Micro-eolico a Caprese Michelangelo
Questo articolo è riprodotto dal blog “Crisis”. Fra gli “amici” che Pietro Cambi cita come responsabili dell’installazione della micro-turbina da 6 kW c’è anche il modesto sottoscritto, Ugo Bardi. Il microeolico installato a Caprese Michelangelo è un tantino più evoluto di quello nella figura qui sopra che, in compenso, è molto più romantico.
Minieolico: Missione compiuta !!! ( Quasi)
di Pietro Cambi
Vi ricordate i primi, incerti, difficili, passi del “nostro” minieolico? Ce l’abbiamo fatta, alla buon’ora!!!
Da Sabato scorso anche un piccolo paese della montagna aretina, Caprese Michelangelo, noto per avere dato i Natali al nostro più grande artista, ha “qualcosa” che lo segnali, per chi arriva dalla Strada Provinciale. Si tratta del generatore “mini”eolico che, partendo da un gruppo di amici, siamo riusciti finalmente ad installare, su un cocuzzolo assai ventoso ( almeno speriamo) che domina l’abitato.
Di seguito vedete alcune fasi dell’installazione.
Imbraco del palo con il generatore montato
Ecco dove va la maggior parte dell’energia necessaria per la realizzazione ed installazione di un generatore eolico: nelle fondazioni. Nel caso un plinto di circa 2×2x2 metri di cemento, rete elettrosaldata sul fondo. Il palo lavorerà ad incastro.Le dimensioni pur non essendo trascurabili, non sono tali da “snaturare” il paesaggio. anche perchè, a pochi metri, sorgono i ripetitori telefonici e televisivi.
In queste piccole comunità questo genere di cose fa chiaccherare molto. A quanto pare una buona percentuale di paesani è già venuta a vedere questa “novità”. Si tratta di gente sveglia, come ormai la maggior parte di chi ancora resiste, cercando di strappare un reddito in queste zone difficili; pura selezione naturale.
QUINDI è probabile che, appena la pala cominicerà a produrre, ci saranno alcuni che vorranno seguire il nostro esempio.
Bene, male?
Bene, ovviamente. I privati possono, in Toscana, installare impianti fino a 50 kW, che per la loro natura non sono particolarmente impattanti, tanto più che, come nel nostro caso, ci sono molte zone che hanno già altri manufatti artificiali che alterano la “purezza originaria” del paesaggio.
Non c’e’ bisogno di saturare le nostre montagne di migliaia di generatori eolici da qualche MW l’una, alti un centinaio di metri.
Basta che i generatori “familiari” diventino un elemento costitutivo di ogni impresa agricola, dove è il caso, anemometricamente parlando, ed ecco che migliaia e migliaia di famiglie vedranno un reddito dove prima c’era un costo. Ed il paese avrà fatto un piccolo passo avanti verso il mantenimento degli impegni del famoso protocollo20/20/20.
Prima di tutto un buon affare, tra parentesi.
Non farlo ci costerà, tanto per cominciare, 550 milioni di euro di penale quest’anno, in probabile aumento l’anno prossimo.
Piu’ impianti si fanno piu’ sara’ facile finanziarne di nuovi ( questo ce lo siamo pagati al 100% noi) per il semplice e banal motivo che gli impianti preesistenti in zona forniranno una ottima stima della produttività dell’impianto per cui si chiede il finanziamento.
Per la produzione a grande scala riteniamo che ci sia di meglio dei colossi da 100 metri: il Kitegen , manco a dirlo.
I generatori eolici tradizionali non solo sono cari ed impattanti ma hanno un EROEI ( energy returned on energy invested)non esaltante a causa delle tonnellate di materiali necessari, cemento, acciaio, rame, alluminio; purtroppo la maggior parte dell’energia si consuma in modo irreversibile, per il cemento delle fondazioni, che non è riciclabile. In conclusione il primo anno di lavoro di una turbina eolica messa in una zona a buona ventosità va a coprire i costi energetici per la sua produzione ( quelli economici richiedono un tempo assai piu’ lungo da un minimo di tre o quattro anni per i giganti in zone ventose a dieci e più anni per il minieolico, come è il nostro caso). Purtuttavia, dice un ben noto adagio, “il meglio è nemico del bene” e quindi, in attesa del meglio, facciamo strada, apriamo un sentierino, diamo l’esempio.
Eh, già non siamo, dopotutto, solo Cassandre.
In chiusura ci corre l’obbligo, come si dice, di ringraziare la ditta Devices, nelle persone dei suoi titolari, che hanno avuto la pazienza non solo di seguire tutta la faccenda dal punto di vista tecnico ed amministrativo ma anche di reggere committenti difficili come noi. Ahem, diciamola tutta: come me.
Analoghi ringraziamenti vanno al Geometra Cardinali che ha seguito le pratiche per la DIA ed ha fatto la Direzione Lavori.
Che installare anche solo un minieolico come questo non sia banale, lo vedete dalle foto.
Per chi fosse interessato al lato tecnico della faccenda, la pala che abbiamo montato è una Eoltech da 6 kW, produzione europea, per quel che posso capire un piccolo gioiello nella categoria minieolico. Qui trovate un riassunto delle sue caratteristiche e qui qualche esempio di installazioni.
Tra parentesi, secondo il nostro stile, non l’abbiamo comprata nuova, NON è stata costruita per noi, è di seconda mano, per quanto con pochissime ore di funzionamento sul groppone.
Quanto contiamo di produrre?
Circa 10.000 kWh/anno. Ovvero 1000 litri di petrolio-equivalente ( 2500/3000 se consideriamo che si tratta di energia elettrica).
Quando contiamo di rientrare dall’investimento?
Bella domanda !! Dipende dalla ventosità, ovviamente. Se le NOSTRE stime sono buone, in circa un decennio, considerando anche i costi di manutenzione ( una visita l’anno).
Ed il “quasi” del titolo? Da cosa dipende?
Ma dall’allacciamento alla rete, ovviamente. Contiamo di chiudere entro l’anno.