Spending review colpo di grazia per il Parco Nazionale del Circeo
In questi giorni di crisi può non far notizia che l’Ente di gestione di un parco nazionale storico come quello del Circeo, nato nel 1934, dopo un taglio del 40% della dotazione organica del personale tra il 2010 ed oggi, a seguito della spending review, sia ridotto ormai al lumicino e rischi sostanzialmente di non poter più operare.
Non riuscendo però a rassegnarmi all’ineludibilità degli eventi, pubblico sul blog un articolo in uscita su un giornale locale, “Il Centro Storico”, che lancia un allarme ed un appello per affrontare questa situazione nelle sedi opportune, quelle della politica. Le strade amministrative infatti, pur percorse, non possono trovare una soluzione date le norme vigenti e l’orientamento generalizzato ai tagli in tutta la pubblica amministrazione.
I nuovi tagli lineari al personale mettono a rischio la gestione dell’area protetta
Già negli scorsi numeri del “Centro Storico” ho scritto in merito alla crisi strutturale dell’Ente Parco, messo a dura prova da tagli al personale pari al 30% negli ultimi tre anni, e da sostanziali riduzioni nei finanziamenti per le attività istituzionali. Ora, con l’approvazione del Decreto Legge 6 luglio 2012, n.95 (la cosiddetta Spending Review) pubblicato in Gazzetta Ufficiale n. 156 il 6 luglio 2012, potrebbe arrivare il colpo di grazia per l’area protetta.
Il Decreto prevede infatti un ulteriore taglio del 10% delle dotazioni organiche di tutti gli enti pubblici non economici e quindi anche dell’Ente Parco. In totale il 40% in poco più di tre anni, ovviamente una misura insostenibile pensando che la dotazione numerica (teorica) originale dell’Ente era di 14 unità più il direttore, che ora dovrebbero diventare 8 o forse addirittura 7 in quanto il taglio è sui costi, e non tutti i posti “pesano” nello stesso modo. Un disastro. Una situazione che ovviamente non consente di garantire le finalità istituzionali complesse di un organismo nazionale, come più volte ho spiegato in passato. Per fare qualche esempio, il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, il più vicino al Circeo, conta 123 unità di personale (anche queste oggi soggette agli stessi tagli percentuali); il Comune di San Felice Circeo ha una dotazione organica nell’ordine del centinaio di unità. Come fa un parco nazionale a funzionare con 7 persone? A garantire le visite guidate, le attività con le scuole, la ricerca scientifica, le pratiche di nulla osta, la gestione delle strutture operative come il Museo o il Centro Visitatori, a promuovere il territorio e il turismo sostenibile con la sentieristica, i capanni per il birdwatching, ma anche con lo sviluppo del marchio del Parco per i prodotti agricoli? Ad attuare le innumerevoli azioni previste dal Piano del Parco (reperibile sul sito www.parcocirceo.it) per la conservazione delle specie e degli habitat di importanza internazionale presenti sul nostro territorio, ma anche lo sviluppo compatibile delle comunità locali? Come fa, con questi numeri, anche solo a garantire il proprio funzionamento, a predisporre i bilanci, a gestire la contabilità e i rapporti con i fornitori? Come può questa organizzazione produrre progetti per garantire almeno in parte il proprio autofinanziamento?
E non dimentichiamo il ruolo insostituibile che l’Ente Parco si è costruito nel garantire una cerniera con il Corpo Forestale dello Stato – e le sue attività meritorie di gestione dei circa 6.000 ettari di foreste e terreni demaniali (il complesso dei laghi) – aprendo la storica gestione “protettiva” a un approccio ampiamente partecipato dalla comunità locale, con maggiore disponibilità nel costruire un rapporto con la popolazione e le amministrazioni, ma anche con l’associazionismo ambientalista e scientifico.
Tutto questo è oggi in severa crisi, anzi posso dire sull’orlo del crollo operativo. Chi può fare qualcosa per l’Ente Parco, per supportarne l’azione ed anche la sopravvivenza messa oggi fortemente in discussione, per favore lo faccia.
Direttore dell’Ente Parco Nazionale del Circeo