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I Gas presi nella rete. Il progetto fish box sbarca nelle città

26 ottobre 2011 0 commenti

Per la prima volta il pesce entra a far parte del paniere dei Gruppi di Acquisto Solidale e lo fa grazie al progetto “fish box” nato a Termoli circa un anno fa e in breve tempo già sbarcato, è il caso di dirlo, in tante altre città. Il meccanismo è sempre lo stesso: rientrati in porto di primo mattino, i pescatori che aderiscono al progetto preparano le cassette (i box appunto) a base di pesce freschissimo e a chilometro zero, proveniente dall’Adriatico e pescato seguendo tecniche tradizionali. Dopo la visita sanitaria parte il carico che in poche ore raggiunge le città per essere distribuito ai Gas. Le consegne vengono fatte secondo un calendario preciso, consultabile sul sito: martedì in Lombardia, mercoledì in Toscana e Umbria, giovedì in Abruzzo e Molise e venerdì nel Lazio. Gli ordini, come ha spiegato il co-fondatore del progetto Daniele Mugnano all’agenzia Adnkronos si chiudono il mercoledì a mezzogiorno ed entro giovedì alla stessa ora si dà conferma che le barche siano in mare e che, quindi, il pesce arriverà puntuale il giovedì notte alla banchina di Termoli.

 “Le richieste sempre in aumento e il fatto che il 60% dei Gruppi di acquisto solidale del centro Italia si rivolgano a noi spiega Mugnano- dimostrano che puntare sulla sostenibilità alimentare, in un momento di crisi, è una scelta vincente”. Gli obiettivi di fish box sono ben spiegati nel sito (www.fishbox.it): accorciare la catena distributiva e coniugare il piacere del palato con una maggiore responsabilità negli acquisti.

I pesci del fish box sono quindi a basso impatto ambientale, non si trovano in fase riproduttiva e mangiarli consente ad altre specie di crescere secondo i propri tempi. Hanno un breve ciclo vitale e sono più sani da un punto di vista nutrizionale: infatti pesci più grossi e longevi accumulano maggiori quantità di sostanze tossiche presenti nei nostri mari. “La nostra azienda -si legge nel sito- è completamente al di fuori da quelli che sono gli attuali canali distributivi del prodotto ittico in Italia (ingrosso, piattaforme commerciali. Ci approvvigioniamo direttamente sui pescherecci dell’Adriatico e ci rivolgiamo per la distribuzione a Gruppi di Acquisto di Quartiere o Aziendali, Gas, Associazioni e Realtà Operative nel mondo del Biologico”.

Il costo? Una cassetta da 2 chili (pesce fresco misto dell’Adriatico) costa 30 euro, 50 quella da 2 chili e mezzo che include anche scampi, rane pescatrici, seppie, calamari, sogliole, totani, polpi, mazzancolle, mormore, triglie. C’è anche l’opzione “fish box 3” dove con 42 euro si può ordinare un box da 3 chili composto da polpi, totani e merluzzi. Abbinabilie in tutti i casi un sacchetto di cozze (2,50 euro al Kg), vongole (8 euro al Kg) o alici mezzane (12 euro box da 2 chili). Da tenere presente che la composizione può variare in base alla stagionalità e la pescata. Inutile quindi pretendere nasello e pannocchie ad aprile o il rombo a giugno. Anche il trasporto dei box viene effettuato con mezzi a basso impatto ambientale per ridurre le emissioni in atmosfera di Co2. Il successo della “Fish box”, definita da Slow Food come una delle poche aziende CSF (Community Supported Fisherty), sta portando alla nascita di un nuovo progetto, “Conserve di mare”, che entro l’inizio del 2012 offrirà ai Gruppi di acquisto scatolette di tonno sostenibili e barattoli di “pesce dimenticato” tutto da riscoprire, conservati in olio d’oliva e realizzati grazie ad alcune cooperative di pescatori.

A ispirare il fish box non a caso è stata la tradizione, tutta abruzzese, della schaffetta, la parte di pesce che dopo una settimana di pesca spettava ai marinai per il consumo familiare.

 I Gas interessati che desiderano aderire al progetto o solo avere informazioni possono scrivere a daniele.mugnano@fishbox.it oppure fishbox@alice.it