Il presente dell’energia è tutto rinnovabile
Di Ugo Bardi
Questo post è una sintesi del mio intervento al convegno ” Lavori Verdi, confronto internazionale sull’economia delle rinnovabili” che si è tenuto a Firenze il 20 Luglio 2009. Non è una trascrizione, ma una versione scritta a memoria che cerca di mantenere la forma e la sostanza di quello che ho detto.
E’ un piacere essere qui oggi, soprattutto perché mi ricordo che i miei primi interventi pubblici sul tema dell’energia sono stati organizzati proprio dai Verdi Toscani, nell’ormai remoto 2001, quando cominciavo a parlare di queste cose; soprattutto di petrolio. Già in quei primi interventi, preconizzavo il picco del petrolio, cosa che lasciava molti dei presenti perplessi. Beh, a distanza di un po’ di anni da quei primi convegni, vi posso dire che avevamo ragione, io e il gruppo di ASPO. Il picco lo prevedevamo entro il 2010 e vi posso raccontare che è stato nel 2008. Credo che sarete daccordo che ci abbiamo azzeccato benino.
Però, già otto anni fa, non parlavo solo di petrolio. Già cominciavamo a portare delle soluzioni e cominciavo a dire che “il futuro dell’energia è tutto rinnovabile“. Questa sembrava allora, come oggi, un’eresia. Il rinnovabile era visto come un giocattolo per ambientalisti. Qualcosa che serviva solo per distribuire un po’ di soldi agli amici e agli amici degli amici. Ancora oggi, c’è chi la pensa così in Italia. Non vi sto a parlare dei denigratori professionali delle rinnovabili – sapete a chi mi riferisco – ma ho conosciuto dei personaggi politici anche di un certo livello che ne erano convintissimi. Per quanto ho capito, lo credevano sinceramente.
E invece, le cose non stanno affatto così. Oggi possiamo dire che per le rinnovabili non è più questione di un futuro remoto. E’ già il presente: “Il presente dell’energia è tutto rinnovabile.”
Oggi abbiamo delle tecnologie rinnovabili pienamente mature, che funzionano e danno un’ottima resa economica. E, sulla base di queste tecnologie che abbiamo oggi, nel presente, possiamo lavorare per sviluppare tecnologie nuove ancora più efficienti. Tutto questo sta crescendo con una rapidità incredibile, addirittura travolgente. E’ una crescita esponenziale, non lineare, per cui, se non ci fate caso, vi sembrerà ancora oggi che le rinnovabili siano una cosa da poco. Ma in certi paesi, come la Germania, ci si sta già preoccupando del fatto che, se la tendenza attuale continua, in pochi anni – si parla del 2012 – avremo talmente tanta potenza rinnovabile in rete che, nei momenti di massima produzione, si arriverà a un tale contributo che bisognerà cominciare a spegnere le centrali a energia fossile.
E allora, su questa base credo oggi di poter fare un’altra predizione; simile a quella che facevo otto anni fa sul petrolio. Ma questa è una predizione più ottimista. La predizione è che il “problema energetico” è prossimo ad essere risolto. Se la crescita delle rinnovabili continua al ritmo attuale, entro qualche decina di anni, potremo avere energia elettrica in abbondanza. E questo soltanto con le tecnologie esistenti. Se poi mettiamo sul piatto della bilancia le tecnologie innovative ad alta resa che sono in arrivo, come il kitegen, allora potremo navigare beati in un mare di energia. Sarà talmente abbondante che ci potremo permettere di regalarla agli utenti, come si diceva dell’energia nucleare nei momenti di ottimismo negli anni ‘50.
Vedete, da quando ho cominciato a fare questo mestiere ne ho visti di convegni sull’energia. E, quasi tutte le volte, c’è qualcuno che fa notare che le luci sono accese e che stiamo sprecando energia. L’abbiamo sentito dire anche oggi, prima. Ormai è scontato; è come sentir dire “no alla moschea” a un convegno di leghisti. Allo stesso modo, è scontato sentir parlare del famoso secchio bucato, quello che bisognerebbe tappargli il buco invece di riempirlo. Questo oggi non lo abbiamo sentito dire, perlomeno non ancora, ma è una cosa che sono sicuro che aleggia nel pensiero di molti di voi.
C’è un movimento di pensiero che continua a sostenere che non bisogna spendere soldi per le rinnovabili; sono meglio spesi nel risparmio e nell’efficienza energetica: doppi vetri, pannelli isolanti, lampadine a basso consumo, eccetera. Bene, questo lo chiamo il “pensiero misero”. E’ pensiero misero perché da per scontata la miseria energetica. E invece no, noi possiamo avere l’abbondanza energetica se soltanto la vogliamo e se vogliamo investirci sopra. Quello della miseria energetica è un atteggiamento che va combattuto. Pensateci sopra: l’efficienza energetica non viene gratis; bisogna investirci sopra – e non poco. Ma investire sull’efficienza energetica vuol dire investire sui fossili: per esempio, si può pensare di fare un impianto in cogenerazione; o anche semplicemente in una caldaia più efficiente, ma questo vuol dire affidarsi ai fossili ancora per molti anni. Questo è perché per rientrare dall’investimento bisogna utilizzare questo impianto o questa caldaia per un tempo lungo e allora uno si impegna ad usare ancora i fossili per tutto questo tempo. E se investite delle risorse su una caldaia più efficiente sono risorse che poi non si possono utilizzare per le rinnovabili.
Si, uno dice, ma con l’efficienza energetica usiamo meno combustibili fossili. Vero, però quello che risparmia uno lo userà un’altro, oppure lui stesso in un’altra forma. Questa non è una cosa che mi invento io: è un principio ben noto in economia. Era stato Jevons già verso la metà dell’800 ad accorgersi che i miglioramenti di efficienza non fanno si che una risorsa venga usata di meno; al contrario. Questo si chiama “paradosso” di Jevons ma se ci pensate bene non è un paradosso, ma una cosa perfettamente logica. Quindi, dando priorità al risparmio e all’efficienza finisce che aumentiamo la nostra dipendenza dai fossili invece di ridurla.
Allora, non è il caso di usare l’ascia per fare certe distinzioni; se uno si mette i doppi vetri in casa per risparmiare qualcosa, fa benissimo. Io, per esempio, i doppi vetri ce li ho e anche l’isolamento del tetto. Ma bisogna dire chiaramente che bisogna investire per il futuro e questo vuol dire investire per liberarsi dei combustibili fossili. Per fare questo bisogna investire sulle rinnovabili. Lo possiamo fare già oggi: il presente dell’energia è tutto rinnovabile. Solo così potremo liberarci veramente dai fossili.
Ma, attenzione, il fatto di avere energia rinnovabile in abbondanza non vuol dire che tutti i problemi sono risolti. Assolutamente no. L’energia è importantissima, fondamentale; certo. Però ricordiamoci anche che non possiamo mangiare elettroni. Non possiamo nutrirci attaccandoci a una presa di corrente. E il fatto di avere energia elettrica non vuol dire risolvere il problema dell’agricoltura, dove l’erosione da sovrasfruttamento sta distruggendo le nostre risorse. Non è un problema facile da risolvere.
L’altro problema è quello delle risorse minerali. Qui, certamente, avere energia elettrica aiuta molto, ma non basta. Le risorse minerali si esauriscono e per tirar fuori minerali da risorse sempre più disperse ci vogliono quantità tali di energia che non ce la facciamo neanche con il kitegen. Bisogna usare bene le risorse che abbiamo: questo è un limite reale. Conservare e riciclare le risorse minerali vuol dire lasciarle ai nostri discendenti che ne avranno disperatamente bisogno. Ma, anche qui, certe cose le abbiamo capite al contrario, pensando che l’energia sia l’unico problema. Così, per esempio, incoraggiamo l’incenerimento dei rifiuti con il discorso che se ne può tirar fuori un po’ di energia. Ma, così facendo, riduciamo la parte inorganica dei rifiuti in una cenere dalla quale poi non si può riciclare niente. E’ un altro modo con il quale ci stiamo facendo dei danni da soli.
Tuttavia, credo che possiamo essere ottimisti. Se possiamo risolvere il problema energetico, e lo possiamo fare, questo ci aiuterà a risolvere gli altri problemi: senza energia di sicuro non possiamo fare niente. Basta ricordarsi che il presente dell’energia è tutto rinnovabile.