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La vergogna dell’energia solare

24 settembre 2009 0 commenti

di Ugo Bardi

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In epoche remote, pare che fosse considerato sconveniente esporre biancheria intima ad asciugare all’aperto. Si riteneva allora opportunoproteggere  la pubblica decenza coprendo i vergognosi oggetti con un telo che salvaguardasse la sanità mentale del passante che ne sarebbe potuto essere sconvolto.

La regione Piemonte sembra avere un atteggiamento simile nei riguardi dell’energia solare, che ritiene evidentemente cosa vergognosa e contraria alla pubblica decenza. In una legge recentemente approvata, proibisce di installarli a meno che non siano invisibili. Suggerisce addirittura di coprirli, magari con un bel telo, come si faceva una volta con le mutande ad asciugare.

Ecco cosa scrive Leonardo Libero alla mailing list del blog NTE dopo un esame della legge regionale.

Cari amici, <..> la Regione Piemonte ha premurosamente pensato anche ai tetti piani. E al paragrafo 3.7 della Legge n. 13 ha scritto:

<<Nel caso di copertura piana, i pannelli solari e i loro componenti possono essere installati su supporti idonei a raggiungere l’inclinazione ritenuta ottimale, purché l’impianto non risulti visibile, anche facendo ricorso a schermature rispetto a spazi pubblici limitrofi all’edificio posti a quota altimetrica inferiore.>>

Come dire che la stessa Regione (n.b. governata dal Centro-Sinistra) in questi giorni tutta presa nell’organizzazione del convegno megagalattico UNIAMO LE ENERGIE (7 – 11 ottobre), si vergogna di far vedere applicati, perfino nel più sperduto villaggio, i saggi criteri energetici che con tanto battage promuove.

Cari e sconsolati saluti

Leo

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Nota aggiunta posteriormente: a seguito di alcuni comenti ricevuti, vorrei precisare che questo post non va inteso come diretto a criticare l’intera politica ambientale della regione Piemonte e nemmeno questa specifica legge n. 13, che mi risulta essere fatta con buone intenzioni da parte di persone competenti. Purtroppo, come sa chi segue i processi legislativi a tutti i livelli, le leggi nascono come la somma di contributi di persone diverse; spesso con intenzioni contrastanti. Evidentemente, qui qualcuno ha aggiunto questo paragrafo alla legge, forse con buone intenzioni ma, in ogni caso, con pessimi risultati pratici. All’autore (Ugo Bardi) e al citato (Leonardo Libero) è parso il caso far notare questo punto come un buon esempio di questa visione sbagliata che considera l’energia rinnovabile come qualcosa di appena sopportabile e che – per carità – non si veda in giro!