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La crisi istituzionale dei parchi nazionali e del Parco Nazionale del Circeo

4 aprile 2012 0 commenti

PN Circeo sotto la neve 2012 Feb 2012

Vi mettereste volentieri a viaggiare su un aeroplano di una compagnia aerea che non ha soldi per le manutenzioni, che ha personale di bordo, piloti e meccanici in numero ampiamente insufficiente, e magari durante una tempesta? Questa è l’attuale situazione dei parchi nazionali, che scontano i tagli alla spesa pubblica e una debolezza delle loro politiche. Cause sono una scarsa capacità di elaborazione della classe dirigente e un “riflusso” delle politiche ambientali a favore di interessi particolari del sistema politico e di quello economico, dell’edilizia e di lobby forti a livello elettorale come i cacciatori.

Il Parco Nazionale del Circeo non sfugge a queste logiche ed anzi è uno di quelli messi peggio. Ma è necessario prima inquadrare l’attuale momento. Il primo elemento è una difficile congiuntura che negli ultimi tre anni ha tolto ai parchi nazionali circa molti finanziamenti. La logica dei tagli lineari ha ridotto i bilanci alle sole spese per il personale e obbligatorie. Solo l’impegno del Ministero dell’Ambiente ha garantito che queste spese basali fossero garantite. Per il 2012 c’è il rischio di un ulteriore taglio del 10% (che significherebbe non poter pagare le bollette).  Tutto il resto non c’è più: educazione ambientale, visite guidate, ricerca, progetti di promozione delle attività sostenibili, materiali divulgativi. Non ci sono i soldi. E poi il personale: in tre anni le dotazioni organiche sono state ridotte del 30%. A questo punto diversi parchi stanno mettendo in mobilità i dipendenti (che con le nuove norme può voler dire arrivare al licenziamento). Inoltre non è più concretamente possibile attivare nessuna consulenza che possa supportare l’attività delle strutture. Per la prima volta il personale dei parchi nei mesi scorsi è sceso in piazza per protestare.

Il secondo elemento di crisi è rappresentato da una proposta di legge in corso di discussione al Senato, inizialmente pensata per le sole aree protette marine e poi estesa a diventare una vera e propria mini-riforma della legge 6 dicembre 1991 n. 394 sulle aree protette. La proposta prevede di spostare la rappresentanza nei Consigli Direttivi sul livello locale piuttosto che, come ora, su un bilanciamento delle istanze locali con quelle nazionali del mondo scientifico, ambientalista e dei ministeri. Prevede inoltre la scelta del Direttore sul livello politico (scelta diretta da parte del Presidente), al di fuori di logiche di professionalizzazione e in totale controtendenza con quello che succede nelle altre amministrazioni. Un altro è cercare di rafforzare l’autofinanziamento degli Enti, con entrate da prospezioni petrolifere, impianti di biomasse, centrali idroelettriche, attività di escavazione. Come scrive il Direttore del Parco Nazionale della Majella, Nicola Cimini, “appare non solo inopportuno collegare le entrate del parco ad attività che con i parchi e con le finalità che perseguono risultano in contrasto, ma anche controproducente, in quanto potrebbe rappresentare un incentivo a tali attività”. Sottoscrivo pienamente. Ben più serio, anche se più difficile, sarebbe stato cercare di rafforzare la capacità degli enti di generare entrate dalle proprie attività, come la gestione dei beni demaniali nei parchi o i servizi per i visitatori, come avviene nei parchi americani ed europei. Un altro punto è la gestione faunistica, aprendo ampi spazi per attività di controllo che somigliano molto ad attività venatoria. Infine la norma prevede un “riconoscimento” di Federparchi nelle sedi istituzionali, e non a caso in quanto Federparchi è uno dei maggiori sponsor “bipartisan”, con il Sen. D’Ali e il Sen. Orsi del centrodestra e i Sen. Ferrante e Della Seta del centrosinistra, di questa modifica di legge. Insomma questa proposta piuttosto che intervenire in positivo sui nodi problematici delle attuali gestioni (burocratizzazione delle procedure, mancanza di risorse e di personale,  di strumenti normativi e operativi per la gestione, di coordinamento centrale per i parchi nazionali), preferisce forzare gli aspetti che garantiscono un controllo politico locale dei parchi. Una parte rilevante della realtà che gravita intorno alle aree protette, composto da buona parte delle associazioni ambientaliste (WWF, LIPU, Italia Nostra, FAI, ed altre) e dei dipendenti dei parchi (AIDAP – direttori, AIGAP-guardaparco, Associazione 394 e AIGAE-guide dei parchi), si oppone a questo disegno. Si cerca invece di lavorare per una visione moderna delle aree protette, che dialoghi con le realtà locali attraverso forti processi di partecipazione, ma che garantisca una gestione efficace e professionale delle attività degli organismi gestori, proprio con la logica della “performance” e della “customer care” introdotta dalla legge 15/09 e dal D.lgs. 150/2010, la “Riforma Brunetta”.

Infine veniamo al Parco Nazionale del Circeo. La situazione è la più tragica di tutti i parchi nazionali, che spaziano dalle 123 unità in servizio del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, alle 11 previste (9 con l’ulteriore taglio previsto entro il mese di marzo 2012) del “nostro” parco, con solo 6 in servizio. E’ evidente per tutti che un ente pubblico nazionale non può funzionare con questi numeri. L’Ente dovrebbe garantire, come tutti i cittadini sanno sulla propria pelle, nulla osta per opere edilizie, permessi per tagli di piante, pareri su condoni, in tempi brevi – che invece brevi non sono e non possono essere con un unico tecnico. Dovrebbe organizzare (e l’ha fatto finché ha potuto con le pochissime risorse disponibili) visite guidate, promozione del territorio, gestione di musei e centri visitatori, manutenzioni dei sentieri. Pianificare e regolamentare le attività sul territorio con il Piano del Parco (che miracolosamente è stato predisposto ed è all’esame degli enti competenti) che garantisca la certezza del diritto per i cittadini. Gestire progetti di monitoraggio e di ricerca, un fiore all’occhiello della gestione del Parco. Svolgere attività di sorveglianza e repressione degli abusi edilizi. E tutto ciò è sempre più difficile, ed è anche difficile con questi numeri semplicemente predisporre i bilanci, realizzare l’attività amministrativa, gestire il personale. Ci auguriamo che chi deve prendere iniziative in questo senso le prenda al più presto, altrimenti l’agonia operativa che l’Ente Parco sta vivendo presto lo porterà alla chiusura.

Giuliano Tallone

Articolo pubblicato sul giornale locale “Il Centro Storico”, scaricabile su http://www.parcocirceo.it/ita_301_189_news.html

In merito alla riforma vedi la posizione delle associazioni ambientaliste: http://www.wwf.it/UserFiles/File/News%20Dossier%20Appti/COM%20STAMPA/2012/2012_01_26_394_comunicatocongiunto.pdf

Alla stessa ha risposto, criticandola, Legambiente: http://www.legambiente.it/contenuti/comunicati/parchi-riforma-legge-39491-legambiente-contro-lappello-di-alcune-associazioni-a

Critico sulla nota delle associazioni ambientaliste anche il PD: http://www.bighunter.it/Natura/ArchivioNews/tabid/220/newsid734/10016/Default.aspx, in alcune note durissimi in particolare gli Ecodem: http://www.ecologistidemocratici.it/2012/01/parchi-senatori-ecodem-rispondono-a-wwf-e-lipu-critiche-disinformate-e-corporative-spendano-meglio-i-loro-soldi/, in altri commenti invece più dialogici http://www.ecologistidemocratici.it/2012/02/la-riforma-della-legge-sui-parchi/

Invece l’Associazione 394, che rappresenta i dipendenti dei parchi italiani, aderisce all’appello delle associazioni: http://www.notiziedaiparchi.it/?p=2685

E quindi ulteriore risposta delle associazioni: http://www.greenreport.it/_new/index.php?page=default&id=%2014323

Un commento sulla polemica tra associazioni: http://www.greenreport.it/_new/index.php?page=default&id=14306

La posizione di AIDAP (Associazione Italiana dei Direttori di Aree Protette):  http://www.parks.it/news/dettaglio.php?id=16080

Un importante ed articolato commento del Direttore del Parco Nazionale della Majella: http://www.parcomajella.it/newsScelta_View.asp?CAT=In%20Evidenza&ID=717

Un articolo su Repubblica di oggi 4 aprile 2012 sulla proposta di legge di riforma: http://www.repubblica.it/ambiente/2012/04/04/news/parchi_alleanza_verde-32741940/

Infine Federparchi critica le critiche di Moschini: http://www.greenreport.it/_new/index.php?page=default&id=12933