Secondo l’Unione Europea pochi habitat e specie in stato di conservazione soddisfacente
Lo scorso 13 luglio è stata presentata dalla Commissione Europea la prima valutazione sistematica, in assoluto, dello stato di conservazione dei tipi di habitat e delle specie più vulnerabili d’Europa tutelati dalla direttiva Habitat. Il rapporto, sotto forma di una Comunicazione della Commissione al Parlamento e al Consiglio (Bruxelles, 13.7.2009 COM(2009) 358 def) illustra che solo una piccola percentuale degli habitat e delle specie di interesse comunitario gode di uno stato di conservazione soddisfacente. Dalle relazioni presentate dagli Stati membri emerge che le formazioni erbose, le zone umide e gli habitat costieri subiscono le maggiori pressioni. Le formazioni erbose sono prevalentemente associate a modelli agricoli tradizionali, che stanno scomparendo in tutta l’UE; le zone umide continuano ad essere destinate ad altri tipi di uso del suolo e subiscono anche gli effetti dei cambiamenti climatici; infine, gli habitat costieri sono sotto la pressione sempre più forte esercitata dal turismo e dall’urbanizzazione. Alcune delle specie protette dalla direttiva, come il lupo, la lince eurasiatica, il castoro e la lontra, mostrano segnali di recupero in alcune parti dell’UE, ma queste e la maggior parte di altre specie sono ben lungi dall’aver raggiunto delle popolazioni in salute e sostenibili.
Per quanto riguarda le minacce ai siti di importanza comunitaria, l’agricoltura e la forestazione sono stati rilevati come problematici per gli habitat nel 50% dei casi e per le specie nel 45%, mentre la caccia e la pesca sono la seconda questione per le specie (28%) e irrilevanti (2%) per quanto riguarda gli habitat. Anche i cambiamenti dei siti a causa di cambiamenti indotti dall’uomo nelle zone umide sono una seria minaccia per habitat (27%) e specie (26%), così come per i primi anche le miniere (14%), i trasporti (11%) e l’urbanizzazione (10%).
Notizie dettagliate su (http://biodiversity.eionet.europa.eu/article17).