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Che succede al Dow Jones?

6 aprile 2009 0 commenti

Libbre di petrolio acquistabili con il valore dell'indice Dow Jones.
Immagine da "seeking alpha"



Se lo guardate in dollari, l'indice "Dow Jones" della produzione industriale va su e va giù a seconda del momento - non sembra mostrare alcuna regolarità ma soltanto "cicli" che alcuni ritengono essere una cosa naturale.

Ma provate a esaminare il Dow Jones in termini del prezzo del petrolio e le cose cambiano notevolmente. Questo è quello che ha fatto Gregor Macdonald nel suo blog "seeking alpha". Qui, vediamo la tendenza del Dow Jones negli ultimi dieci anni: con un unità di Dow Jones si compra sempre meno petrolio. In altre parole, il valore di quello che riusciamo a produrre è in discesa costante se pensiamo che il denaro si misura in unità di energia.

Questo tipo di andamento, come ha giustamente ragionato Macdonald, non è dovuto al fatto che c'è qualcosa di sbagliato nel modo in cui produciamo. E' dovuto al fatto che il petrolio costa sempre di più in termini fisici. Questo costo viene espresso in termini di unità di "EROEI" (energy return for energy invested) e sappiamo che è in continua diminuzione. Mentre il petrolio dei "tempi d'oro" valeva circa 100 in termini di EROEI, oggi siamo intorno a 10-15. Questo vuol dire che facciamo sempre più fatica a produrre le cose e questo si riflette nella diminuzione del valore della produzione.

E' una tendenza epocale che non si invertirà finchè non sostituiremo il petrolio con qualcosa che ci faccia riprendere a produrre con l'efficienza di una volta. Non è impossibile, già il fotovoltaico ha un EROEI di circa 10 e il vento intorno a 20. Le frazioni di energia prodotte con questi metodi sono ancora minuscole, ma sappiamo cosa ci sta piombando addosso e cosa dovremmo fare per evitarlo. Peccato che non lo stiamo facendo, perlomeno in Italia.