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Il Parlamento respinge ancora la caccia “no limits”

22 maggio 2009 0 commenti

>Sulla gestione venatoria, con un atto di grande buon senso, il Parlamento ha deciso di rifiutare “caccia selvaggia”. Sono infatti state stralciate le norme per la modifica della 157/92 nell’ambito della legge Comunitaria, con un tentativo di blitz, dopo il famigerato disegno di legge Orsi, con il quale alcuni parti minoritarie della maggioranza stavano cercando di adottare un “libera tutti” insensato. Dopo le scelte dei giorni scorsi delle Commissioni Agricoltura e Politiche dell’Unione europea di sopprimere l’emendamento “caccia no limits”, che avrebbe permesso l’allungamento della stagione di caccia ai mesi di febbraio ed agosto, con danno alla natura e rischi persino per i cittadini, l’aula di Montecitorio ha nella mattinata del 20 maggio, respinto l’ennesimo assalto dell’estremismo venatorio rappresentato da alcuni esponenti della Lega. <

Venti associazioni ambientaliste e animaliste, in riferimento agli eventi di ieri nell’aula di Montecitorio, hanno dichiarato che “la decisione della Camera dei Deputati di stralciare l’articolo 16 della legge Comunitaria, in materia di attività venatoria e recepimento della direttiva Uccelli, equivale ad una nuova, netta presa di distanza da ogni proposta di caccia selvaggia”.

Ne è scaturita una bocciatura secca ed ampia di ogni tentativo di deregulation venatoria e di raggiro delle regole, perpetrato tramite la presentazione di emendamenti “truffa” che, lungi dal sanare le violazioni comunitarie, avrebbero aggravato su vari aspetti la posizione dell’Italia.

Resta tuttavia il dato che le procedure di infrazione aperte non saranno ancora sanate, e ciò per via dell’azione di disturbo di un’esigua minoranza, paladina di caccia selvaggia, che di fatto impedisce al Parlamento di legiferare correttamente per il recepimento della normativa comunitaria e il bene del Paese.

Le associazioni chiedono ora al Ministro Ronchi l’apertura di un Tavolo tecnico finalizzato a elaborare le corrette risposte alle richieste comunitarie, da inserire nelle sedi legislative ad esse specificamente deputate quali il disegno di legge Salvainfrazioni o la prossima legge Comunitaria. Ciò per evitare che nuovi blitz e strumentalizzazioni impediscano di agire su una materia così delicata quale la conservazione della natura”.