCE, Mario Draghi ha annunciato un taglio storico dei tassi che rende nullo il costo del denaro in Europa. Nella stessa conferenza stampa, tuttavia, Draghi ha avvertito che la BCE da sola non può risolvere la crisi europea se non ci saranno riforme serie da parti degli Stati membri.

La situazione è, infatti, al livello di guardia in Eurolandia. Crolla il PIL e aumentano spaventosamente il numero dei disoccupati e il debito pubblico di paesi come l’Italia e la Francia.

Ad aggravare le cose, nello stesso momento in cui Draghi taglia i tassi, i contribuenti italiani sono alle prese con le rate di tasse locali come IMU, TASI, TARI.

Cosa c’entrano con la crisi e il debito pubblico?

Frenando la tentazione, istintiva, di prendersela con il governo nazionale che le ha istituite, è bene analizzare in dettaglio i motivi che generano IMU, TASI, TARI, le TASSE SULLA STUPIDITA’ URBANISTICA.

Queste tasse sono, infatti, destinate agli enti locali, ai comuni, e servono a pagare i servizi pubblici offerti dai comuni ai cittadini. Se i comuni fossero stati intelligenti, queste tasse non esisterebbero o sarebbero molto più basse di quelle di oggi.

Ma i comuni non sono stati intelligenti e hanno praticato, quasi tutti, con alcune vituose eccezioni, una folle politica urbanistica.

Vediamo di capire il meccanismo che lega la folle politica urbanistica alle tasse.

Il Comune di Bologna aveva, nel 1971, 500.000 abitanti-contribuenti insediati su una superficie urbanizzata di circa 5.000 ettari. Superficie urbanizzata, non comunale, cioè la superficie “costruita”, quella dove sono le case, gli edifici, le strade, le industrie, gli uffici, le scuole, le reti tecnologiche.

Bene, nel 2014 la popolazione del Comune di Bologna è di 383.000 abitanti insediati su una superficie urbanizzata di circa 9.000 ettari.

Dunque, nel giro di 45 anni il Comune di Bologna ha perso circa 120.000 abitanti, pari a circa il 20-25%, mentre ha aumentato la superficie urbanizzata di quasi il 90%. Cioè l’ha quasi raddoppiata. Cioè, ha quasi raddoppiato la superficie costruita, quella delle strade, delle piazze, dei parchi, quella che costa ai cittadini.

La superficie che deve essere pulita tutti i giorni dai servizi pubblici preposti, che deve essere illuminata tutti i giorni, che deve essere sorvegliata tutti i giorni dai corpi di polizia.

Dunque, la popolazione è crollata e si è dispersa su una superficie quasi doppia a quella del 1971.

Dunque, oggi il trasporto pubblico deve estendersi su una superficie molto più grande per raggiungere un numero di utenti molto inferiore. Raddoppia la superficie da servire ma diminuiscono i contribuenti che possono finanziare il servizio.

E’ come se una società perdesse il 20-25% del suo fatturato e, nello stesso tempo, raddoppiasse i suoi costi, le sue spese. Il risultato sarebbe semplice: la bancarotta.

Cosa che è già successa a comuni che hanno seguito la stessa folle politica della dispersione degli insediamenti sul territorio come l’america Detroit.

E’ un fenomeno perverso. Si disperde la popolazione sul territorio, si diminuisce la densità e, da un lato, si distrugge territorio agricolo, dall’altro si fa esplodere la superficie urbanizzata, facendo esplodere, quindi, i costi di tutte le reti tecnologiche, i costi di illuminazione, riscaldamento, sicurezza, pulizia, smaltimento dei rifiuti, etc.

Alla fine, il Comune ha bisogno di aumentare le tasse locali per assicurare un servizio peggiore. Deve aumentare le tasse sulla casa per pagare l’immensa dispersione degli insediamenti sul territorio, le migliaia di ettari di strade, piazze, rotatorie, parchi, etc.

Era inevitabile tutto questo? Non si poteva fare altrimenti?

Ovviamente no. Esistevano alternative e, fortunatamente, ci sono stati comuni che hanno seguito una politica urbanistica opposta a quella di Bologna.

Per esempio Nizza. Una città che ha, oggi, gli stessi abitanti di Bologna, circa 380.000, ma una superficie urbanizzata di soli 4.000 ettari..

Il fatto che Nizza abbia la stessa popolazione insediata su una superficie urbanizzata di soli 4.000 ettari significa che il Comune di Nizza deve spendere molto meno per pagare la manutenzione di strade, piazze, parchi, rotatorie, etc. Ha meno costi e, quindi, può diminuire le tasse locali e spendere il denaro pubblico per investimenti virtuosi.

Il risultato è che, oggi, Nizza ha una rete di tram, ha costruito nel giro di 2 anni un nuovo stadio di calcio, ha costruito un sistema di parcheggi interrati e  ha demolito un orrendo parcheggio multipiano e ha costruito al suo posto un bellissimo parco pubblico che assicura una transizione dolce tra centro storico e quartieri della periferia ottocentesca.

Oggi, Nizza sta costruendo un altro sistema misto di trasporto pubblico tram-metropolitana per collegare l’aeroporto al porto vecchio.

Bologna non ha il tram, non ha costruito il nuovo stadio di calcio né ha ristrutturato lo storico Dall’Ara, non ha costruito alcun sistema di parcheggi interrati.

Per esempio Bilbao. Una città che ha oggi la stessa popolazione di Bologna insediata su una superficie urbanizzata di soli 2.000 ettari. Una città, quindi, che ha un rapporto di densità urbana quasi 4 volte superiore a quello di Bologna, cosa che le consente di spendere 4 volte meno per le strade, le piazze, le rotatorie, i parchi, l’illuminazione pubblica. Una città molto più virtuosa che, attraverso una politica urbanistica intelligente, è riuscita a creare un rapporto equilibrato tra insediamento urbano e natura. Il risultato è che, oggi, Bilbao ha una rete di metropolitana e una rete tramviaria.

Bologna niente.

Anzi, peggio, Bologna aveva una fantastica rete tramviaria che ha completamente smantellato alla fine degli anni 60 del secolo passato. Una follia che costerebbe circa 1.000 milioni di euro, circa 1 miliardo di euro, se si volesse, oggi, ricostruire.

Ci sono addirittura comuni come Lione che hanno 720.000 abitanti-contribuenti insediati su una superficie urbanizzata di soli 4.651 ettari. Cioè su una superficie urbanizzata quasi uguale a quella di Bologna nel 1971.

La scelta intelligente di Lione permette di avere 4 linee di metropolitana e 3 di tram.

Nizza ha una rapporto di densità di circa 95 abitanti per ettaro, Bilbao di circa 190 abitanti per ettaro, Lione di circa 155 abitanti per ettaro. Bologna di circa 40 abitanti per ettaro. Una densità addirittura pari alla metà di quella teorizzata per la costruzione delle Città Giardino !

E il risultato è che Bologna ha IMU, TASI, TARI tra le più alte d’Italia e non ha metropolitana né tram, né parcheggi interrati, né stadio nuovo o ristrutturato.

Quando si persegue una politica urbanistica così stupida il costo per i cittadini diventa elevatissimo.

E se pensiamo che sono tantissime le città italiane che hanno perseguito la stessa folle politica – Modena ha 180.000 abitanti insediati su una superficie urbanizzata di circa 4.000 ettari mentre San Sebastian la stessa popolazione l’ha insediata su soli 1.800 ettari – comprendiamo perfettamente come si sia generato lo spaventoso debito pubblico italiano. Comprendiamo anche perché ci sia bisogno ogni anno di tassare i cittadini in maniera così pesante.

Troppo alti sono i costi della dispersione.

Il sistema è completamente inefficiente.

Come se ne può uscire?

Facendo esattamente l’opposto di quello che si è fatto negli ultimi 45 anni e seguendo gli esempi virtuosi di comuni come Nizza, Bilbao, Lione.

IL NUOVO TRAM NELLA CITTA' DI NIZZA IN PLACE MASSENA

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