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La scomparsa di Bruno Agricola

13 settembre 2011 0 commenti

E’ scomparso in questi giorni, dopo una lunga e faticosa malattia, Bruno Agricola, che fu Direttore Generale del Servizio Conservazione Natura (allora così si chiamava) del Ministero dell’Ambiente nel periodo della prima attuazione della legge quadro sulle aree naturali protette, all’inizio degli anni ’90.

L’Ing. Agricola, che proveniva dall’esperienza nucleare italiana della prima stagione come molti altri funzionari e dirigenti del ministero nella fase di sua fondazione, come sottolinea l’AIDAP (Associazione Italiana Direttori Aree Protette) “fu un protagonista di primo piano di quella stagione irripetibile che portò l’Italia a dotarsi di un vero e proprio sistema di parchi nazionali. Lavorò per far approvare la legge quadro sulle aree naturali protette, la 394 del 1991, e si insediò al ministero proprio nel momento della sua prima applicazione”.

Agricola tra l’altro fu responsabile dell’organizzazione della prima segreteria tecnica delle aree naturali protette, prevista dalla nuova legge quadro, tra il 1993 e il 1997, costituita da professionisti, per lo più provenienti dalle associazioni ambientaliste e dal mondo scientifico, e da dipendenti di amministrazioni pubbliche, in particolare regioni e provincie. In quel gruppo come ricorda AIDAP, con Bruno Agricola, operarono tra gli altri: Fabio Renzi (oggi Segretario Generale della Fondazione Symbola), Nino Martino (poi Direttore del Parco Nazionale Arcipelago Toscano e Dolomiti Bellunesi), Nicola Cimini (Direttore del Parco Nazionale Majella), Dario Febbo (poi Direttore del Parco Nazionale Gran Sasso e Monti della Laga ed oggi f.f. al Parco Nazionale d’Abruzzo), Giuliano Tallone (il sottoscritto, poi Direttore del Parco Nazionale Val Grande, dell’Agenzia Regionale Parchi del Lazio ed oggi del Parco Nazionale del Circeo, ed anche Presidente LIPU dal 2003 al 2011), Giuseppe Rossi (oggi Presidente del Parco Nazionale d’Abruzzo e già Presidente del Parco Nazionale Gran Sasso e Monti della Laga), Cecilia Franceschetti (esponente di Marevivo), Maria Laura Fabbri (Responsabile settore naturalistico di Agriconsulting S.p.A.), Manuele Mazzetti di Pietralata (professionista con lunga esperienza nei parchi) e tanti altri che lavorarono con passione ad un compito oneroso ma pieno di soddisfazioni. Molti di loro come detto divennero direttori e presidenti di parco e di associazioni importanti per il mondo delle aree naturali protette, e l’esperienza fatta nella Segreteria Tecnica della prima fase, in un momento di crescita e costruzione del sistema, cercando di superare innumerevoli difficoltà di ordine tecnico, amministrativo e politico è stata per chi vi ha partecipato una vera e propria “scuola di formazione partecipata”, per la quale Bruno Agricola è stato un riferimento saldo e deciso, anche se le discussioni di merito in quella fase tra la vivace componente ambientalista della Segreteria Tecnica e il Direttore Generale non furono poche né poco intense.

Di quegli anni al Ministero (per me pochi, in realtà, al 1993 al 1995, quando presi servizio come Direttore dell’Ente Parco Nazionale della Val Grande) ho un bel ricordo, di un impegno totalizzante e intensivo, che portò al primo Elenco Ufficiale delle Aree Naturali Protette, al primo documento di indirizzo sulla Carta della Natura. Del gruppo (nel quale ero entrato per la mia esperienza come responsabile ricerca e biodiversità della LIPU) ero il “pulcino” per motivi anagrafici, e quindi avevo un ruolo più defilato rispetto ad altri come Nicola Cimini e Giuseppe Rossi, che provenivano entrambi dall’esperienza di Vicedirettore del Parco Nazionale d’Abruzzo di Franco Tassi, o Nino Martino (allora responsabile territorio del WWF) e di Fabio Renzi (a quei tempi responsabile aree protette di Legambiente), che fu il vero motore della Segreteria Tecnica in stretto raccordo con Agricola con il quale ebbe molti contrasti: ma va anche riconosciuto che Agricola condivideva il disegno di avviare con decisione il sistema delle aree protette attuando la legge n. 394 del 1991.

Negli anni successivi Agricola passò ad altri incarichi presso il Ministero Ambiente, e ne ho perso le tracce professionali, salvo episodici incontri. Ma al di là delle analisi politiche, devo dire che ho un buon ricordo di Bruno, ed è con grande dispiacere che ho appreso della sua malattia, anni fa, e della sua scomparsa oggi. Le mie sincere condoglianze alla famiglia e agli amici.