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Come cresce il fotovoltaico

12 luglio 2009 0 commenti

Di Terenzio Longobardi - dal sito di ASPO-Italia

Sul sito del GSE è apparsa la notizia che gli impianti fotovoltaici in Italia a seguito del Conto energia (vecchia più nuova versione) hanno superato i 500 MW di potenza installata. Ad un anno dalla mia prima analisi del Conto Energia la situazione è nettamente migliorata con un ritmo di crescita delle installazioni molto promettente.
Cerchiamo ora di valutare questi risultati partendo dai dati disponibili, nella prima pagina dello stesso sito, sul contatore aggiornato in tempo reale, delle installazioni di impianti fotovoltaici, suddivise tra quelle realizzate con il nuovo e il vecchio Conto Energia.
Il vecchio Conto Energia fu approvato con il decreto del 28 luglio 2005 e ha trovato applicazione in tre trimestri, i due finali del 2005 e il primo del 2006, per un periodo complessivo di vigenza di circa 9 mesi. Il nuovo Conto Energia è stato approvato con il decreto del 19 febbraio 2007 e quindi ha un periodo di vigenza di circa 28 mesi.
Vediamo i risultati. Con il vecchio Conto Energia sono, fino all’ 8 Luglio, entrati in esercizio 5.667 impianti fotovoltaici per una potenza complessiva di 159,379 MW (a fronte di 387 MW ammessi all’incentivazione), con il nuovo Conto Energia sono entrati in esercizio 36.255 impianti fotovoltaici per una potenza complessiva di 373,797 MW. Il vecchio regime ha ottenuto quindi, una potenza media di 28,12 kW contro i 10,31 kW del nuovo regime. L’obiettivo indicato dal nuovo Conto Energia di 3000 MW di potenza installata al 2016 appare difficilmente raggiungibile, in quanto occorrerebbero circa 20 anni al ritmo attuale di installazione. Anche se considerassimo la tendenza in corso a una maggiore velocità di crescita delle installazioni, che però negli ultimi mesi si è attenuata, probabilmente a causa del crollo delle quotazioni petrolifere e della crisi economica in corso (vedi il grafico dell’IEA sul crollo degli investimenti globali), il raggiungimento dell’obiettivo rimane comunque problematico, anche perché, come risulta dal comunicato del GSE, gli impianti di piccola taglia, inferiori ai 20 kW, sono la gran maggioranza (circa 37.000) mentre al momento sono entrate in esercizio solo 8 centrali fotovoltaiche di potenza superiore ad 1 MW.
Sembrerebbero quindi confermate le conclusioni del mio articolo “Confronto tra vecchio e nuovo decreto di incentivazione del fotovoltaico” che individuava nella scarsa incentivazione degli impianti di potenza più elevata uno dei limiti del nuovo Conto Energia.
Ma quanta energia producono i circa 530 MW totali installati fino ad oggi? Ipotizzando un tempo equivalente di funzionamento medio in Italia di 1300 ore, otteniamo circa 0,69 TWh all’anno cioè lo 0,19% dell’intero Consumo Interno Lordo italiano (357 TWh nel 2008). Una quantità per ora irrisoria.
In prospettiva, per arrivare a produrre ad esempio il 10% del Consumo Interno Lordo italiano con il fotovoltaico occorrerebbero circa 180 anni al ritmo annuale di installazioni del nuovo Conto Energia e comunque tempi superiori al secolo anche considerando una crescita più sostenuta delle installazioni. Concludendo, nessuno dei due sistemi di incentivazione in conto energia (l’attuale meno del primo) è stato in grado di far crescere in maniera significativa la potenza fotovoltaica installata e, soprattutto, di abbattere i costi, uno dei principali ostacoli alla diffusione di questa tecnologia.
Sarebbe a mio parere necessario, a tal fine, stabilire un nuovo regime incentivante che favorisca l’installazione di grandi impianti dell’ordine di decine di MW, gli unici in grado di accrescere rapidamente la potenza installata. E, soprattutto, promuovere anche con forti incentivi economici la sperimentazione di grandi impianti fotovoltaici collegati a sistemi di accumulo dell’energia elettrica prodotta (idrogeno, aria compressa, accumulo elettrochimico ecc.) per ovviare al principale fattore limitante di fonti rinnovabili come il sole e il vento, descritto molto bene in questo articolo di Domenico Coiante, cioè la compatibilità di una produzione energetica intermittente con la rete di trasmissione dell’energia elettrica.