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Energia elettrica buttata al vento

29 agosto 2009 0 commenti
Ho analizzato nel mio ultimo articolo le principali differenze tra dati provvisori e definitivi di produzione di energia elettrica nel 2008 in Italia, disponibili sul sito di Terna S.p.A. . In genere le differenze tra le due elaborazioni sono marginali e il quadro generale rimane sostanzialmente immutato. Però quest’anno salta agli occhi con molta evidenza un valore molto differente da quello annunciato nell’analisi provvisoria, la produzione di energia eolica. Il dato provvisorio forniva una potenza installata di 3.736 MW e una produzione energetica di 6.637.000 MWh, in quello definitivo la potenza installata cala poco, a circa 3538 MW, ma la produzione subisce un vero crollo a 4.861.300 MWh.. Anche se la tendenza generale rimane in crescita stupisce questa inaspettata battuta d’arresto.
Le conseguenze di questa situazione sono sintetizzate nella tabella allegata in cui ho evidenziato la serie storica (negli ultimi sette anni) di Produzione annua lorda, Potenza efficiente lorda, Ore equivalenti. Per quest’ultimo dato ho ricavato una ipotesi minima e una massima nel cui intervallo si colloca certamente il valore reale dell’anno preso in considerazione. La minima corrisponde all’ ipotesi di nuove installazioni eoliche realizzate tutte all’inizio dell’anno, l’ipotesi massima a installazioni realizzate tutte alla fine dell’anno. Questa approssimazione è necessaria perché, come ho scritto qualche tempo fa in un articolo sul sito di Aspoitalia, i nuovi impianti eolici vengono installati effettivamente nel corso dell’anno, e il calcolo delle loro ore equivalenti dovrebbe avvenire per ogni singolo impianto rapportandolo a una frazione di anno, dato di difficile e oneroso reperimento.
Si può vedere facilmente nel 2008 il crollo delle ore equivalenti sia nell’ipotesi minima che massima, sia rispetto agli anni precedenti, sia rispetto al dato provvisorio di Terna (in celeste).
Cosa può aver causato questa improvvisa tendenza? E’ molto probabile che la revisione al ribasso dei dati di produzione sia dovuta alle interruzioni di potenza eolica operate da Terna negli ultimi tempi per garantire la sicurezza della rete di trasmissione attraverso azioni di modulazione della potenza. In altre parole, molti impianti eolici sono stati costretti a interrompere la produzione di energia elettrica a causa dell’inadeguatezza del sistema di produzione e distribuzione dell’energia in Italia. Infatti, secondo quanto si apprende da questo articolo dell’Anev, “durante l’anno 2008 le azioni di modulazione sono state una costante portando alcuni impianti ad essere limitati nel funzionamento nell’ordine complessivo del 30% rispetto alla potenza nominale, mentre vi sono casi di impianti limitati per oltre il 70% della potenza fino ad alcuni casi in cui la potenza limitata è stata totale, ovvero il 100%; queste limitazioni hanno comportato per periodi limitati il rischio concreto di non consentire il ritorno economico dei progetti e quindi il DEFAULT finanziario con tutte le drammatiche conseguenze possibili.” Inoltre, “a livello nazionale le modulazioni impartite nel corso del 2008 possono essere stimate in oltre 1.000 MW sull’intero territorio nazionale continentale, oltre ad altri 200 MW in Sardegna e sulla base di questi dati è possibile calcolare statisticamente i dati medi di mancata produzione che in maniera cautelativa si attestano su circa 700.000 MWh…”.
Come si può facilmente capire, la questione è molto seria e pone delle domande a cui il decisore politico dovrebbe fornire risposte efficaci di governo. Siamo già vicini al limite di potenza intermittente installabile o si tratta di un eccesso di precauzione da parte di Terna che limita le potenzialità di fonti energetiche strategiche come le rinnovabili? Quali interventi tecnologici in termini di potenziamento e maggiore interconnessione delle reti e di incremento della potenza attiva necessaria a rispondere rapidamente alle variazioni brusche di potenza si intende mettere in atto per accrescere la quota di rinnovabili del sistema nazionale in rapporto agli obiettivi europei? Quali sistemi di stoccaggio dell’energia rinnovabile si intende promuovere e incentivare per dare un futuro a questo settore strategico?
L’unica cosa certa è che bisogna smetterla di far finta che il problema non esista, continuando in un atteggiamento di fiducia messianica nelle rinnovabili che rischia solo di far fallire, attraverso il rinvio, la costruzione di un sistema sostenibile di produzione energetica.