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La sfida della costituente ecologista

4 ottobre 2010 0 commenti

Qualche giorno fa è stato presentato l’appello “Io cambio: decidere il futuro”, firmato da molte personalità del mondo della cultura e dell’ambientalismo, per rilanciare l’idea di una Costituente ecologista. Perché ho deciso di sottoscriverlo (a titolo personale)? All’inizio degli anni ’70 ero alle elementari ma mi piaceva leggere e trovai sugli scaffali di mio padre un libro che si intitolava “I limiti dello sviluppo”. Allora non lo sapevo, ma si trattava del primo allarme sull’esaurimento delle risorse ambientali.

Quarant’anni dopo, avendo speso la totalità della mia vita ad impegnarmi per cambiare le cose dall’interno del mondo ambientalista, mi sono reso conto che tutte le battaglie, le attività di informazione, i parchi sono fondamentali ma non bastano. Ciò di cui abbiamo bisogno è un cambio di marcia del sistema socio-economico, dei nostri valori nella vita quotidiana, delle scelte di ciascuno e di tutti. I prossimi pochissimi anni saranno, come ci dicono gli scienziati, quelli nei quali la nostra società, la nostra civiltà, la nostra specie si giocano tutto.

Se non saremo capaci di cambiare in fretta e in modo efficace il nostro modo di produrre e di consumare, probabilmente i nostri figli vivranno un periodo non di progresso ma di recessione: della qualità e della aspettativa stessa di vita. Ciò avverrà in modo molto disuguale, con chi è ricco che cercherà di continuare ad esserlo, facendo ricadere i costi sempre di più su tutti gli altri. I paesi ricchi trarranno profitto dai cambiamenti del clima andando a sfruttare le residue riserve di petrolio, gas, minerali. Abbiamo bisogno di una innovazione della politica, di smettere di parlare di case a Montecarlo e di occuparci invece dei problemi del nostro tempo.

Allora ecco perché mi piace l’idea di una costituente. Cercare di riunire le grandi esperienze, capacità e idee che esistono abbondantemente nella società italiana, nonostante i modelli che ci vengono proposti dai media siano il “velinismo” e il “coronismo”. Superare le paludi della politica, ormai incapace di interpretare i bisogni della società. Provare a costruire una visione del mondo basata su una proposta ecologista, pacifista, solidale, attenta alle questioni globali. L’unica, a mio parere, che possa superare le ideologie del ‘900 ormai incapaci, per quanto riformate, di dare una risposta ai problemi del secolo che si apre, del quale abbiamo speso già un decennio.

Sento grandi fermenti nell’aria. Intanto i nomi di coloro che hanno firmato l’appello, molti non scontati. E poi diversi prossimi appuntamenti che, anche in modo indipendente, stanno riunendo persone, soggetti, organizzazioni che vedono questa prospettiva. Non so se ciò sarà percorribile, se la tendenza all’individualismo, alla frammentazione, alla diaspora permetterà di riuscire in ciò che molti, scettici verso qualunque ipotesi che oggi si avvicini all’idea di “fare politica”, pensano che sia utopico e comunque irrealizzabile.

Non so se riusciremo a superare i vincoli che sussulti di personalità e di leaderismo spesso pongono ai tentativi di questo genere. Non so se resisteremo alle bordate della politica “tradizionale” che senz’altro verranno. Però mi pare una bella sfida. E, soprattutto, non mi sentirei bene con me stesso se rinunciassi a lavorare all’idea di un futuro diverso, che è ancora possibile.

www.costituentecologista.it

Pubblicato sul quotidiano “Terra” del 2 ottobre 2010: http://www.terranews.it/news/2010/10/la-sfida-della-costituente-ecologista