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Se fa qua-qua come un’anatra, allora probabilmente è il picco

22 aprile 2009 0 commenti
Produzione di petrolio mondiale come somma dei petroli convenzionali e non convenzionali ("tutti i liquidi"). Dati da Rembrandt Koppelaar, the oil drum.



Gli americani hanno un detto che fa, più o meno, "if it quacks like a duck, it walks like a duck, and it swims like a duck, then it is probably a duck". Ovvero, "se fa qua-qua come un'anatra, cammina come un'anatra e nuota come un anatra, allora probabilmente è un'anatra." Questo viene il "duck test" e implica che alle volte le cose sono veramente quello che appaiono senza bisogno di farci sopra troppe teorie strane.

Applicato al picco del petrolio, il duck test ci dice che se appare come un picco, al tempo previsto per il picco, e per le quantità previste per il picco, allora è probabilmente, davvero, "il picco"

Ovvero, quello che stiamo vedendo oggi sembrerebbe davvero quel famoso "peak oil" che ASPO prevedeva da ormai parecchi anni per un periodo fra il 2005 al 2010 e che, dai dati disponibili, sembrerebbe essersi verificato realmente per il 2008 per "tutti i liquidi", ovvero per la somma della produzione del petrolio convenzionale con tutte le robacce (tar sands, heavy oil, ecc.) dalle quali si possono comunque tirar fuori liquidi combustibili.

Come per tutte le cose, in ogni caso, ci vuole sempre cautela. Se qualcosa fa qua-qua come un'anatra, non è detto che sia per forza un'anatra. Potrebbe essere un ornitorinco scappato dallo zoo, oppure un disoccupato che fa l'imitazione dell'anatra in piazza per raccogliere qualche centesimo. In effetti, i dati disponibili indicano che - potenzialmente - l'industria petrolifera mondiale potrebbe arrivare a produrre fino a 90 milioni di barili al giorno di liquidi, e quindi il picco "vero" potrebbe essere spostato di qualche anno più avanti (*).

Su questo punto, mi limito a ribadire che il concetto di "picco" non dipende unicamente dalle capacità produttive dell'industria, ma anche dal gioco fra la domanda e l'offerta. In un momento di crisi come l'attuale, l'industria non ha molto interesse a investire in nuove capacità produttive. Quindi, tutto si gioca una possibile ripresa dell'economia mondiale nei prossimi mesi. Se ci sarà davvero questa ripresa, i prezzi del petrolio schizzeranno di nuovo in alto e può darsi che la produzione ne venga stimolata a sufficienza per rimbalzare verso livelli anche oltre gli attuali. Su questo punto, mi permetto di essere molto scettico. A mio parere, se la ripresa ci sarà, sarà uccisa sul nascere dai conseguenti aumenti dei prezzi delle materie prime.

Comunque vada, su un punto non possiamo che essere tutti daccordo: la produzione di petrolio non aumenta più in modo significativo dal 2005 e questo vuol dire qualcosa!

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(*) Sul fatto di arrivare a 90 milioni di barili ho fatto una scommessa di un euro con Massimo Nicolazzi. Lui sostiene che ci arriveremo, io no. Fra un annetto vediamo chi vince la posta, che a quel momento credo che varrà circa cinquantamila nuove lire.