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Inerzia termica e isolamento degli edifici

4 maggio 2009 0 commenti

kasbahouarzazate

La Kasbah di Ouarzazate, in Marocco, sul bordo del deserto del Sahara. I muri molto spessi e le finestre piccole dell’edificio, che risaler al ‘600. assicuravano inerzia termica sufficiente per mantenere una temperatura sopportabile anche nel clima caldissimo del luogo.(foto dell’autore, Aprile 2009)

Dovevo avere una quindicina di anni quando mio padre, architetto, ricevette del materiale pubblicitario da una ditta che faceva pannelli isolanti, una cosa nuova per quei tempi. Fra le varie cose, c’era un modello di casettina delle dimensioni di una scatola da scarpe, tutta fatta di espanso isolante. Uno dei lati della casettina era completamente aperto e le istruzioni dicevano di inserire la mano dentro e di notare la sensazione di calore che ne risultava. Mi ricordo di averlo fatto e, effettivamente, la sensazione di calore era evidentissima.

A quell’epoca, la crisi del petrolio degli anni ‘70 era ancora da venire. Tuttavia, si ragionava già di isolamento termico negli edifici sulle varie riviste di architettura che arrivavano a mio padre, di cui ero un assiduo lettore. Su queste riviste, c’era allora un dibattito se isolare le case fosse effettivamente una cosa buona. Una certa corrente di pensiero sosteneva che era controproducente. Col tempo, questa corrente sembra essere stata sconfitta e oggi si accetta che l’isolamento termico delle pareti è sempre e comunque una cosa buona. Tuttavia, va anche detto che i detrattori del concetto avevano dei punti interessanti, soprattutto nel sostenere che bisognava tener conto non solo della trasmissione del calore, ma anche dell’inerzia termica degli edifici. Un edificio massiccio e poco isolato, si sosteneva, poteva risultare più confortevole di uno leggero e bene isolato.

Oggi, questo dibattito è sostanzialmente scomparso, ma la questione dell’inerzia termica rimane poco studiata e menzionata, perlomeno nella maggior parte dei documenti che si possono trovare su internet. Un esempio della mancanza di attenzione su questo punto è la questione se i pannelli isolanti debbano stare all’interno o all’esterno dei muri? Su questo punto, due installatori diversi mi hanno detto con assoluta sicurezza che è ovvio che i pannelli devono stare fuori (secondo uno dei due) oppure che devono stare dentro (secondo l’altro).

Molto di quello che si trova su internet sulla faccenda isolamento dentro/fuori è correlato a fattori pratici e di costo. Mettere l’isolamento all’esterno può essere più facile per certi aspetti, ma richiede delle impalcature. Al contrario, l’isolamento interno può dare dei problemi per via dei mobili, impianti elettrici, termosifoni, eccetera. Ma il punto che viene considerato poco è quello dell’inerzia termica.

Ai fini del calcolo della trasmissione del calore, è vero che il fatto che l’isolamento sia dentro o fuori non cambia niente. Ma, se la casa è in mattoni, pietra o cemento non troppo sottile, per scaldare una casa con l’isolamento all’esterno occorre scaldare anche i muri, cosa che richiede un certo tempo per via della massa termica degli stessi. In altre parole, se arrivate in una casa fredda che è isolata all’esterno, passa un certo tempo da quando accendete il riscaldamento a quando la temperatura raggiunge il livello voluto. Questo l’avete notato sicuramente se avete provato a scaldare una vecchia casa in pietra. Prima che la temperatura raggiunga valori confortevoli, ci vuole un bel pezzo.

La casa isolata all’interno si riscalda molto più rapidamente. Somiglia molto di più in questo comportamento alle baite montane in legno che, infatti, sono fatte come sono fatte probabilmente proprio per poter essere scaldate con una certa rapidità. Ci sono altre differenze, per esempio la casa isolata all’interno è molto più sensibile a spifferi e correnti d’aria e bisogna stare attenti a gestirsi la ventilazione in modo ottimale per evitare di perdere i vantaggi dell’isolamento ma anche per evitare problemi di inquinamento interno.

Se si guarda solo il riscaldamento invernale, la casa a bassa inerzia termica, ovvero con l’isolamento all’interno ha dei vantaggi sulla soluzione opposta. Il principale è che permette di usare il riscaldamento soltanto quando ce n’è veramente bisogno; ovvero spegnerlo quando uno esce di casa e riaccenderlo quando rientra. Ma bisogna anche notare che la casa che ha una buona inerzia termica può aver meno bisogno di energia per il riscaldamento in quanto “smorza” le variazioni termiche dell’ambiente esterno.

Le cose cambiano radicalmente quando si parla dell’estate. E’ vero che l’isolamento termico protegge sia dal caldo che dal freddo ma, nella pratica, siccome la casa deve comunque essere ventilata, se l’isolamento è interno, la temperatura dell’aria interna raggiunge rapidamente quello dell’aria esterna. In altre parole, è possibile gestirsi una casa del genere in estate solamente se c’è un impianto di aria condizionata, altrimenti è un forno. Si comporta come quella casettina modello di cui vi parlavo all’inizio, dove infilavi la mano e sentivi caldo - piacevole in inverno, ma fastidioso in estate. Per il caldo estivo, l’isolamento esterno combinato con una certa massa termica di una casa in mattoni o in pietra ha dei notevoli vantaggi nel senso che protegge i muri dal riscaldamento solare e li lascia agire da “volano termico” riducendo le escursioni di temperatura fra notte e giorno. Al limite, se i muri sono molto spessi, si potrebbe fare a meno del tutto dell’aria condizionata, come si poteva fare negli edifici antichi a mura molto spesse, come la kasbah di Ouarzazate che si vede nella foto all’inizio.

Allora, possiamo tirare le somme sulla questione dell’isolamento termico esterno o interno. La scelta dipende dalla situazione climatica e pratica di dove uno vive. Nel sud-centro Italia il problema del caldo estivo è prevalente rispetto a quello del freddo invernale, specialmente tenendo conto del riscaldamento globale in atto. In questo caso, l’isolamento esterno è preferibile e sarebbe bene costruire case con muri spessi, ma questo non si fa più per risparmiare. Al Nord o in montagna, è forse preferibile la soluzione opposta, ovvero isolamento interno.

In tutti i casi, non sarebbe male ricordarsi che l’isolamento termico non è il solo modo di controllare la temperatura di un ambiente, conta molto anche l’inerzia termica e se uno riesce a sfruttare la naturale inerzia del mondo esterno, allora può risparmiare energia altrettanto e forse di più che con l’isolamento.

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Considerazioni simili a quelle riportate qui si trovano a questo sito:

http://www.crsoft.it/user/articoli/n17/inerzia.asp

oppure anche a questo blog

http://www.mygreenbuildings.org/