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Il RAMSES a Belfast

20 settembre 2009 0 commenti

Belfast è nota per la sua storia movimentata, ma è rimasto poco, oggi, dell'epoca degli scontri fra cattolici e protestanti. Per fortuna, si sono calmati e sono rimasti quasi soltanto questi grandi murales molto fotografati dai turisti. In questo post, vi passo qualche immagine presa in occasione del workshop sul progetto RAMSES all'università dell'Ulster.



Belfast oggi ha l'aria di una città inglese tranquilla. Da quello che ho visto non è un posto particolarmente entusiasmante, ma chi ci vive mi dice che ci si sta abbastanza bene.




Belfast è una città industriale e la crisi si fa sentire. Qui ti invitano a vendere il tuo oro per raccattare qualche sterlina, passandolo come una cosa "irresistible". Potenza della propaganda....




La riunione del progetto "RAMSES" all'università di Belfast. Vedete al centro (con la maglia bnianca) Toufic El Asmar, il coordinatore (e anche segretario di ASPO-Italia). Accanto a lui, con la camicia blu, il nostro ospite, David McIlween-Wright.


Il modesto sottoscritto (a sinistra nella foto) insieme con Thomas Kattakayam, ricercatore del "Centre for Sustainable Technology. Mi è parso un bel gruppetto di persone in gamba e molto concreti. Qui, ho in mano un modellino del sistema fotovoltaico a concentrazione che hanno sviluppato




Al centro di ricerca, hanno un sistema di test ambientale e un bel manichino pieno di sensori per misurare il livello di comfort dell'interno degli edifici. Pare che sia molto popolare con gli studenti. Qui lo vediamo con Toufic El Asmar.




Belfast è talmente a Nord che conviene montare i pannelli FV in verticale. Questa parete che vedete è sull'edificio del centro di ricerca dove abbiamo fatto la riunione.




Fuori Belfast, la zona dei "Glens di Antrim". Un tipico paesaggio Irlandese moderno, non molto differente da quello del resto dell'Irlanda. Nell'800, avevano tagliato tutti gli alberi e avevano ridotto l'isola a una palla da biliardo. Negli ultimi decenni, hanno ripiantato qualcosa; quello che vedete è uno dei risultati: una macchia di "sitka spruce" nel bel mezzo di una zona molto erosa.




Questa immagine non mi è venuta molto bene, ma fa vedere molte cose interessanti. Le colline sono coperte di un'erba molto rada. Una volta, ci abitava gente che coltivava patate e viveva in capanne di legno. La grande carestia irlandese dell'800 li ha spazzati via e delle loro capanne non è rimasto niente. Io credo che - almeno in parte - la carestia sia stata dovuta all'erosione che ha ridotto la fertilità della terra. Da quello che si può vedere, lo spessore dell'humus sul fondovalle è alto, probabilmente portato dall'erosione. L'acqua che scorre nelle valli è marrone, a indicazione che quasi due secoli dopo il processo di erosione non si è ancora concluso in queste zone. Vedete sulla cima della collina una moderna turbina eolica.



Non tutta l'Irlanda è così malridotta come i Glens di Antrim. Al sud, l'erosione si vede molto bene un po' dappertutto, ma al nord le zone pianeggianti sono verdi e coltivate. Somigliano molto al paesaggio inglese. Coltivare a queste latitudini non è facile per via della scarsa irradiazione solare, ma c'è molta acqua e presumo che facciano buon uso di fertilizzanti




Per finire, Toufic sull'aereo impegnato in un'attività di alto livello intellettuale.

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C'è un altro mio post sull'Irlanda, quella del sud, dove discuto sulla relazione fra carestia e erosione. Ce n'è un altro mio in inglese, più dettagliato, su "The Oil Drum"