Mettiamoci la faccia
Uno dei problemi della comunicazione via internet è la tendenza a esagerare con le critiche che, facilmente, si trasformano in insulti. E' quel fenomeno che ha il nome in inglese di "flaming".
In effetti, è strano come persone che nella vita reale sono tranquillissime, si trasformano in piccoli mostriciattoli stile "Gremlins" una volta messi alla tastiera e davanti al monitor. E' una specie di sindrome Jeckyll/Mr. Hide, che colpisce placidi impiegati statali che assumono improbabili "nick" per vagare su internet in forma di piccoli dracula in forma di pipistrello alla ricerca di vittime addormentate. Sui commenti dei blog, poi, regna o l'anonimato o il nick più strampalato. Sembra la battaglia dell'Atlantico al tempo dei sommergibili dell'ammiraglio Doenitz. Emerge il sottomarino, spara i siluri, poi si immerge e sparisce.
Questi ragionamenti mi sono venuti in mente in questi giorni quando c'è stato un attimo di flaming particolarmente selvaggio in una delle liste di discussione correlate a ASPO-Italia. Come mai succedono queste cose? Beh, io credo che tutto quello che avviene abbia una ragione per avvenire; in particolare, il flaming è così comune su internet perché la comunicazione non mette in gioco i nostri neuroni-specchio. Questa è una cosa che mi ha spiegato mia figlia che studia neurologia; i neuroni specchio sono una particolare struttura cerebrale che fa si che tutti noi continuamente riproduciamo ("specchiamo") nel nostro cervello le azioni di chi ci sta intorno. E' la sorgente di quello che si chiama "empatia"; sono i neuroni specchio che ci permettono di interagire con il nostro prossimo in modi gentili e cortesi.
Ovviamente, parlandosi attraverso la tastiera e lo schermo i neuroni specchio non hanno modo di essere attivati. In più, spesso ti trovi a parlare con una persona senza nome o con un nick improbabile, tipo "Galactic Dominator". Non c'è da stupirsi se l'empatia è un po' scarsina, alle volte. Allora, per evitare gli screzi, bisognerebbe veramente cambiare un po' stile nel fare certe cose. Per prima cosa, bisognerebbe usare sempre nome e cognome. Capisco che se uno si chiama, che so, Ubaldo Castracipolle, preferisca presentarsi come Knight of Darkness, ma insomma bisogna essere anche realistici. Ma, soprattutto, è importante presentarsi con una fotografia; metterci la faccia, insomma. Questo è il modo migliore per mettere in azione i neuroni a specchio dei tuoi interlocutori.
Dopotutto è con questo semplice trucco che facebook è riuscito ad avere così tanto successo. Fateci caso: tutti si presentano su facebook con la loro foto ed è un ambiente di solito rilassato e amichevole. E' un punto che i politici hanno capito molto bene; infatti le campagne elettorali sono tutte basate su grandi faccioni che imperversano sui muri e in TV. Cercano di attivare i vostri neuroni specchio e - alle volte - ci riescono anche. Non è che dobbiamo trasformarci in politici, ma possiamo imparare da loro anche se non tutti sono particolarmente simpatici.
Certo, uno potrebbe imbrogliare con il nome, e anche con la faccia. Ma è proprio un imbroglio, a differenza del presentarsi anonimo e senza faccia, che è solo pigrizia. Dopotutto, diceva Bertolt Brecht che è faticoso esser cattivi, per cui se eliminiamo la scusa per essere pigri è probabile che i cattivi veri siano molto pochi.
Quindi, su questo post vi presento la mia faccia. Sto modificando i vari account che ho per metterci, dove possibile, la mia foto. Suggerisco che lo facciate anche voi. Ma, in fin dei conti, ricordatevi anche che esiste un mondo al di là di facebook e di internet.
In effetti, è strano come persone che nella vita reale sono tranquillissime, si trasformano in piccoli mostriciattoli stile "Gremlins" una volta messi alla tastiera e davanti al monitor. E' una specie di sindrome Jeckyll/Mr. Hide, che colpisce placidi impiegati statali che assumono improbabili "nick" per vagare su internet in forma di piccoli dracula in forma di pipistrello alla ricerca di vittime addormentate. Sui commenti dei blog, poi, regna o l'anonimato o il nick più strampalato. Sembra la battaglia dell'Atlantico al tempo dei sommergibili dell'ammiraglio Doenitz. Emerge il sottomarino, spara i siluri, poi si immerge e sparisce.
Questi ragionamenti mi sono venuti in mente in questi giorni quando c'è stato un attimo di flaming particolarmente selvaggio in una delle liste di discussione correlate a ASPO-Italia. Come mai succedono queste cose? Beh, io credo che tutto quello che avviene abbia una ragione per avvenire; in particolare, il flaming è così comune su internet perché la comunicazione non mette in gioco i nostri neuroni-specchio. Questa è una cosa che mi ha spiegato mia figlia che studia neurologia; i neuroni specchio sono una particolare struttura cerebrale che fa si che tutti noi continuamente riproduciamo ("specchiamo") nel nostro cervello le azioni di chi ci sta intorno. E' la sorgente di quello che si chiama "empatia"; sono i neuroni specchio che ci permettono di interagire con il nostro prossimo in modi gentili e cortesi.
Ovviamente, parlandosi attraverso la tastiera e lo schermo i neuroni specchio non hanno modo di essere attivati. In più, spesso ti trovi a parlare con una persona senza nome o con un nick improbabile, tipo "Galactic Dominator". Non c'è da stupirsi se l'empatia è un po' scarsina, alle volte. Allora, per evitare gli screzi, bisognerebbe veramente cambiare un po' stile nel fare certe cose. Per prima cosa, bisognerebbe usare sempre nome e cognome. Capisco che se uno si chiama, che so, Ubaldo Castracipolle, preferisca presentarsi come Knight of Darkness, ma insomma bisogna essere anche realistici. Ma, soprattutto, è importante presentarsi con una fotografia; metterci la faccia, insomma. Questo è il modo migliore per mettere in azione i neuroni a specchio dei tuoi interlocutori.
Dopotutto è con questo semplice trucco che facebook è riuscito ad avere così tanto successo. Fateci caso: tutti si presentano su facebook con la loro foto ed è un ambiente di solito rilassato e amichevole. E' un punto che i politici hanno capito molto bene; infatti le campagne elettorali sono tutte basate su grandi faccioni che imperversano sui muri e in TV. Cercano di attivare i vostri neuroni specchio e - alle volte - ci riescono anche. Non è che dobbiamo trasformarci in politici, ma possiamo imparare da loro anche se non tutti sono particolarmente simpatici.
Certo, uno potrebbe imbrogliare con il nome, e anche con la faccia. Ma è proprio un imbroglio, a differenza del presentarsi anonimo e senza faccia, che è solo pigrizia. Dopotutto, diceva Bertolt Brecht che è faticoso esser cattivi, per cui se eliminiamo la scusa per essere pigri è probabile che i cattivi veri siano molto pochi.
Quindi, su questo post vi presento la mia faccia. Sto modificando i vari account che ho per metterci, dove possibile, la mia foto. Suggerisco che lo facciate anche voi. Ma, in fin dei conti, ricordatevi anche che esiste un mondo al di là di facebook e di internet.