Una storia italiana
Tutto troppo bello per essere vero. Il passaggio della linea 2 in Piazza del Duomo scatena le proteste dei tutori dell’arte preoccupati dell’impatto sui monumenti e attorno ad essi si aggrega un variegato gruppo d’interesse politico-economico. A nulla valgono le assicurazioni, suffragate da centinaia di esperienze analoghe in Europa, che rispetto all’enorme impatto generato attualmente dai circa 2300 bus che attraversano giornalmente la piazza, il tram garantirebbe la salvezza delle opere d’arte grazie alla completa eliminazione delle vibrazioni agli edifici circostanti e alla totale assenza di emissioni nocive. Viene indetto un referendum consultivo che non supera la percentuale di partecipazione richiesta per la discussione in consiglio comunale. I contrari e i favorevoli sono quasi alla pari con una leggera prevalenza dei primi. Il Sindaco e la giunta comunale annunciano responsabilmente la volontà di andare avanti in un progetto strategico per la mobilità cittadina, uno degli oppositori politici manifesta l'intenzione di presentare una lista alle prossime elezioni comunali e tutto sembra tornare nell’alveo della ragionevolezza. Ma, alle primarie del Partito del Sindaco uscente per l’individuazione del nuovo candidato, vince nettamente e inaspettatamente il giovane Presidente della Provincia di Firenze che, appena nominato, annuncia una “verifica tecnica della fattibilità dei tracciati proposti” che tradotto dal politichese vuol dire ridiscussione del passaggio in Piazza Duomo. Nel vecchio stile italiano di rimettere sempre tutto in discussione senza concludere nulla. Ma perché perdere altro tempo quando, come spiega bene in questa intervista l’amministratore delegato francese della società che gestirà il sistema tranviario fiorentino, non esiste una vera alternativa al passaggio dal centro e dal Duomo? A meno di non prendere in considerazione l’assurda proposta proveniente da alcuni settori economici di una costosissima e inefficace metropolitana sotterranea. Come ho scritto in questo articolo e in questo articolo, il tram moderno è attualmente la soluzione più efficiente in termini energetici, gestionali ed economici ai problemi del traffico urbano ed extraurbano. Per questi motivi, mi auguro che il nuovo Sindaco, non riparta daccapo rispetto a un’infrastruttura fondamentale per la città e oserei dire per il paese, in forza della spinta propulsiva che l’esperienza di Firenze potrebbe dare a una tecnologia tranviaria in piena espansione in tutta Europa, ma in estremo ritardo in Italia.