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RICOSTRUIRE IL COLOSSEO COM’ERA DOV’ERA ! IMPARARE DA E.R. RECUPERANDO UNO STADIO UNICO AL MONDO

2 novembre 2014 0 commenti
RICOSTRUZIONE DELL'ANFITEATRO FLAVIO, LOUIS DUQUET, 1830

RICOSTRUZIONE DELL’ANFITEATRO FLAVIO, LOUIS DUQUET, 1830

OKLAHOMA UNIVERSITY STADIUM, 2003

OKLAHOMA UNIVERSITY STADIUM, 2003

Tutti i giorni, nei Pronto Soccorso sparsi per il mondo, arrivano pazienti in condizioni più o meno disperate. Ci sono le vittime di incidenti stradali, le vittime di incidenti sul lavoro, gli incidenti domestici, i raptus di follia, etc.

I medici dei Pronto Soccorso sono pronti a intervenire. Immediatamente cercano di ristabilire una condizione di equilibrio nell’organismo. Cercano di stabilizzare il paziente e, poi, si dedicano a ripristinare la condizione normale dell’organismo. Se i pazienti hanno degli arti fratturati, la tecnica consiste nell’applicare dei tutori o delle ingessature. talvolta si deve anche operare, ma sempre si interviene con il fine di riparare ciò che è stato danneggiato, colpito, offeso.Riparare e recuperare COM’ERA, DOV’ERA.

E, grazie ai Pronto Soccorso, agli ospedali, i pazienti riescono spesso a recuperare la loro condizione, l’organismo recupera la sua funzionalità, torna ad essere “quello di prima”.

E’ la tecnica del RECUPERO ORGANICO. Si applica a qualunque organismo.

Anche gli edifici sono degli organismi. Sono organismi architettonici, costruiti da organismi umani per essere usati e abitati da altri organismi umani, all’interno di un grande organismo: la città.

Come gli umani, anche gli organismi architettonici soffrono, subiscono l’inesorabile passare del tempo, sono spesso colpiti, offesi, danneggiati. Talvolta, come negli incidenti più gravi, sono ridotti a uno stato pietoso: delle rovine.

Succede. La vita, i cicli degli organismi prevedono che ci sia una nascita, uno sviluppo, una maturità, un declino e, spesso, una condizione finale.

Quando gli organismi umani sono danneggiati, trovano dei fantastici medici che si dedicano al loro recupero, alla loro cura. Vengono trattati e curati in modo tale da essere riportati alla loro condizione di equilibrio, di salute, pre-traumatica.

Gli organismi architettonici, in Europa, non hanno la stessa fortuna.

Da circa 100 anni, quando sono danneggiati vengono demoliti o lasciati allo stato di “rovina”.

Questo non succede in tutto il mondo: In Russia, dopo la Seconda Guerra Mondiale, la città di San Pietroburgo che era stata quasi rasa al suolo durante i 3 anni dell’assedio delle armate naziste venne ricostruita com’era dov’era. I suoi ponti neo-classici con le balaustre metalliche a forma di fascio littorio vennero ricostruiti “com’erano dove erano” senza pensare che i fasci littori erano stati il simbolo del nemico. La residenza imperiale del Peterhof, la Versailles sul Baltico interamente distrutta per essersi trovata proprio sulla linea del fronte, venne ricostruita, con i suoi stucchi, le sue cornici dorate, le sue tinte pastello. Senza esperimenti, senza cambiamenti. Com’era dov’era.

Successe la stessa cosa anche in Italia quando, all’inizio del XX secolo, crollò il campanile di san Marco a Venezia e, di fronte al dibattito sulla sua ricostruzione o sulla costruzione di un nuovo campanile, Gabriele D’Annunzio lanciò il suo celebre grido: com’era dov’era!

E il campanile di San Marco è stato ricostruito organicamente. Uno splendido edificio moderno del XX secolo, rispettoso della tradizione e della grande cultura architettonica italiana.

Successe la stessa cosa anche con il Monastero benedettino di Cassino. Raso al suolo dal bombardamento alleato del 1944, è stato ricostruito organicamente “com’era dov’era” e oggi è uno splendido edificio moderno della seconda metà del XX secolo che parla a tutto il mondo e offre ai suoi visitatori l’immagine fedele del monastero medievale cresciuto organicamente nel corso dei secoli.

D’altra parte, è ciò che è successo anche nella capitale europea, a Bruxelles, quando, dopo il bombardamento francese del 1695, gli edifici delle Corporazioni sulla Grande Place sono stati ricostruiti esattamente “com’erano dov’erano” nello stile rinascimentale originario.

Purtroppo, non è successo altrettanto con Pompei, con Ercolano e con i Fori Imperiali di Roma.

Distrutti dai Barbari al tempo delle grandi invasioni del V secolo d.C., sono stati lasciati allo stato pietoso di “rovina” dopo essere stati usati durante il Medioevo e il Rinascimento come cave da cui estrarre i materiali utili alla costruzione dei palazzi e delle chiese.

Sappiamo perfettamente come curare questi organismi danneggiati, colpiti, offesi. Sappiamo perfettamente come ricostruirli, ma ciò non viene fatto per motivi ideologici. Per obbedire all’ultima ideologia totalitaria rimasta tra le tante che hanno infestato il secolo passato: il Modernismo architettonico.

Dato che il Modernismo architettonico pretende che la Storia sia finita con il 1918 e che, da allora, sia arrivato il tempo dell’UOMO NUOVO, del NUOVO ORDINE -esattamente come i vari regimi totalitari degli anni Venti del secolo passato sostenevano che era arrivato il tempo dei “nuovi regimi totalitari” di destra o di sinistra- allora anche i monumenti del passato devono essere lasciati come rovina, come testimonianza di un mondo e di una cultura “finiti”.

La Storia, invece, è andata avanti e i regimi totalitari degli anni Venti del secolo passato sono stati travolti e spazzati via. Oggi il concetto classico di DEMOCRAZIA, introdotto nella Grecia del V secolo a.C. è tornato a ispirare la vita politica e sociale del terzo millennio.

Comunismo, Fascismo, Nazional-Socialismo sono stati spazzati via anche se il loro fallimento è costato decine di milioni di morti in tutto il mondo.
Esattamente come il Modernismo architettonico ha prodotto vandalismi e vittime in tutte le città.

Per questo, ora che il concetto di Democrazia è tornato a dare forma alla vita delle società occidentali del Terzo Millennio è arrivato anche il tempo di riprendere a curare organicamente gli organismi architettonici malati, danneggiati, offesi. Soprattutto quelli che costituiscono le radici della nostra civiltà.

Per questo ha ragione il ministro Dario Franceschini ad avviare il dibattito sulla RICOSTRUZIONE del Colosseo. http://www.ilrestodelcarlino.it/colosseo-arena-franceschini-1.362178

Abbia solo più coraggio. osi di più. Abbandoni il feticismo che ha bloccato nel culto della rovina i nostri monumenti per 100 anni.

E’ tempo di imparare da E. R. E’ tempo di riprendere a curare organicamente i nostri monumenti.

Oggi è possibile riportare in vita i Fori Imperiali e, primo fra tutti, l’Anfiteatro Flavio. sarebbe un’operazione mediatica spettacolare. Sarebbe finanziata dalle multinazionali che lancerebbero una gara a mettere il loro nome sullo stadio più bello al mondo. Come hanno speso centinaia di milioni di euro per mettere il loro nome sullo stadio madrileno del Santiago Bernabeu, così non esiterebbero a finanziare con cifre astronomiche la ricostruzione del Colosseo.

Oggi ci sono decine di stadi costruiti in tutto il mondo ispirandosi all’architettura del Colosseo http://avoe.org/il-dall-ara-nel-mondo.html

Sarebbe una grande occasione di sviluppo per Roma e per tutta l’Italia. sarebbe un segno autentico dell’inizio di un vero Rinascimento.

UNIVERSITY OF MICHIGAN, Ann Arbor, nuovo stadio, 2010

UNIVERSITY OF MICHIGAN, Ann Arbor, nuovo stadio, 2010