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Eppur si muove

17 novembre 2009 0 commenti
La storia dell’Alta Velocità ferroviaria in Italia è il paradigma dell’inefficienza del paese e uno dei simboli dell’arretratezza del nostro sistema decisionale, politico e amministrativo. C’è voluto circa cinque volte il tempo necessario nel resto d’Europa per completare l’opera, spendendo il 500% in più. Un vero scandalo amministrativo che gli organi nazionali di controllo dovrebbero indagare, punendo pesantemente i responsabili. Ma temo che, come quasi sempre avviene nel nostro paese, anche questa volta i colpevoli resteranno impuniti. A chi volesse approfondire la storia e i motivi di queste nefandezze, consiglio la lettura di questo documento.

Detto questo, bisogna però prendere atto con soddisfazione che i lavori della tratta strategica Torino – Milano – Bologna – Firenze – Roma – Napoli sono sostanzialmente conclusi e, come annunciato dall’Amministratore Delegato delle Ferrovie, Mauro Moretti, dal prossimo 13 Dicembre sarà possibile, grazie all’apertura degli ultimi tratti mancanti, Torino – Novara, la galleria Firenze – Bologna, Gricignano – Napoli, viaggiare con i treni ad Alta Velocità sull’intero percorso, con tempi nettamente competitivi rispetto agli altri mezzi di trasporto. In particolare, sarà possibile trasferirsi da Roma a Milano in meno di tre ore. Le Ferrovie già detengono sulla tratta incompleta circa il 50% degli spostamenti, ma sapendo che su di essa si concentra il 70% del traffico aereo nazionale, è facile prevedere, sulla scorta di tutte le esperienze realizzate in Europa, un’ulteriore sottrazione di quote di mercato a questo modo di trasporto estremamente inquinante.
E, giustamente, le Ferrovie si apprestano a sostenere la competizione, mettendo in evidenza i vantaggi anche ambientali del trasporto su ferro rispetto alle altre modalità. Sul sito dell’Azienda italiana, è disponibile un documento che mette bene in evidenza questo raffronto estremamente positivo in termini di consumi energetici, emissioni di gas serra e inquinamento atmosferico. Sempre sullo stesso sito, è poi disponibile un’interessante applicazione di facile utilizzo, denominata Eco-passenger, che consente di confrontare (inserendo le città di partenza ed arrivo) per gli aerei, le automobili e i treni del trasporto passeggeri in Europa, il consumo di energia, le emissioni di CO2 e le emissioni in atmosfera di gas di scarico, utilizzando i migliori dati disponibili per le diverse modalità di trasporto e coprendo gran parte dei paesi Europei. Eco-passenger è stato sviluppato in collaborazione tra l'UIC (Unione Internazionale delle Ferrovie), i suoi membri europei, IFEU (l’Istituto tedesco per l'Ambiente e l'Energia) e IVEmbH (sistema di routing e software). E’ poi disponibile (in inglese) un report sulla metodologia di calcolo che considera, in un’ottica di “analisi del ciclo di vita” le emissioni derivanti dal consumo cumulativo di energia, includendo anche l'energia utilizzata per produrre l’elettricità o il combustibile, in una prospettiva "dalla sorgente alla ruota".
Se alle positive novità descritte in precedenza, aggiungiamo anche il fatto che, come da me scritto qualche tempo fa, sulla linea dell’Alta Velocità si attuerà dal 2011 un processo di liberalizzazione del settore con l’ingresso di una nuova compagnia ferroviaria, NTV, partecipata da alcuni industriali italiani e dalla società nazionale dei trasporti francesi, che farà concorrenza alla compagnia di bandiera, le prospettive per il nostro disastrato sistema di trasporto su ferro si annunciano migliori.
Rimane da risolvere il grosso problema del servizio sulle altre tratte ferroviarie, attualmente molto scadente, soprattutto nei collegamenti tra le aree urbane. Però, anche grazie all’entrata in funzione dell’Alta Velocità, questi problemi potranno essere risolti. Le linee liberate dal traffico di lunga percorrenza, potrebbero essere riconvertite, anche qui attraverso un processo di liberalizzazione, al trasporto rapido di massa, utilizzando i moderni mezzi tranviari che possono percorrere indifferentemente sia i binari ferroviari, che quelli stradali all’interno delle città. Per approfondire questa tematica potete leggere i riferimenti contenuti nel mio articolo di qualche giorno fa “Lo spreco di risorse del trasporto pubblico locale”. E anche nel trasporto delle merci, le vecchie linee ferroviarie potrebbero essere parzialmente convertite a questo segmento strategico di mercato.