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Uniamo le risorse

12 ottobre 2009 0 commenti


Questa è una sintesi del mio intervento intervento del 9 Ottobre al convegno "Uniamo le Energie" a Torino. Non è una trascrizione, ma un resoconto scritto a memoria che cerca di mantenere lo stile di un discorso parlato.


Cari amici, prima di tutto grazie per essere qui oggi. E' un piacere vedere come la strada che abbiamo cominciato a percorrere ormai una buona decina di anni fa sta cominciando a dare i suoi frutti. Quando abbiamo cominciato a parlare di queste cose, dire che c'era un problema di energia era considerata una fesseria per non dir di peggio. Invece, oggi vedo che la Regione Piemonte, correttamente, ha preso questo grande impegno per organizzare questa manifestazione. Non è il solo ente statale a farlo. Quindi, è chiaro che quello che abbiamo detto, alla fine, si è rivelato profetico e non solo quello che abbiamo detto noi di ASPO ma quello che avete detto e fatto notare tutti voi in platea. Oggi siete a sentire me e altri, ma sono sicuro che in altre occasioni siete voi a parlare e a diffondere questi concetti.

Quindi, stiamo percorrendo una strada che avevamo già indicato anni fa. Questa strada ha un cartello a un certo punto dice "picco del petrolio" e che segnala una striscia bianca che la taglia per traverso. Non mi serve parlarne a lungo, ne ha parlato l'oratore precedente, Eric Laurent. Mi interessa a questo punto soltanto dirvi che la striscia bianca l'abbiamo superata, probabilmente, l'anno scorso nel 2008. Non ne siamo ancora sicuri ma, molto probabilmente, è proprio così. E' come aver passato una linea con un cartello di "stop". Siamo entrati in un incrocio pericoloso e quello che è successo con la crisi economica è stato come scontrarci con un TIR che passava a tutta velocità. La strada da oggi si fa sempre più accidentata. Dovremo ridurre la velocità, come minimo.

Allora, abbiamo visto con molto anticipo certi problemi e ora vediamo che la società sta cominciando a muoversi per risolvarli. Vediamo questo movimento, certamente, ma è ancora un movimento lento e pesante. E' come sterzare un transatlantico dopo che avete avvistato l'iceberg a distanza. E' già qualcosa averlo avvistato e gli ufficiali stanno cominciando a dire al comandante che bisogna rallentare. Ma altri stanno continuando a dire "no, bisogna accelerare". Allora, ancora il transatlantico sta andando avanti a tutta velocità. Non bastano convegni per risolvere il problema. Bisogna fare le cose e bisogna creare energia seriamente.

Di là, avete visto tutti la sala da ballo ecologica. Un piano con degli attuatori piezoelettrici che genera un po' di energia dal movimento di quelli che ballano. Cosa carina, forse, ma mi stavo divertendo a fare un po' di conti. Oggi, abbiamo una potenza di generazione installata in tutto il mondo che è di circa 13-14 terawatt. Un terawatt è un miliardo di kilowatt. Allora, ammettiamo che una di quelle sale da ballo possa fare un kilowatt di potenza, (e mi sembra ottimistico). Ma la si può usare solo qualche ora al giorno, e quindi la media è intorno ai 100 watt. allora ce ne vogliono 130 miliardi per fare l'energia di cui abbiamo bisogno. Una ventina a persona e uno non può ballare contemporaneamente in venti sale da ballo.

Allora, vedete che ci vogliono soluzioni reali; soluzioni serie, soluzioni che siano efficaci in termini di rapporti fra costi e benefici. In questi convegni si vedono spesso tanti giocattoli costosi. Come appunto la sala da ballo energetica. In un altro convegno dove sono stato quest'anno, c'era il "diamante energetico"; un arnese sferoidale che costa un milione di euro per generare altrettanta energia di quanto non si potrebbe fare con un impianto fotovoltaico "normale" che costa dieci volte meno, come minimo. Allora, tutto bene fare cose dimostrative, ma si rischia di mandare il messaggio che l'energia rinnovabile è un giocattolo divertente per ecologisti un po' strambi. Viene certamente questa idea guardando i "kart a idrogeno" che ci sono la fuori. Insomma, bene il convegno, ma cominciamo a lavorare seriamente.

Comunque, vi dirò che a questo punto non è più nemmeno questione di energia. Questa cosa, bene o male, è stata capita e ci si sta lavorando sopra. Si è capito che il petrolio è in via di graduale esaurimento, come pure sono in via di graduale esaurimento gli altri combustibili fossili. Ma se il petrolio si esaurisce, non è così per l'energia. L'energia non si esaurisce. Possiamo crearla in tanti modi diversi. Piano, piano stiamo imparando a sostituire il petrolio con le rinnovabili. Un mondo basato sulle rinnovabili è un po' diverso dal nostro, ma è comunque un mondo dove abbiamo tante cose che abbiamo oggi. Quasi tutto. E' questione di lavorarci sopra e se ci lavoriamo sopra seriamente, ci arriviamo senza nemmeno troppi traumi.

Ma c'è una cosa che non abbiamo ancora capito. E' che se il petrolio lo possiamo sostituire, come dicevo, l'energia non si esaurisce; ci sono delle cose che non possiamo sostituire; perlomeno non facilmente. Ci sono tanti metalli che utilizziamo comunemente e non ci rendiamo conto di quanto siano limitate le riserve. Per esempio, ho qui davanti a me degli schermi di computer. Questi schermi hanno bisogno di un materiale che sia trasparente e conduttore allo stesso tempo. Per questo si usano ossidi che contengono indio. Ma l'indio è un materiale molto raro sulla crosta terrestre e, una volta che questi schermi li buttiamo via non è possibile, in pratica, recuperarlo. Allora, cosa facciamo? Ci sono altri materiali che sostituiscono l'indio? Forse si, ma non è la stessa cosa. E' difficile trovare altri materiali altrettanto buoni dell'indio e che non siano rari. Insomma, è un grosso grattacapo, ma non è solo quello.

Pensate al rame. Ne utilizziamo tantissimo e ne recuperiamo soltanto il 50% circa. L'altro 50% viene allegramente disperso nell'ambiente in pezzettini piccolini o polveri fini. Allora, per fare le risorse minerali di rame che sfruttiamo oggi ci sono voluti centinaia di migliaia di anni, forse milioni, di processi geochimici naturali. A furia di buttarlo via, lo perdiamo per sempre. Ci vorranno altri milioni di anni per vederlo riformare. E noi stiamo allegramente facendo questo disastro; cambiando la faccia del pianeta per sempre. Lo possiamo sostituire, il rame? Si, certo, magari possiamo fare dei conduttori in alluminio, ma è tutta un'altra cosa; costosa, difficile, tutta da studiare. E certe proprietà che ha il rame non ce le hanno altri metalli.

Il bello di questa cosa è che se la dici in giro è un po' come quando, sette-otto anni fa, ci guardavano come marziani quando dicevamo che c'era un problema energetico. Ora, ti dicono la stessa cosa. "Il rame si esaurisce? Non c'è problema, quando i prezzi si alzeranno a sufficienza andremo a sfruttare risorse minerali più diluite". Questa cosa che la gente sia contenta quando i prezzi si alzano mi fa veramente allibire. Da quando sei contento quando si alza il prezzo di qualcosa che usi? C'è scritto nei libri di economia del primo anno che quando si alzano i prezzi la domanda si riduce. Quando una cosa aumenta di prezzo, se ne usa di meno, non di più. Ma, uno dice, se i prezzi aumentano andremo a investire in nuova estrazione. Si, certo, geniale, ma per fare miniere non basta stampare banconote: ci vogliono materiali e energia, e queste cose oggi vengono da altre miniere. E allora che si fa? Si estrae di più da una miniera in via di esaurimento per estrarre di più da un'altra miniera in via di esaurimento? Questo è il cane che si morde la coda, come minimo. Anche se avremo tanta energia rinnovabile a disposizione, ma ci vorrà del tempo, basta fare un po' di conti per capire che ce ne vorrebbe veramente tanta, quantità immense, per continuare a estrarre minerali dalla crosta terrestre ai ritmi di oggi. Non c'è modo. Stiamo sprecando risorse alle quali non accederemo mai più.

Allora, questa cosa bisogna cominciare a dirla e, credo, prima o poi cominceranno a darci retta, così come stanno cominciando a darci retta sull'energia. Bisogna dire queste cose, perché oggi l'aver capito che c'è un problema energetico porta a fare delle fesserie. L'energia - come dicevo - non è un problema; lo sono le risorse minerali. Allora, prendiamo i rifiuti solidi urbani, che contengono tanti metalli utili. C'è rame, per esempio, e poi alluminio, ferro, zinco, stagno, eccetera. E noi buttiamo tutto quanto dentro un inceneritore; allora questi metalli che sarebbero recuperabili facilmente dai rifiuti diventano una cenere parzialmente vetrificata dalla quale non si può più estrarre niente. E' uno spreco immenso che noi facciamo in nome di produrre qualche zero virgola qualcosa percento dell'energia che utilizziamo. E addirittura, questo distruttore di risorse lo chiamiamo "termovalorizzatore", come se distruggere le risorse fosse una cosa intelligente. Non mi fate dire altro, che andrei sul turpiloquio.

Mi fermo qui e vi ringrazio di nuovo. Spero che possiamo ritrovarci un giorno a un convegno che sarà intitolato "Uniamo le Risorse" dove ci troveremo di nuovo a dire che avevamo avuto ragione e che finalmente qualcuno ci da retta.