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LE PERIFERIE VANNO DEMOLITE E RICOSTRUITE NON RAMMENDATE. E IL TERRENO DELLA DEMOLIZIONE VA RESTITUITO ALL’AGRICOLTURA

27 novembre 2014 0 commenti
DEMOLIZIONE DEL PRUTT-IGOE, 1976

DEMOLIZIONE DEL PRUTT-IGOE, 1976

La strada per risolvere il problema delle periferie sub-urbane ce l’ha indicata chiaramente in questi giorni l’imprenditore Brunello Cucinelli che ha avviato un interessante progetto di demolizione di un’area oggi occupata da capannoni industriali abbandonati in un sistema di tre parchi urbani di complessivi 11 ettari.

Le periferie sub-urbane vanno demolite e ricostruite, non rammendate.

Infatti, le periferie non sono “brutte” e invivibili perché abitate da gente strana. Le periferie sub-urbane sono “brutte” e invivibili perché sono state concepite male, sono state progettate male.

L’errore delle periferie non sta né nella gente che le abita, né nella realizzazione mal eseguita.

E il problema delle periferie non sta neppure nell’essere, per definizione, lontane dal centro. Esistono ottimi quartieri urbani che sono stati costruiti anche nel XX secolo lontani dal centro. La cosiddetta periferia storica, quella costruita in Italia dopo l’Unità è piena di ottimi quartieri urbani riconosciuti dalla gente che li abita e dai valori de mercato immobiliare.

No, il problema delle periferie sub-urbane sta nella loro concezione, nel loro progetto. Le periferie sub-urbane sono state concepite negli anni 20 del secolo passato. Sono state concepite come parte integrante dell’ideologia moderrnista che ambiva, come le contemporanee ideologie totalitarie -Comunismo, Fascismo, Nazional-Socialismo- a costruire un “uomo nuovo” e un “ambiente nuovo”, entrambi radicalmente antitetici all’uomo e alla città.

Mentre in Russia e in Germania si pianificavano e si realizzavano campi di concentramento sotto forma di Gulag e Lager, nel mondo dell’architettura si affermava la “sperimentazione” di un modello di abitare che contrastava completamente con l’ambiente della città tradizionale.

Mentre la città tradizionale è fatta di strade piene di negozi, piazze ricche di vita sociale, isolati urbani con corti dove i bambini possono giocare tranquillamente, al contrario le periferie sub-urbane venivano concepite come fatte da oggetti edilizi completamente staccati da ogni contesto, senza alcuna strada commerciale, senza alcuna piazza. Oggetti, spesso mostruosi nelle loro forme e nelle loro dimensioni, che navigano in un terreno enorme spoglio e abbandonato. Mostri di cemento lunghi 1 chilometro come il Corviale a Roma o il Pilastro a Bologna. Un terreno che veniva sottratto all’agricoltura per realizzare l’esperimento modernista.

E l’esperimento, esattamente come le analoghe sperimentazioni totalitarie, gli analoghi -ismi, è fallito miseramente.

Lo sappiamo da tanto tempo, solo che, per molto tempo, la politica italiana ha fatto finta di nulla.

Anzi.

Nel 1976, quando in America veniva demolito l’enorme complesso di Prutt-Igoe a St. Louis, Missouri,  diventato invivibile e rapidamente deteriorato tecnologicamente, in Italia venivano costruiti gli orrendi piani di edilizia economico-popolare che hanno creato i vari disastri ambientali delle periferie sub-urbane: lo ZEN a Palermo, le Vele di Scampia a Napoli, il Corviale a Roma, il Pilastro a Bologna, il Gallaratese a Milano, le Lavatrici a Genova e via di seguito.

Ogni città italiana è stata vandalizzata con la costruzione di enormi scatoloni di conglomerato cementizio armato, tristi e inospitali come i bunker nazi del Vallo Atlantico a cui si ispiravano secondo la moda architettonica del tempo: il Brutalismo.

Sono stati concepiti, progettati per essere Brutali e il risultato è che sono Brutali. cadono a pezzi perché costruiti con tecniche costruttive obsolete e inadeguate all’edilizia di qualità e sono inospitali perché privi di ogni legame organico con i quartieri della città tradizionale, privi di strade commerciali con negozi diffusi, privi di piazze con porticati ed edifici pubblici, privi di corti residenziali dove i bambini possano giocare al centro di uno spazio sicuro e controllato dalle finestre di tutti gli appartamenti che lo circondano.

Oggi il problema delle periferie è diventato una priorità politica, ambientale ed economica.

Costano moltissimo perché sono state costruite come dei bunker e i bunker non sono fatti per essere abitati da esseri umani civili. Costano moltissimo perché i suoi abitanti sono mortificati dal sentirsi prigionieri di un ambiente “diverso” fisicamente, altro rispetto a quello dei quartieri della città, sia dei quartieri centrali sia di quelli periferici ma sempre urbani. La Garbatella o la Città Giardino Aniene a Roma sono quartieri periferici ma non sub-urbani. Sono altra cosa dal Corviale.

Costano moltissimo e vanno demoliti, Punto.

Spesso questi mostri ultimi dinosauri dell’epoca totalitaria del secolo passato sono talmente lontani dalle aree urbane che risulta conveniente demolirli e restituire i terreni all’agricoltura come sta facendo Brunello Cucinelli.

I loro abitanti possono essere alloggiati in nuovi quartieri urbani realizzati ristrutturando o completando le tante aree urbane vuote che ci sono all’interno delle nostre città. Nelle aree delle caserme abbandonate, nelle aree industriali dismesse, etc. Utilizzando le opere di urbanizzazione che sono già state realizzate, le strade, l’illuminazione, le reti tecnologiche.

In altri casi si possono ricostruire sul sito dei vecchi mostri sub-urbani dei nuovi eco-quartieri compatti che si ispirino alla meravigliosa struttura urbana delle città italiane tradizionali. Ci sono fortunatamente tanti esempi che possono fornire un’utile ispirazione. In Francia, nella periferia sub-urbana di Parigi c’è un comune che ha vinto il Prix Européen pour la Recostruction de la Ville, Plessis-Robinson. In questo comune sono stati demoliti più di 2500 alloggi di vecchia edilizia economico-popolare degli anni 60 e 70 del secolo passato. 2500 alloggi di edilizia Brutalista. E, al loro posto, sono stati realizzati 3 nuovi quartieri urbani e una Città-Giardino per complessivi 4000 alloggi.

Si può fare anche in Italia. Costa meno costruire una città compatta piuttosto che una periferia sub-urbana. Si può, quindi offrire una chance agli abitanti di queste aree disgraziate e fornire anche un’occasione di sviluppo alla nostra economia con una grande piano d’intervento per la ricostruzione delle periferie e il Rinascimento Urbano.

PROGETTO PER LA DEMOLIZIONE DI CORVIALE E LA COSTRUZIONE DI UNA ECO-CITTA' GIARDINO, www.avoe.org

PROGETTO PER LA DEMOLIZIONE DI CORVIALE E LA COSTRUZIONE DI UNA ECO-CITTA’ GIARDINO, www.avoe.org