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La reazione auto-immune della società

18 marzo 2009 0 commenti
Pablo Picasso: "La guerra" (1952)



Nella Bibbia leggiamo di come Mosé, tornato dalla montagna con le tavole della legge, trovò gli Israeliti intenti ad adorare un vitello d'oro, che lui distrusse. Meno nota è la storia della strage che ne seguì; nella quale ognuno uccise "il proprio fratello, il proprio amico, il proprio parente".

Questa strage di tempi molto remoti è forse il primo esempio storico di quello che vorrei chiamare la "reazione auto-immune" della società. Una reazione immunitaria in cui una società si comporta in modo analogo a un essere vivente. identificando e eliminando quello che percepisce essere una minaccia al suo interno. La minaccia, tuttavia, è del tutto immaginaria e la società danneggia se stessa.

Non è cosa nuova l'idea che ci siano delle analogie fra il comportamento della società e quello degli organismi viventi. Richard Dawkins ha suggerito il concetto di "meme", equivalente culturale del materiale genetico detto "gene". I memi si riproducono, crescono, evolvono, sotto molti aspetti in modo simile ai geni. Ci sono tanti esempi, come una lingua, una melodia, un modo di dire e persino il "mi consenta" berlusconiano. Il concetto di meme rimane controverso, ma ha avuto un certo successo essendo esso stesso un meme.

Ora, se i memi sono equivalenti ai geni e la società a un organismo, ne consegue che altre strutture della società possono essere viste in termini di equivalenza con il sistema genetico. Le analogie, si sa, ti possono portare facilmente fuori strada; tuttavia una volta che entriamo in questo ordine di idee, le analogie fra il sistema immunitario genetico e quello memetico sono molte e ci danno un angolo di visione particolare di quello che è il comportamento delle società umane. La polizia e il sistema giudiziario sono sistemi destinati a difendere la società da elementi interni al sistema percepiti come pericolosi. Ma un'altra analogia interessante si trova in quel fenomeno che chiamiamo oggi "pulizia etnica", dove la società si rivolge contro uno specifico gruppo etnico o culturale al suo interno.


Queste reazioni aggressive sono patologie abbastanza comuni delle società umane e possono prendere diversi aspetti. A volte, la reazione aggressiva si rivolge contro gruppi facilmente identificabili per caratteristiche etniche, linguaggio e abitudini. Spesso, questi gruppi vivono in aree separate, scarsamente integrati dal punto di vista economico e sociale con lo stato di cui si trovano a far parte. Questo tipo di pulizia etnica l'abbiamo vista all'opera di recente, per esempio, nei paesi dell'ex-Jugoslavia.

Tuttavia, esiste una versione di pulizia etnica che è anche più distruttiva e terribile; quando la società si rivolge contro persone che sono bene integrate nella società stessa e - a volte - poco o per niente distinguibili per caratteristiche etniche, religiose o linguistiche. Questa è una vera e propria reazione auto-immune, o allergica, dove la società rivolge il proprio sistema immunitario contro se stessa.

Abbiamo visto l'esempio raccontato dalla Bibbia dove ciascuno uccise "il proprio fratello, il proprio amico, il proprio parente". Questo sterminio era diretto contro quelli che avevano adorato il vitello d'oro ma, così come la storia ci viene raccontata, sembra difficile pensare che ci sia stata una vera e propria selezione delle vittime che, in ogni caso, erano israeliti come gli altri. Non era una pulizia etnica, ma una vera e propria reazione auto-immune della società.

Ci sono altri esempi storici di questa reazione autodistruttiva. Uno è quello della "caccia alle streghe" che si è svolta in Europa per un paio di secoli a partire dal sedicesimo. Anche qui, abbiamo una reazione violenta verso persone che erano perfettamente inserite nel tessuto sociale fino a che non sono state isolate e espulse dallo stesso. Si ritiene che il numero di vittime sia stato dell'ordine di 50.000-100.000. Più tardi, la rivoluzione francese ha generato il periodo detto del "terrore" che ha colpito vittime in tutti gli strati della società. Si ritiene che il numero di vittime ghigliottinate sia dell'ordine di 20.000-40.000.

Ma questi esempi sono poca cosa rispetto a quelli avvenuti in tempi recenti, come l'olocausto degli ebrei in Germania durante il governo nazista, con i suoi milioni di vittime. Gli ebrei tedeschi erano cittadini tedeschi, parlavano tedesco, erano perfettamente inseriti nella società tedesca e avevano combattuto nell'esercito tedesco durante la prima guerra mondiale. In Germania a quel tempo, non si sterminavano soltanto ebrei, ma anche zingari; la cui strage ha preso il nome di "porrajmos" in Romany, ovvero "la grande devastazione". Si sterminavano anche cittadini tedeschi di etnia tedesca; bastava essere definiti come "un peso per lo stato" per essere fatti sparire senza troppi complimenti. A parte l'orrore di questa storia, sterminando i propri cittadini la società tedesca si era auto-inflitta un enorme danno che sicuramente contribuì alla sconfitta della Germania nella seconda guerra mondiale.

In Unione Sovietica al tempo della "grande purga" di Stalin, a partire dal 1936, si sono sterminati un numero di persone stimato fra 600.000 e due milioni di persone, in gran parte, cittadini Sovietici, con l'accusa di essere "sabotatori" e "nemici del popolo." Non c'è dubbio che l'Unione Sovietica si inflisse danni spaventosi ed è possibile che una delle conseguenze sia stata la scarsissima resistenza che l'Armata Rossa, indebolità dalle esecuzioni di ufficiali, riuscì ad opporre durante le prime fasi dell'attacco tedesco del 1941.

C'è poi il caso dei "Killing Fields" (i campi di sterminio) in Cambogia dove, dal 1975 al 1979 furono sterminate circa 200.000 persone e molte di più morirono per cause indiretta. Questo è un caso particolarmente impressionante di strage auto-immune le cui vittime erano tutti cittadini cambogiani. Da notare anche la particolare brutalità dei metodi usati: vanghe, picconi o canne di bambù acuminate. L'effetto indebolì enormemente la società cambogiana al punto che non riuscì a opporsi all'invasione vietnamita che seguì alla fase delle stragi, nel 1979. Ci sono molti altri casi, per esempio l'Iraq, impegnato in vari tipi di pulizie etniche interne: contro i Curdi al tempo di Saddam Hussein, adesso impegnato in una guerra interna fra Sciiti e Sunniti.

La caratteristica comune di tutti questi casi storici è la condizione di grave stress economico o militare (o ambedue le cose) della società. Sembrerebbe che la reazione auto-immune avvenga in conseguenza di queste condizioni. La cosa somiglia molto alla pratica del sacrificio umano, sia pure su scala più grande. Il sacrificio umano è comune in molte società umane. Ci racconta René Girard nel suo libro "Delle cose nascoste fin dalla fondazione del mondo" di come la vittima del sacrificio, un membro regolare della società, viene isolata e espulsa per diventare un elemento espiatorio che - in qualche modo - raccoglie e dissipa tutte le tensioni accumulate. In sostanza, la società cerca di liberarsi delle proprie tensioni interne reagendo fisicamente contro alcuni dei suoi membri.

Se questa reazione è una conseguenza di tensioni sociali ed economiche, la dovremmo vedere anche oggi, dato che queste tensioni non mancano di certo. La società occidentale oggi maggiormente sotto stress a causa della crisi è l'Italia. Senza risorse minerali proprie, l'Italia si trova ad affrontare l'impossibilità di continuare a sostenere un certo modello industriale basato sull'importazione di materie prime. Non solo non riesce a prendere provvedimenti in proposito, ma non sembra riuscire nemmeno a identificare qual'è il problema. Ed è proprio in Italia dove si vedono i sintomi più evidenti di una reazione auto-immune nelle sue fasi iniziali. E, come è tipico delle reazioni auto-immuni, la società danneggia se stessa. Prendendosela contro gli "immigrati" in generale, la società italiana si è scelta come bersaglio delle persone senza le quali il suo sistema industriale e sociale non potrebbe funzionare nella sua forma attuale. Particolarmente rivelatrice della reazione auto-immune è l'enfasi contro i Rom, che sono in gran parte cittadini italiani e residenti in italia ormai da generazioni. Contro i Rom, vediamo tutti i sintomi della reazione montante; a partire dall'accusa di "rapire i bambini" che, ci ricordiamo, era la stessa lanciata contro gli Ebrei prima dell'olocausto. Per il momento, per fortuna, questa reazione non ha ancora raggiunto un livello veramente violento, ma i sintomi sono preoccupanti.

Vista la situazione di degrado crescente, non solo in Italia ma ovunque, ci dobbiamo aspettare di vedere di nuovo i campi di sterminio? Non necessariamente. In realtà, c'è una caratteristica degli stermini del passato che non si ripete oggi. In quasi tutti gli esempi che abbiamo visto, abbiamo delle società sottoposte a forti stress militari, ma che anche avevano ancora abbondanti risorse minerali e che si trovavano in una fase di espansione economica. Nell'analogia con i sistemi biologici, erano organismi fortemente vitali. Ovviamente, ci vuole un organismo relativamente in buona salute per avere un sistema immunitario efficiente, tanto efficiente da poter generare una reazione auto-immune. Se l'organismo è malato, lo è anche il sistema immunitario che difficilmente è in grado di montare una reazione del genere.

Sembra che sia questo un caso comune degli ultimi tempi: ci sono delle società in grave crisi che, pure, non sono state in grado di ripetere gli eccessi di violenza auto-immune del passato. Valga l'esempio della Russia che, in una crisi economica terrificante negli anni '90 dopo aver passato il proprio picco del petrolio, non ha ripetuto le grandi purghe del tempo di Stalin. Al contrario, i Russi hanno stretto la cinghia, lavorato sodo, e rimesso in sesto il paese. Parrebbe che una società post-picco petrolifero non abbia risorse sufficienti per montare una pulizia etnica e/o sterminio di propri membri su vasta scala. Di conseguenza reagisce in modo più positivo alle difficoltà.

Quindi, sembrerebbe che ci sia anche qualcosa che possiamo chiamare il "picco della pulizia etnica." Passato questo picco, si possono mettere sotto controllo i peggiori fanatici, smetterla con i maltrattamenti delle minoranze e dedicarsi a fare cose utili. Con un po' di fortuna, anche nel caso dell'Italia dovrebbe andare così.

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Sulla somiglianza fra il sistema immunitario biologico e quello sociale, ho trovato questo riferimento:

TAPIA, Felix J.
Immune system and society. INCI. jul. 2007, vol.32, no.7, p.434-434. . ISSN 0378-1844.