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L’identikit del “gasista”

22 aprile 2011 0 commenti

Donna, 30 anni, laureata: ecco l’identikit del “gasista”, almeno nella regione Marche dove l’associazione REES (Rete di economia solidale) Marche ha presentato alcuni giorni fa i dati di una ricerca realizzata in collaborazione con le quattro università presenti sul territorio regionale. 182 le persone intervistate e circa 20 i GAS presi in esame, sia di recente che di vecchia costituzione. dall’associazione REES (Rete di Economia Solidale) nell’ambito della ricerca sulle Economie Solidali nelle Marche.

Emerge come siano soprattutto le donne (58%) a prediligere questa forma solidale di consumo, che prevede l’acquisto diretto dal produttore rigorosamente con certificato bio. Il 55,9% del campione rientra nella fascia d’età tra i 22 e i 44 anni e ha un livello di istruzione elevato, superiore alla media. Tra le motivazioni dell’adesione a un GAS, il credere a forme di consumo critico e la ricerca di prodotti di qualità. Una pratica di consumo, quella dei gruppi di acquisto solidale, che sta prendendo sempre più piede nella nostra regione, allineata con il dato nazionale, che ha visto nel triennio 2008-2010 una crescita del 55% (Rapporto Bio Bank 2011). In aumento anche il numero di aziende con vendita diretta (+ 25%), i ristoranti bio (+ 24%), gli agriturismi (+ 11%), le mense scolastiche (+10%), i mercatini (+ 7%). Le Marche sono risultate al secondo posto in Italia per densità di operatori, con il primato (rispetto al numero della popolazione) su vendita diretta, ristoranti, agriturismi. I GAS acquistano prevalentemente ortofrutta, vino, olio, formaggio, cereali e legumi. i dati sono stati presentati lunedì presso la facoltà di Economia nel corso di un convegno cui hanno partecipato la presidente REES Katya Mastantuono, Il professor Ugo Ascoli, il coordinatore del progetto Toni Montevidoni, Soana Tortora di Solidarius Italia, Mario Cavani di Banca Etica, Luigino Quarchioni, presidente Legambiente Marche.

“La crisi che stiamo vivendo -ha affermato Toni Montevidoni- ci porta a farci delle domande sulle pratiche economiche su cui si basano le nostre società. E’ all’interno del cosiddetto terzo settore, quello del non profit, che si può identificare un’altra economia, vista come un insieme di reti basate su principi solidali ed etici, che mettano al centro dell’azione il bene collettivo”.

Obiettivo dunque quello di fare sintesi delle buone pratiche e delle esperienze di economia solidale e ricerca sui possibili scenari evolutivi, fino alla nascita di un vero e proprio DES, distretto di economia solidale. “Le Marche sono la terra dei distretti industriali -ha sottolineato Soana Tortora- la prospettiva oggi, grazie all’operato della REES, è proprio quella di accelerare e qualificare il processo di costruzione di distretti di economia solidale”.