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Una storia italiana

23 febbraio 2009 0 commenti
La città di Firenze ha un programma avanzato per la realizzazione di una rete estesa di linee tranviarie integrate al sistema ferroviario che, se portato a termine, tra qualche anno la collocheranno all’avanguardia del sistema di trasporto collettivo in Italia. La prima linea, che dal Comune limitrofo di Scandicci arriva alla stazione di Santa Maria Novella attraversando l’Arno in corrispondenza del Parco delle Cascine per 7,6 km di percorso e 14 fermate, è stata ultimata ed è attualmente in corso il collaudo dei mezzi Sirio lungo il percorso. L’inaugurazione è prevista al massimo per settembre. Le altre due linee, i cui lavori sono già stati appaltati alla prestigiosa società dei trasporti pubblici della città di Parigi Ratp, che gestirà insieme all’Ataf (azienda pubblica dei trasporti fiorentini) l’intero servizio sulle tre linee, comprendono la 2, che parte dall'aeroporto di Peretola, interscambia con l'Alta Velocità ferroviaria, percorre il centro storico e termina in piazza della Libertà, per 7,2 km di percorso e 18 fermate e la 3, che dall'ospedale di Careggi si collega con la stazione di Santa Maria Novella passando per la Fortezza da Basso, per 4 km e 10 fermate.
Tutto troppo bello per essere vero. Il passaggio della linea 2 in Piazza del Duomo scatena le proteste dei tutori dell’arte preoccupati dell’impatto sui monumenti e attorno ad essi si aggrega un variegato gruppo d’interesse politico-economico. A nulla valgono le assicurazioni, suffragate da centinaia di esperienze analoghe in Europa, che rispetto all’enorme impatto generato attualmente dai circa 2300 bus che attraversano giornalmente la piazza, il tram garantirebbe la salvezza delle opere d’arte grazie alla completa eliminazione delle vibrazioni agli edifici circostanti e alla totale assenza di emissioni nocive. Viene indetto un referendum consultivo che non supera la percentuale di partecipazione richiesta per la discussione in consiglio comunale. I contrari e i favorevoli sono quasi alla pari con una leggera prevalenza dei primi. Il Sindaco e la giunta comunale annunciano responsabilmente la volontà di andare avanti in un progetto strategico per la mobilità cittadina, uno degli oppositori politici manifesta l'intenzione di presentare una lista alle prossime elezioni comunali e tutto sembra tornare nell’alveo della ragionevolezza. Ma, alle primarie del Partito del Sindaco uscente per l’individuazione del nuovo candidato, vince nettamente e inaspettatamente il giovane Presidente della Provincia di Firenze che, appena nominato, annuncia una “verifica tecnica della fattibilità dei tracciati proposti” che tradotto dal politichese vuol dire ridiscussione del passaggio in Piazza Duomo. Nel vecchio stile italiano di rimettere sempre tutto in discussione senza concludere nulla. Ma perché perdere altro tempo quando, come spiega bene in questa intervista l’amministratore delegato francese della società che gestirà il sistema tranviario fiorentino, non esiste una vera alternativa al passaggio dal centro e dal Duomo? A meno di non prendere in considerazione l’assurda proposta proveniente da alcuni settori economici di una costosissima e inefficace metropolitana sotterranea. Come ho scritto in questo articolo e in questo articolo, il tram moderno è attualmente la soluzione più efficiente in termini energetici, gestionali ed economici ai problemi del traffico urbano ed extraurbano. Per questi motivi, mi auguro che il nuovo Sindaco, non riparta daccapo rispetto a un’infrastruttura fondamentale per la città e oserei dire per il paese, in forza della spinta propulsiva che l’esperienza di Firenze potrebbe dare a una tecnologia tranviaria in piena espansione in tutta Europa, ma in estremo ritardo in Italia.