Rapporto Energia Ambiente 2008
L’ENEA ha pubblicato sul proprio sito il consueto Rapporto Energia Ambiente per il 2008 con cui l’ente di ricerca italiano fa il punto sulla situazione energetica italiana e internazionale ed elabora alcuni scenari di riferimento per quanto riguarda i consumi energetici e l’evoluzione delle emissioni dei gas serra. In questa sede non è possibile analizzare nel dettaglio tutte le informazioni contenute nel Rapporto alla cui lettura rimando per eventuali approfondimenti. Mi limito ad evidenziare solo alcuni dei punti che mi appaiono più rilevanti.
1) Mi pare del tutto condivisibile l’analisi sull’evoluzione dei prezzi petroliferi, che riporto integralmente:
“Le cause principali del rialzo dei prezzi petroliferi sono identificate nei seguenti fattori:
- forte crescita della domanda (e aspettative di ulteriore crescita) di beni di consumo quali automobili, mezzi di trasporto privati, elettrodomestici, e di servizi energetici quali trasporto, turismo, riscaldamento, climatizzazione nelle economie emergenti dell’Asia e negli stessi paesi produttori di petrolio;
- esigui margini di capacità produttiva nei paesi OPEC;
- crescente potere di mercato dei paesi OPEC presso cui si concentra l’offerta;
- mancato adeguamento della capacità di raffinazione nei paesi OCSE e in Asia;
- effetti speculativi dovuti alla progressiva finanziarizzazione dei mercati energetici.
La forte domanda appare tuttavia il fattore più influente, come evidenziato dal brusco ripiego dei prezzi in corrispondenza delle aspettative di recessione legate alla crisi economica in atto. Per quanto riguarda l’evoluzione nel lungo periodo, a fronte della parziale attenuazione delle tensioni lato domanda indotta dalla crisi, rimangono fattori di tensione lato offerta. Uno dei problemi principali è l’accessibilità alle riserve a basso costo di estrazione, ormai in larga parte nazionalizzate e concentrate nei paesi OPEC. La disponibilità ad effettuare investimenti con tempi di ritorno medio-lunghi è un ulteriore elemento di incertezza. Il basso corso dei prezzi potrebbe indurre strategie di attesa nell’adeguamento della capacità produttiva sia da parte degli operatori occidentali che in quelli dei paesi OPEC.”
2) Interessante è l’analisi degli effetti della crisi sul sistema energetico ed economico italiano, che mette in rilievo come l’impatto della crisi sia stato particolarmente significativo sull’industria, meno sugli altri settori. In questo grafico viene mostrato come, a differenza di quanto avvenuto nell’industria, nel settore dei trasporti le crisi petrolifere abbiano avuto un impatto più che altro congiunturale, con riduzioni dei consumi in corrispondenza delle impennate del prezzo del petrolio, seguite dalla ripresa del trend crescente di lungo periodo a seguito del ritorno del prezzo del petrolio su valori più contenuti. I dati 2005-2008 sembrano confermare questa elasticità dei consumi dei trasporti al prezzo.
3) Per quanto riguarda l’analisi delle tecnologie energetiche, spicca la “bufala” dei cento anni di uranio ancora disponibile che ho già commentato e, credo, demolito, in questo articolo.
4) Infine, nel Rapporto sono disponibili i dati provvisori del Ministero Sviluppo Economico sui consumi di energia primaria, che evidenziano per il terzo anno consecutivo un sensibile calo, destinato ancora ad accentuarsi nell’anno 2009 a causa dell’esplodere della crisi economica. Nei grafici allegati, che ho ricavato proprio a partire da questi dati, è rappresentata la domanda di energia primaria in Italia per fonte e per usi. E’ possibile confrontarli con i grafici degli anni precedenti, contenuti in quest’altro mio articolo.
1) Mi pare del tutto condivisibile l’analisi sull’evoluzione dei prezzi petroliferi, che riporto integralmente:
“Le cause principali del rialzo dei prezzi petroliferi sono identificate nei seguenti fattori:
- forte crescita della domanda (e aspettative di ulteriore crescita) di beni di consumo quali automobili, mezzi di trasporto privati, elettrodomestici, e di servizi energetici quali trasporto, turismo, riscaldamento, climatizzazione nelle economie emergenti dell’Asia e negli stessi paesi produttori di petrolio;
- esigui margini di capacità produttiva nei paesi OPEC;
- crescente potere di mercato dei paesi OPEC presso cui si concentra l’offerta;
- mancato adeguamento della capacità di raffinazione nei paesi OCSE e in Asia;
- effetti speculativi dovuti alla progressiva finanziarizzazione dei mercati energetici.
La forte domanda appare tuttavia il fattore più influente, come evidenziato dal brusco ripiego dei prezzi in corrispondenza delle aspettative di recessione legate alla crisi economica in atto. Per quanto riguarda l’evoluzione nel lungo periodo, a fronte della parziale attenuazione delle tensioni lato domanda indotta dalla crisi, rimangono fattori di tensione lato offerta. Uno dei problemi principali è l’accessibilità alle riserve a basso costo di estrazione, ormai in larga parte nazionalizzate e concentrate nei paesi OPEC. La disponibilità ad effettuare investimenti con tempi di ritorno medio-lunghi è un ulteriore elemento di incertezza. Il basso corso dei prezzi potrebbe indurre strategie di attesa nell’adeguamento della capacità produttiva sia da parte degli operatori occidentali che in quelli dei paesi OPEC.”
2) Interessante è l’analisi degli effetti della crisi sul sistema energetico ed economico italiano, che mette in rilievo come l’impatto della crisi sia stato particolarmente significativo sull’industria, meno sugli altri settori. In questo grafico viene mostrato come, a differenza di quanto avvenuto nell’industria, nel settore dei trasporti le crisi petrolifere abbiano avuto un impatto più che altro congiunturale, con riduzioni dei consumi in corrispondenza delle impennate del prezzo del petrolio, seguite dalla ripresa del trend crescente di lungo periodo a seguito del ritorno del prezzo del petrolio su valori più contenuti. I dati 2005-2008 sembrano confermare questa elasticità dei consumi dei trasporti al prezzo.
3) Per quanto riguarda l’analisi delle tecnologie energetiche, spicca la “bufala” dei cento anni di uranio ancora disponibile che ho già commentato e, credo, demolito, in questo articolo.
4) Infine, nel Rapporto sono disponibili i dati provvisori del Ministero Sviluppo Economico sui consumi di energia primaria, che evidenziano per il terzo anno consecutivo un sensibile calo, destinato ancora ad accentuarsi nell’anno 2009 a causa dell’esplodere della crisi economica. Nei grafici allegati, che ho ricavato proprio a partire da questi dati, è rappresentata la domanda di energia primaria in Italia per fonte e per usi. E’ possibile confrontarli con i grafici degli anni precedenti, contenuti in quest’altro mio articolo.