I dinosauri di cemento
L' Unité d'Habitation di Marsiglia, nota anche come "La Cité Radieuse", progettata e costruita da Le Corbusier a partire dal 1945. Questo dinosauro di cemento armato è stato il prototipo di molta dell'architettura popolare moderna.
Anni fa, mi è capitato di vivere in Francia, a Marsiglia. L'edificio dove abitavo, come molti altri nella zona, aveva un sistema di raccolta dei rifiuti che si chiamava "vide-ordure" (svuota immondizia). In cucina, c'era uno sportellino che, aperto, mostrava un vano in cui si poteva mettere il sacchetto dei rifiuti. Richiuso lo sportellino, si sentiva il sacchetto precipitare giù per una conduttura verso profondità plutoniche dove veniva fatto sparire, non era dato di sapere come.
Il vide-ordure era abbastanza comune negli edifici di Marsiglia. Mi risulta che sia stato l'eredità dell'opera di Le Corbusier, che aveva costruito, a poca distanza da casa mia, la sua "Unité d'habitation", nota in città più che altro come la "cité radieuse". Non so se sia stato Le Corbusier a inventare il vide-ordure, ma era stato sicuramente uno dei primi architetti ad adottarlo.
La Citè Radieuse non era notevole soltanto per il suo sistema interno di trasporto dei rifiuti. Era un concetto completamente nuovo dell'archiettura abitativa. Per molto tempo, nessuno, o quasi, aveva veramente pensato a fare delle abitazioni "per il popolo". L'architettura era qualcosa per i ricchi, i poveri si dovevano arrangiare in baracche malsane. Ma, in un epoca di grandissima espansione demografica e di inurbamento della popolazione come era l'Europa nella prima metà del ventesimo secolo, Le Corbusier si era posto il problema di come gestire in modo razionale gli agglomerati urbani che stavano nascendo un po' ovunque. A questo problema, gli americani nel dopoguerra rispondevano con infinite distese di casettine, l'automobile privata e i grandi centri commerciali: era la "suburbanizzazione" spinta della società. Le Corbusier aveva pensato a una soluzione diversa, più adatta per un'Europa che, a quel tempo, era ancora povera e poco motorizzata. L'Unité d'habitation era una vera "città verticale." Conteneva al suo interno negozi, scuole e altri servizi che dovevano ricreare un villaggio interno che gli abitanti potevano raggiungere con gli ascensori, senza bisogno di altri mezzi di trasporto.
Senza dubbio, Le Corbusier vedeva l'edificio come un qualcosa di organico, non soltanto un villaggio verticale, ma addirittura una vera e propria creatura vivente. Aveva un senso, in questa visione, che l'edificio avesse una specie di tratto intestinale: il vide-ordure che depositava i rifiuti in una buia cantina come se fossero escrementi del grande dinosauro. Era il massimo del concetto di rifiuto inteso come "immondizia", una cosa che non si poteva portare in giro per le scale in qualche bidone puzzolente. La si doveva vedere e toccare il meno possibile, per questo la si faceva scomparire in una tana buia, attraverso dei condotti invisibili.
Ma il vide-ordure non era il solo tratto quasi biologico del dinosauro di cemento di Le Corbusier, che era avanzatissimo per i suoi tempi. Per esempio, aveva un sistema di ventilazione interno - cosa inusitata per quell'epoca. Lo possiamo considerare l'equivalente archiettonico dei polmoni biologici. Ci potremmo divertire con le analogie fra architettura e biologia, non solo nell'opera di Le Corbusier. Il sistema idrico e l'acqua sanitaria, per esempio, sono equivalente al sistema urinario; il gas naturale e l'elettricità che portano energia in tutti gli appartamenti sono l'equivalente dei globuli rossi che portano energia all'organismo, eccetera.
Come i dinosauri avevano scoperto al loro tempo, ci sono dei vantaggi a essere grossi e massicci. Le grandi dimensioni favoriscono il mantenimento di temperature interne costanti senza pesare troppo sul metabolismo. Ma essere grossi e massicci significa anche essere specializzati avere delle forti esigenze. I dinosauri dell'epoca mesozoica non si adattarono bene ai cambiamenti climatici che si verificarono alla fine del Cretaceo e si estinsero. I dinosauri di cemento del ventesimo secolo potrebbero fare la stessa fine a breve termine.
Se un vantaggio dei grandi edifici di cemento armato è quello di aver bisogno di relativamente poca energia per essere scaldati, hanno anche degli enormi problemi. Il principale è la dipendenza totale da flussi di energia e di materia dall'esterno. Un appartamento senza acqua per due giorni diventa già invivibile. Senza elettricità, e quindi senza aria condizionata, gli appartamenti ai piani alti diventano forni crematori in estate e comunque sono impraticabili in mancanza di ascensori. Nonostante il lavoro pionieristico di Le Corbusier, la qualità dell'aria interna degli edifici moderni lascia spesso a desiderare. Negli edifici commerciali e pubblici ci sono sistemi di ventilazione conformi a delle norme internazionali, ma nella maggior parte degli edifici abitativi queste norme non sono richieste e - comunque - sono del tutto ignorate. Si sa molto poco degli effetti sulla salute umana di questo inquinamento interno, ma è sicuramente un problema altrettanto grave quanto trascurato. Il tentativo occasionale di rendere "più efficienti" queste abitazioni dal punto di vista del riscaldamento si risolve spesso nel sigillarle, peggiorando ulteriormente la qualità dell'aria interna. E, ancora, in mancanza di energia elettrica, la ventilazione si ferma e l'edificio diventa invivibile.
I problemi si fanno più gravi se consideriamo tempi lunghi e la probabile futura carenza di risorse. Se un edificio in cemento armato manca di manutenzione per qualche anno, si trasforma in una entità cavernosa, buia, fredda, umida e puzzolente. L'intonaco, se c'è, va a pezzi (e, non per nulla, Le Corbusier non lo aveva previsto). Lo stesso cemento armato tende a degradarsi se non è stato costruito correttamente: miscelando ferro e cemento della giusta qualità e nelle giuste proporzioni. Il cemento di Le Corbusier ha retto bene a cinquant'anni di vita, ma chi può dire come siano stati costruiti tantissimi edifici più moderni che - per ora - stanno in piedi; ma per quanto tempo? Il giorno in cui crolleranno sapremo se dentro il cemento c'era tondino di ferro oppure rete da pollaio, oppure proprio niente. Nel recente terremoto in Abruzzo, si è visto come le norme anti-sismiche, teoricamente esistenti, tendono ad essere ignorate.
Persino il vide-ordure, meraviglia tecnologica degli anni '50, si è rivelato un disastro. Già negli anni '70, quando abitavo a Marsiglia, c'erano delle grosse difficoltà con questi sistemi per via del grande aumento nella quantità di rifiuti prodotti. A casa mia, il vide ordure funzionava, ma quelli della cité radieuse, più vecchi e con delle condotte troppo strette, erano ostruiti e inservibili. Mi è parso di capire che molti anni dopo i condotti sono stati ripristinati, utilizzando probabilmente delle tubazioni più capienti. Ma, anche se oggi funziona di nuovo, l'idea del vide-ordure rimane un concetto che fa a botte con i concetti moderni di differenziazione del rifiuto. Il grande dinosauro soffre di stitichezza.
Si possono salvare i dinosauri di cemento? Probabilmente no. Corrispondono a un concetto abitativo che ormai si sta facendo obsoleto: grandi concentrazioni urbane abitate da quelli che Le Corbusier chiamava gli hommes en serie, gli uomini in serie. Operai tutti uguali che tutte le mattine andavano a lavorare in fabbrica, tutti insieme, per poi tornare la sera nella loro unité d'habitation, sempre tutti insieme e tutti uguali. Un mondo che era ottimizzato per lo sfruttamento efficiente di risorse naturali che, allora, erano abbondanti. Ma già oggi questo modello comincia a diventare obsoleto.
Con il "rientro" demografico e previsto per i prossimi anni, e già in atto per l'Italia e molte società cosiddette "ricche", ci troveremo rapidamente in grave difficoltà a mantenere in efficienza i grandi dinosauri di cemento. E' probabile che ben presto decideremo di abbandonarne una gran parte che saranno lasciati a marcire; inabitati e inabitabili, finché non crolleranno.
In fondo, i nostri antenati sono vissuti in capanne e tende per almeno centomila anni e solo per un paio di secoli in edifici multipiano. Le casette - tanto aborrite da una certa scuola di architettura - sono meno efficienti in termini di riscaldamento, ma sono più resilienti, richiedono meno risorse e meno manutenzione, sono più facilmente riparabili e il giardino si può trasformare in un orto dove si possono coltivare ortaggi e patate. E non c'è bisogno del vide-ordure, così sei sicuro che non si intaserà mai!