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Il messaggio travisato: ASPO come “I Limiti dello Sviluppo” e come l’IPCC

6 febbraio 2009 0 commenti

E' probabile che un grafico di questo genere sia incomprensibile per una frazione importante della popolazione.
(Predizioni per la produzione di gas e petrolio, da ASPO Newsletter, Dicembre 2008)


Tempo fa, Dennis Meadows, uno degli autori dei "Limiti dello Sviluppo" del 1972, mi ha raccontato delle tante difficoltà che hanno avuto con il loro studio. Mi diceva che uno dei problemi è stato che hanno scoperto che la maggior parte della gente non è in grado di leggere i grafici cartesiani. Infatti, i detrattori dello studio hanno basato le loro critiche non sui grafici pubblicati nel libro, ma su dati numerici estratti da una delle tabelle. Se la gente fosse stata in grado di capire i grafici, si sarebbe resa conto immediatamente che le critiche erano infondate; invece la demolizione delle tesi del libro ha avuto successo.

Un grafico cartesiano è una forma di linguaggio. Non è un linguaggio difficile, ma comunque deve essere appreso - altrimenti uno si ritrova perduto come di fronte a una lingua straniera della quale non conosce una parola. Il linguaggio dei grafici si può imparare a scuola o nella pratica, ma la maggior parte della gente non lo conosce, nessuno glie lo ha spiegato. Fateci caso: sulla stampa i grafici cartesiani dove si vede una linea continua che connette i dati sono molto rari. Quasi sempre, troverete piuttosto dei "diagrammi a barre". Sembra che per la maggior parte dei lettori sia difficile capire che le barre sono connesse fra di loro da una tendenza storica. E' un po' come una patologia nota della corteccia cerebrale: certe persone sono in grado di vedere gli oggetti che si spostano da un punto all'altro, ma non sono in grado di vederli "in movimento".

Non ho trovato dati su quale frazione della popolazione sia affetta da questa forma di cecità ai grafici cartesiani. Ho il dubbio, però, che Dennis Meadows avesse perfettamente ragione e che questa frazione non sia per niente piccola. Questo lo sto vedendo con la questione del picco del petrolio che, dopo tutto, è comprensibile più che altro in termini di un grafico cartesiano. Negli ultimi tempi, con la caduta dei prezzi del petrolio, mi sono trovato in discussioni accese sulla questione con gente che mi sono accorto, con orrore, non aveva la minima idea di cosa si stesse parlando. Non so se avete avuto anche voi la stessa esperienza ma, per esempio, Mario Tozzi scriveva qualche tempo fa su "La Stampa": "si sta per raggiungere il cosid­detto picco del petrolio, cioè il mo­mento in cui costerà troppo." Anche lui, evidentemente, non ha capito niente del picco.

Molta gente non ha capito che il picco è un picco di produzione e lo ha inteso invece come correlato ai prezzi, più o meno come ha detto Tozzi. Dal fatto che i prezzi si sono abbassati, sono saltati alla conclusione che ASPO ha "sbagliato le previsioni". E' una cosa molto simile a quello che è successo con "I Limiti dello Sviluppo", dove alcuni numeri estratti da una singola tabella sono stati presi come prova che, anche qui, lo studio aveva "sbagliato le previsioni".

Gli autori dei "Limiti dello Sviluppo" hanno passato almeno vent'anni a cercare di spiegare che non avevano mai detto le cose che erano accusati di aver detto, senza riuscirci. Sfortunatamente, sembra che non sia un esempio isolato. Verso la fine del 2008, 2 settimane di neve e l'abbassamento dei prezzi del petrolio sono stati sufficienti per convincere moltissima gente che sia il concetto di "picco del petrolio" come di "riscaldamento globale causato dall'uomo" sono delle pure e semplici fesserie. Non è un buon sintomo della nostra capacità di reagire a questi problemi.


(ringrazio mia figlia Donata per avermi segnalato la patologia della corteccia cerebrale di cui parlo in questo articolo)