Tre storie trammatiche
Tranquillizzo subito i censori della lingua italiana che da qualche tempo imperversano sul nostro quotidiano elettronico. Il titolo non contiene alcuno strafalcione grammaticale, bensì un gioco di parole che sfrutta la consonanza vocale di tram e drammatiche per dire, succintamente, che stiamo parlando in maniera seriamente preoccupata delle prospettive di mobilità innovativa in tre città italiane.
La prima vicenda riguarda Parma, splendida città dell’Emilia, grondante di millenaria storia e di incomparabili sapori. Qualche giorno fa sono stato invitato a partecipare come relatore a un Convegno dal titolo “Prospettive per una mobilità sostenibile”, titolo suggestivo utilizzato dalle associazioni organizzatrici, Il Borgo, WWF e Legambiente, per affrontare il tema dei trasporti pubblici in città e, in particolare, la “vexata quaestio” del progetto di metropolitana parzialmente sotterranea i cui lavori, dopo essere stati appaltati dal Comune a una ditta locale, ora sembrano oggetto di ripensamento da parte della nuova amministrazione comunale, politicamente in continuità con quella precedente, ma alla disperata ricerca di maggiori finanziamenti per un’opera evidentemente sottostimata economicamente.
Nella mia relazione, intitolata significativamente “Il tram moderno in Europa. Una soluzione ecologica ed economica ai problemi della mobilità”, ho descritto alcune tra le esperienze più innovative in materia di trasporto collettivo che si stanno diffondendo rapidamente nel nostro continente. A partire dal caso francese: i cugini d’oltralpe, come noi, avevano colpevolmente smantellato le linee tranviarie esistenti prima della guerra e dell’avvento della mobilità individuale su gomma. Poi, a partire dai primi anni ‘90, alcune città coraggiose e lungimiranti, come Grenoble, Nantes, ma soprattutto Strasburgo, sfruttando sopraggiunte importanti innovazioni tecnologiche, avevano di nuovo inserito il tram nel tessuto urbano, riscuotendo un tale successo in termini gestionali ed economici da indurre molte altre città francesi a seguire il loro esempio. Oggi, in Francia, diciassette città (molte demograficamente comparabili a Parma) hanno già in esercizio reti di tram moderni, con vetture articolate a pavimento ribassato e sono in previsione nuovi ampliamenti: Lilla, St.Etienne, Marsiglia, Nantes, Grenoble, Parigi, Strasburgo, Rouen, Montpellier, Orleans, Lione, Bordeaux (in questa città si sta sperimentando per la prima volta un tipo di alimentazione elettrica non aerea ma dal pavimento stradale), Tolone, Valenciennes, Mulhouse, Nizza, Le Mans. Ma, all’ orizzonte 2010, saranno in funzione in Francia 25 reti di tramvie moderne, per oltre 400 km. di linee ex-novo; a fronte delle tre linee che esistevano in tutto venti anni prima e che complessivamente non raggiungevano allora la lunghezza di 30 km. In tutti i paesi europei sono ora in corso progetti di sviluppo dei sistemi tranviari. Questi sistemi di trasporto erano stati invece conservati e ammodernati nella maggior parte delle città della Germania, Svizzera ed Austria, ed anche nei principali centri dell’ Olanda e del Belgio.
Ho cercato di sintetizzare i motivi di questo successo, perfettamente speculari ai motivi dell’insuccesso dei mezzi di trasporto pubblico su gomma prevalenti in Italia:
1) Sede propria, che impedisce la commistione con altri flussi di traffico e garantisce alta frequenza e puntualità.
2) Moderne vetture articolate che consentono un’alta capacità di trasporto, quindi di risparmiare sui costi operativi, ma contemporaneamente di percorrere strade strette e tortuose come quelle dei centri storici.
3) Mezzi accessibili, comodi e confortevoli, grazie ad alcune innovazioni tecnologiche che hanno permesso l’ingresso degli utenti dallo stesso livello del marciapiede e la riduzione al minimo delle vibrazioni e del rumore.
Ho poi evidenziato un’ulteriore novità che fa oggi del tram il sistema di trasporto più efficiente nelle aree urbane. Negli anni ’90 alla ripresa del sistema di trasporto tranviario urbano in tutto il mondo ha fatto anche seguito un’evoluzione importante nel trasporto locale su ferro che oggi rilancia il sistema tranviario anche nel territorio extraurbano. Questa rivoluzione, partita dalla città tedesca di Karlsruhe, consente al mezzo tranviario di percorrere indifferentemente sia le linee urbane che i binari ferroviari, e quindi di mettere in comunicazione diretta, senza rotture di carico, con un solo mezzo veloce e frequente, le zone nevralgiche dei centri abitati di aree vaste e, aumentando esponenzialmente i passeggeri trasportati, permette di risanare e rilanciare linee ferroviarie regionali o locali, oggi deficitarie e minacciate di chiusura.
Ho concluso con un’analisi dei costi unitari di queste moderne tecnologie, circa cinque volte inferiori a quelli di una metropolitana, sottolineando l’evidente sottostima di quelli del progetto parmense. Ho individuato infine tre ragioni per rivedere il progetto in favore di una soluzione tranviaria:
1) Possibilità di realizzare, agli stessi costi, un sistema tranviario più esteso ed efficiente della linea metropolitana prevista.
2) Opportunità di integrazione totale del tram con la rete di ferrovie locali, attraverso la tecnologia del tram-treno, impossibile per la metropolitana tradizionale.
3) Individuazione di un sistema di gara tramite la finanza di progetto che consente, come sperimentato già dalla città di Firenze, di coinvolgere grandi e prestigiose società europee di trasporto, garantendo competenza, capacità operative e corresponsabilità nella realizzazione e nella gestione dell’opera.
Non sarà facile modificare un progetto in stato così avanzato di realizzazione, ma forse le sempre maggiori ristrettezze della finanza pubblica e il coraggio di alcune associazioni locali potranno fare il miracolo. Da parte mia, tanti auguri.
La prima vicenda riguarda Parma, splendida città dell’Emilia, grondante di millenaria storia e di incomparabili sapori. Qualche giorno fa sono stato invitato a partecipare come relatore a un Convegno dal titolo “Prospettive per una mobilità sostenibile”, titolo suggestivo utilizzato dalle associazioni organizzatrici, Il Borgo, WWF e Legambiente, per affrontare il tema dei trasporti pubblici in città e, in particolare, la “vexata quaestio” del progetto di metropolitana parzialmente sotterranea i cui lavori, dopo essere stati appaltati dal Comune a una ditta locale, ora sembrano oggetto di ripensamento da parte della nuova amministrazione comunale, politicamente in continuità con quella precedente, ma alla disperata ricerca di maggiori finanziamenti per un’opera evidentemente sottostimata economicamente.
Nella mia relazione, intitolata significativamente “Il tram moderno in Europa. Una soluzione ecologica ed economica ai problemi della mobilità”, ho descritto alcune tra le esperienze più innovative in materia di trasporto collettivo che si stanno diffondendo rapidamente nel nostro continente. A partire dal caso francese: i cugini d’oltralpe, come noi, avevano colpevolmente smantellato le linee tranviarie esistenti prima della guerra e dell’avvento della mobilità individuale su gomma. Poi, a partire dai primi anni ‘90, alcune città coraggiose e lungimiranti, come Grenoble, Nantes, ma soprattutto Strasburgo, sfruttando sopraggiunte importanti innovazioni tecnologiche, avevano di nuovo inserito il tram nel tessuto urbano, riscuotendo un tale successo in termini gestionali ed economici da indurre molte altre città francesi a seguire il loro esempio. Oggi, in Francia, diciassette città (molte demograficamente comparabili a Parma) hanno già in esercizio reti di tram moderni, con vetture articolate a pavimento ribassato e sono in previsione nuovi ampliamenti: Lilla, St.Etienne, Marsiglia, Nantes, Grenoble, Parigi, Strasburgo, Rouen, Montpellier, Orleans, Lione, Bordeaux (in questa città si sta sperimentando per la prima volta un tipo di alimentazione elettrica non aerea ma dal pavimento stradale), Tolone, Valenciennes, Mulhouse, Nizza, Le Mans. Ma, all’ orizzonte 2010, saranno in funzione in Francia 25 reti di tramvie moderne, per oltre 400 km. di linee ex-novo; a fronte delle tre linee che esistevano in tutto venti anni prima e che complessivamente non raggiungevano allora la lunghezza di 30 km. In tutti i paesi europei sono ora in corso progetti di sviluppo dei sistemi tranviari. Questi sistemi di trasporto erano stati invece conservati e ammodernati nella maggior parte delle città della Germania, Svizzera ed Austria, ed anche nei principali centri dell’ Olanda e del Belgio.
Ho cercato di sintetizzare i motivi di questo successo, perfettamente speculari ai motivi dell’insuccesso dei mezzi di trasporto pubblico su gomma prevalenti in Italia:
1) Sede propria, che impedisce la commistione con altri flussi di traffico e garantisce alta frequenza e puntualità.
2) Moderne vetture articolate che consentono un’alta capacità di trasporto, quindi di risparmiare sui costi operativi, ma contemporaneamente di percorrere strade strette e tortuose come quelle dei centri storici.
3) Mezzi accessibili, comodi e confortevoli, grazie ad alcune innovazioni tecnologiche che hanno permesso l’ingresso degli utenti dallo stesso livello del marciapiede e la riduzione al minimo delle vibrazioni e del rumore.
Ho poi evidenziato un’ulteriore novità che fa oggi del tram il sistema di trasporto più efficiente nelle aree urbane. Negli anni ’90 alla ripresa del sistema di trasporto tranviario urbano in tutto il mondo ha fatto anche seguito un’evoluzione importante nel trasporto locale su ferro che oggi rilancia il sistema tranviario anche nel territorio extraurbano. Questa rivoluzione, partita dalla città tedesca di Karlsruhe, consente al mezzo tranviario di percorrere indifferentemente sia le linee urbane che i binari ferroviari, e quindi di mettere in comunicazione diretta, senza rotture di carico, con un solo mezzo veloce e frequente, le zone nevralgiche dei centri abitati di aree vaste e, aumentando esponenzialmente i passeggeri trasportati, permette di risanare e rilanciare linee ferroviarie regionali o locali, oggi deficitarie e minacciate di chiusura.
Ho concluso con un’analisi dei costi unitari di queste moderne tecnologie, circa cinque volte inferiori a quelli di una metropolitana, sottolineando l’evidente sottostima di quelli del progetto parmense. Ho individuato infine tre ragioni per rivedere il progetto in favore di una soluzione tranviaria:
1) Possibilità di realizzare, agli stessi costi, un sistema tranviario più esteso ed efficiente della linea metropolitana prevista.
2) Opportunità di integrazione totale del tram con la rete di ferrovie locali, attraverso la tecnologia del tram-treno, impossibile per la metropolitana tradizionale.
3) Individuazione di un sistema di gara tramite la finanza di progetto che consente, come sperimentato già dalla città di Firenze, di coinvolgere grandi e prestigiose società europee di trasporto, garantendo competenza, capacità operative e corresponsabilità nella realizzazione e nella gestione dell’opera.
Non sarà facile modificare un progetto in stato così avanzato di realizzazione, ma forse le sempre maggiori ristrettezze della finanza pubblica e il coraggio di alcune associazioni locali potranno fare il miracolo. Da parte mia, tanti auguri.