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I NUOVI STADI URBANI. DALLO STADIO ROSSOBLU A QUELLO ROSSONERO

9 febbraio 2015 0 commenti
LO STADIO ROSSOBLU RENATO DALL'ARA secondo il progetto AVOE

LO STADIO ROSSOBLU RENATO DALL’ARA secondo il progetto AVOE, 2009

Nel settembre 2009, in occasione del convegno organizzato dalla professoressa Chiara Alvisi all’Università di Bologna, venne presentato il progetto per la ristrutturazione dello stadio Renato Dall’Ara di Bologna e il suo adeguamento alla normativa UEFA.

Il progetto di A Vision of Europe -http://avoe.org/stadio-dall-ara.html- venne ampiamente ripreso dai media perché si trattava della prima volta in cui veniva applicata in Italia la nuova tendenza urbanistica che si era sviluppata negli ultimi 20 anni in America nella costruzione degli stadi. Non più le astronavi aliene atterrate nel mezzo della campagna e circondate da immensi parcheggi e immensi ipermercati, ma uno stadio perfettamente integrato nel contesto urbano, uno stadio circondato da abitazioni, ristoranti, bar, negozi, uffici, cinema, hotel, tutte le varie funzioni urbane che caratterizzano un vero quartiere.

Uno stadio vivo 24 ore su 24, dove le famiglie possono andare ad assistere a un evento sportivo e fare tante altre cose. Uno stadio accessibile pedonalmente e servito da un sistema di trasporto pubblico efficiente, anche se, ovviamente, provvisto di parcheggi secondo le normative UEFA.

Uno stadio centro del quartiere, proprio come accade a Londra dove le varie squadre hanno stadi urbani, anzi stadi di quartiere: dallo Stamford Bridge del Chelsea al Boleyn Ground del West Ham, dal Craven Cottage del Fulham al nuovo stadio del Tottenham, passando per Crystal Palace, Arsenal, etc. Uno stadio urbano come urbani sono quello del Liverpool, del Manchester United, del Real Madrid, del Barcelona, fino alla Catedral dell’Athletic Bilbao, uno stadio addirittura in centro storico, come, d’altra parte, accade anche con il Villareal e con il Monaco.

Quando venne presentato il nuovo Stadio Rossoblù, erano gli anni in cui, nell’Italia vittima della sindrome di Alexandre Dumas -i 20 anni dopo che segnano il décalage tra le tendenze in America e in Italia, tutto arriva da noi con 20 anni di ritardo, sia le cose buone, sia quelle cattive- si progettavano ancora le vecchie astronavi aliene sperdute “in the middle of nowhere”, come si faceva in America 40. 50 anni fa.

L’esempio più famoso della serie dia stronavi aliene è senz’altro lo Juventus Stadium circondato da immensi parcheggi e ipermercati, ma tanti altri venivano progettati in quegli anni, anche a Bologna.

Lo Stadio RossoBlù progettato da A Vision of Europe come nuova casa del Bologna FC, invece, ribaltava completamente i termini del problema. Offriva una soluzione eco-compatibile e rendeva lo stadio il centro di un quartiere urbano dove l’attività sportiva fosse la caratteristica qualificante dell’intera struttura: non solo lo stadio, ma anche tutti i vari centri fitness, palestre, negozi di sport, ristoranti e bar dedicati.

Un quartiere urbano dove si potesse abitare e andare allo stadio attraversando la strada, proprio come si fa, in centro a Bologna, andando al Palazzo dello Sport, come si fa a New York andando al Madison Square Garden, ma anche nei tanti nuovi stadi urbani costruiti negli ultimi 20 anni: dal Giants Stadium di San Francisco al Coors Field Stadium di Denver, dal rinato Fenway Park di Boston al TG Stadium di Minneapolis, passando per i nuovi stadi urbani di Seattle, San Diego, Cleveland, Detroit, e i due spettacolari stadi urbani dei Mets e degli Yankees di New York.

E uno stadio che valorizza il suo carattere inconfondibile, gli splendidi archi di mattoni, già ripreso proprio in America in decine di stadi che si ispirano proprio, come il Dall’Ara, alla grande tradizione classica italiana che ha nel Colosseo il suo esempio più famoso – http://avoe.org/il-dall-ara-nel-mondo.html.

Oggi, dopo 6 anni dalla presentazione del progetto per il nuovo Stadio RossoBlù di Bologna, ecco arrivare il progetto per la nuova “Casa” del Milan AC, uno stadio Rosso Nero -progettato dal professore Emilio Faroldi del Politecnico di Milano- che riprende tutte le caratteristiche del progetto bolognese: uno stadio al centro di un quartiere urbano, circondato da abitazioni, negozi, ristoranti, hotel, uffici.

Uno stadio concepito per arricchire la vita del quartiere e permettere ai cittadini di avere una relazione familiare con lo stadio, una relazione quotidiana che riprenda il concetto caro alla cultura romana del “mens sana in corpore sano”, il concetto che è alla base di tutti i campus americani dove proprio lo stadio è il cuore della vita studentesca.

Uno stadio dove esistano alternative all’automobile, sostenibile, eco-compatibile, proprio perché concepito 2a km zero”, al centro della città, raggiungibile col mezzo pubblico, in bicicletta o a piedi.

Come ha spiegato Faroldi “La ricerca scientifica, attraverso una serie di studi, ci dice chiaramente che il ruolo degli stadi in Europa e nel mondo sta progressivamente cambiando. Gli stadi non sono più pensati solo come un luogo per gli eventi sportivi, seppure aperti tutta la settimana, ma come un pezzo utile a riordinare l’insieme urbano di una città, di un quartiere”

Una nuova tendenza che, con l’arrivo dello Stadio Rosso Nero, potrà ispirare i nuovi stadi che si costruiranno in Italia, evitando che si ripetano gli errori commessi in America 50 anni fa con le varie astronavi aliene generatrici di traffico e di inquinamento, e, approfittando dell’esperienza fatta, contribuendo alla generale riqualificazione delle aree urbane italiane. Contribuendo attivamente al Rinascimento Urbano.

IL NUOVO STADIO ROSSONERO progettato come nuova Casa del Milan AC dal prof. Emilio Faroldi

IL NUOVO STADIO ROSSONERO progettato come nuova Casa del Milan AC dal prof. Emilio Faroldi, 2015