Formigoni fa lo spiritoso
Come potete leggere in questo articolo sul sito del Corriere, il Presidente della Regione Lombardia, il Sindaco e il Presidente della Provincia di Milano, hanno ricevuto nei giorni scorsi un avviso di garanzia per l’inquinamento causato dalle famigerate polveri sottili, emesse in via prevalente dal traffico autoveicolare. Si tratta di un atto dovuto da parte della Magistratura in seguito a una denuncia del Codacons, associazione di consumatori, che serve esclusivamente ad avviare un’indagine sulla vicenda. Ma Formigoni si atteggia a perseguitato, minimizza, ironizzando sulla natura del reato: “getto pericoloso di cose in luogo pubblico”, e con lui diversi giornali nazionali che commentano divertiti la notizia.
Io penso invece, che ci sia poco da fare gli spiritosi di fronte a un gravissimo problema che causa decine di migliaia di morti all’anno in Italia, con il corredo di centinaia di migliaia di patologie alle vie respiratorie anche nei bambini, tanto da farne una vera e propria emergenza sanitaria.
In questo articolo ho scritto un anno fa sull’argomento: l’Unione Europea ha approvato una legge in materia che, sconfessando platealmente il dettato normativo precedente ha rinunciato ad applicare i limiti più restrittivi raccomandati dalle organizzazioni sanitarie internazionali, per mantenere quelli da anni in vigore: non più di 40 microgrammi/metro cubo per la media annua delle concentrazioni di PM10 nell’aria e non più di 35 superamenti nell’anno del valore di 50 microgrammi/metro cubo della media giornaliera delle stesse concentrazioni. Ebbene, molte città della Lombardia non rispettano nemmeno queste soglie più tolleranti, di un inquinante che mina gravemente la salute dei propri cittadini. Ad onor del vero non solo in Lombardia, ma in tutta Italia, si verificano gli stessi livelli preoccupanti di inquinamento. Ne sanno qualcosa il Presidente della Regione Toscana, l’ex Sindaco e alcuni amministratori del Comune di Firenze, che a conclusione di un’analoga indagine, sono stati tutti rinviati a giudizio e subiranno un processo per lo stesso reato imputato a Formigoni, “getto pericoloso di cose in luogo pubblico”. Un vecchio articolo del codice penale, il 674, unico strumento, udite udite, per perseguire questo tipo di inquinamento, non contemplato ancora specificamente nella normativa italiana.
Non so come finiranno queste iniziative giudiziarie, probabilmente in una bolla di sapone. Gli imputati diranno che hanno fatto il possibile e si difenderanno dicendo che il problema è nazionale e globale, che nessuno è ancora riuscito a risolverlo del tutto. In parte avranno anche ragione, perché in verità bisognerebbe mettere sotto processo un sistema di mobilità fondato sull’automobile e uno stile di vita. In altre parole, l’intera società. Però, gli amministratori locali italiani potrebbero far tesoro dalle innumerevoli esperienze europee di potenziamento dei sistemi di trasporto collettivo su ferro, che stanno abbattendo sensibilmente i livelli di inquinamento nelle aree urbane. Invece pensano ad altro o accumulano ritardi. Ma questo è un altro problema su cui torneremo prossimamente.
Io penso invece, che ci sia poco da fare gli spiritosi di fronte a un gravissimo problema che causa decine di migliaia di morti all’anno in Italia, con il corredo di centinaia di migliaia di patologie alle vie respiratorie anche nei bambini, tanto da farne una vera e propria emergenza sanitaria.
In questo articolo ho scritto un anno fa sull’argomento: l’Unione Europea ha approvato una legge in materia che, sconfessando platealmente il dettato normativo precedente ha rinunciato ad applicare i limiti più restrittivi raccomandati dalle organizzazioni sanitarie internazionali, per mantenere quelli da anni in vigore: non più di 40 microgrammi/metro cubo per la media annua delle concentrazioni di PM10 nell’aria e non più di 35 superamenti nell’anno del valore di 50 microgrammi/metro cubo della media giornaliera delle stesse concentrazioni. Ebbene, molte città della Lombardia non rispettano nemmeno queste soglie più tolleranti, di un inquinante che mina gravemente la salute dei propri cittadini. Ad onor del vero non solo in Lombardia, ma in tutta Italia, si verificano gli stessi livelli preoccupanti di inquinamento. Ne sanno qualcosa il Presidente della Regione Toscana, l’ex Sindaco e alcuni amministratori del Comune di Firenze, che a conclusione di un’analoga indagine, sono stati tutti rinviati a giudizio e subiranno un processo per lo stesso reato imputato a Formigoni, “getto pericoloso di cose in luogo pubblico”. Un vecchio articolo del codice penale, il 674, unico strumento, udite udite, per perseguire questo tipo di inquinamento, non contemplato ancora specificamente nella normativa italiana.
Non so come finiranno queste iniziative giudiziarie, probabilmente in una bolla di sapone. Gli imputati diranno che hanno fatto il possibile e si difenderanno dicendo che il problema è nazionale e globale, che nessuno è ancora riuscito a risolverlo del tutto. In parte avranno anche ragione, perché in verità bisognerebbe mettere sotto processo un sistema di mobilità fondato sull’automobile e uno stile di vita. In altre parole, l’intera società. Però, gli amministratori locali italiani potrebbero far tesoro dalle innumerevoli esperienze europee di potenziamento dei sistemi di trasporto collettivo su ferro, che stanno abbattendo sensibilmente i livelli di inquinamento nelle aree urbane. Invece pensano ad altro o accumulano ritardi. Ma questo è un altro problema su cui torneremo prossimamente.