Il camino di Geppetto: la bufala del “biocaminetto”
Geppetto, povero com’era, era costretto a riscaldarsi con un fuoco dipinto sul muro di casa. Sembrerebbe che stiamo arrivando a qualcosa del genere con l’idea del caminetto a bioetanolo.
In una delle prime scene di “Pinocchio” si racconta di come Geppetto avesse dipinto un fuoco acceso sul muro di casa sua e di come questo caminetto finto bruciasse furiosamente legno finto senza purtroppo essere in grado di scaldare niente. Questa cosa di Geppetto mi viene sempre in mente quando mi capita di essere in Inghilterra dove ogni luogo pubblico tipo hall degli alberghi è impestato da caminetti finti. Non sono caminetti dipinti sul muro, ma imitazioni di caminetto dove dei sassi di colore nero siedono su dei bruciatori di gas naturale, dando l’impressione di essere veri caminetti. Non servono per scaldare niente, dato che sono accoppiati a normali sistemi di riscaldamento centrale. L’effetto è paurosamente pacchiano ma, se non altro, da un’idea del fascino che troviamo per il fuoco e per tutto quello che brucia.
In Italia, per il momento, non ho visto accrocchi del genere, ma mi sono arrivati in questi giorni svariati messaggi al riguardo al cosiddetto “biocaminetto” o “caminetto a bioetanolo”. Sembra che questo arnese stia diventando di moda, come potete rendervi conto da voi cercando sul web “biocaminetto” oppure “caminetto a bioetanolo”. Il biocaminetto viene pubblicizzato come una sorgente di calore pulita; non emette nanoparticelle, non richiede canna fumaria e lo potete mettere in salotto senza problemi, non emette CO2 dato che l’etanolo che lo alimenta è di origine naturale. Insomma, è “ecologico” (parola magica).
Ora, se uno vuol vedere questo arnese per quello che è, ovvero una cosa puramente decorativa, va anche bene. Diciamo che costa molto di più del fuoco dipinto di Geppetto ma somiglia anche molto di più a un caminetto vero. Quindi, se uno in salotto vuole avere l’impressione di avere un camino acceso, perché no? Sicuramente, crea un’atmosfera romantica e se invitate a cena una bella signora (o signore) può darsi che il caminetto a bioetanolo vi dia una mano per l’impresa di sedurla/o.
Il problema è che c’è chi ha preso il caminetto a bioetanolo come una sorgente di calore. Ei vari siti e recensioni sull’argomento alimentano l’idea che questi caminetti servano veramente per scaldare la casa. Qui proprio non ci siamo. Trasformare il mais in bioetanolo per poi bruciarlo in un caminetto (anche se romantico) è proprio una fesseria. Immaginatevi quanta energia vi ci vuole per coltivare il mais. Poi ci vuole energia per distillare alcol dal mais, poi per trasportarlo e non trascurate il fatto che a monte ci vogliono fertilizzanti, pesticidi e macchine agricole per coltivare il mais (tutta roba che viene dal petrolio). Insomma il costo energetico del bioetanolo è talmente alto che è proprio insensato bruciarlo nel caminetto. Se volete usare un termine tecnico, il bioetanolo ha un basso valore dellEROEI, ovvero della resa energetica.
Che la cosa sia del tutto insensata la vedete anche senza troppo grattarvi la testa sulla resa energetica. Uno di questi siti vi dice quanto costa il bioetanolo per il caminetto è il risultato è che 20 litri di bioetanolo vi costano 65 Euro, ovvero 3.25 Euro al litro (!!!!), (non vi do il link del sito perché sennò mi querelano, ma vi giuro che dicono così – mi sono fatto una copia della pagina per i posteri). Non vi dico che conviene di più buttarci dentro della buona grappa (è bioetanolo anche quello), ma ci siamo vicini.
Considerate che un chilo di legna costa circa 10 centesimi. La legna ha un potere calorifico che è circa la metà di quello del bioetanolo ma, a parità di potere calorifico, il bioetanolo costa oltre dieci volte di più. Capite allora perché nei caminetti veri ci si mette la legna e non il whisky di annata.
Inoltre, ho qualche dubbio che installare questi arnesi in casa sia una buona idea. E’ vero che – probabilmente - non emettono sostanze velenose o inquinanti. Ma c’è lo stesso un problema di ventilazione se vengono installati in ambienti dove non è prevista l’installazione di fuochi o comunque di sorgenti di CO2. In cucina, in teoria, ci dovrebbe essere un sistema di ventilazione (e anche li’, spesso non c’è). Nel salotto, poi, la ventilazione per questo scopo non è nemmeno prevista e, spesso, le finestre sono sigillate per ridurre gli spifferi e la dispersione di calore. In queste condizioni, uno di questi caminetti privi di canna fumaria potrebbe fare dei danni alla salute. Tenuto acceso in continuo da qualcuno che si può permettere il bioetanolo a questi prezzi potrebbe portare a un’aumento della concentrazione di CO2 sufficiente per farvi venire una bella emicrania e forse anche qualcosa di peggio. (vedi il mio post precedente dal titolo “Questa casa non è un sarcofago!”)
Insomma, se volete una caminetto in salotto ma non potete installare una canna fumaria, meglio che la fiamma la fate dipingere sulla parete – come faceva Geppetto.